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I decessi causati dal fumo sono ogni anno 83.000 in Italia, 1,6 milioni in Europa e 6 milioni al mondo
Oggi si celebra la Giornata Mondiale Senza Tabacco. Quest'anno per divulgare l’importanza dell’annuale iniziativa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mette in evidenza tutti i rischi per la salute pubblica connessi con l'uso del tabacco, sostenendo al tempo stesso delle politiche globali per ridurne il consumo. In particolare, lo slogan scelto proprio dall'OMS è "Tabacco - una minaccia per lo sviluppo" volto ad evidenziare il fatto che l'industria del tabacco rappresenta un pericolo per lo sviluppo sostenibile di tutti i paesi, oltre che per la salute e per il benessere economico dei cittadini.
A tale scopo, viene chiesto ai singoli stati di dare priorità al “problema fumo” ed accelerare gli sforzi di controllo del fenomeno, in funzione dei termini stabiliti dall’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030: «I governi posso solo che trarre beneficio nel controllare la diffusione nel tabacco, soprattutto per proteggere le persone dai danni del consumo e ridurre al tempo stesso l’impatto sulle diverse economie nazionali. Lo scopo dell'Agenda 2030 e dei suoi 17 obiettivi globali è quello di garantire che nessuno sia lasciato indietro».
Tenere sotto controllo il tabacco è un elemento cardine della Agenda 2030. Si tratta di un mezzo efficace per il raggiungimento del “SDG Target 3.4”, ovvero la riduzione di un terzo a livello mondiale (entro il 2030) dei decessi prematuri per malattie non trasmissibili, tra cui le malattie cardiovascolari, tumori e malattie polmonari croniche ostruttive. Attuare i termini della Convenzione quadro dell'OMS sul tabacco è, dunque, un obiettivo che debbono rispettare tutti i governi, a maggior ragione quelli dei paesi in via di sviluppo.
Oltre a salvare vite umane e ridurre le problematiche di salute, un controllo completo del tabagismo limita indiscutibilmente l'impatto ambientale derivante dalla coltivazione, la produzione, il commercio e il consumo. Questo perché la coltivazione del tabacco richiede grandi quantità di pesticidi e fertilizzanti, che possono rivelarsi tossici e inquinare le falde idriche. Ogni anno, per le piantagioni si utilizzano 4,3 milioni di ettari di terreno, con una conseguente deforestazione globale compresa tra il 2% e il 4%. Inoltre, con la produzione di tabacco si producono più di 2 milioni di tonnellate di rifiuti solidi.
Ricordiamo che circa 6 milioni di persone muoiono ogni anno a causa del fumo, una cifra che è destinata a crescere a più di 8 milioni l'anno entro il 2030.
Anche per quanto riguarda la salute e sicurezza sul lavoro il problema del fumo è molto sentito e l'Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza nei luoghi di lavoro (EU-OSHA) ha promosso anch’essa l’iniziativa. Questo perché, nonostante il divieto di fumo negli uffici in alcuni casi i lavoratori sono ancora esposti al fumo di tabacco ambientale. Vi sono, peraltro, ancora notevoli differenze tra i vari Stati europei: un’indagine svolta dalla Commissione europea nel 2009 segnalava che in Grecia il 60% degli interpellati dichiarava di essere esposto al fumo di tabacco ambientale sul luogo di lavoro.
L’esposizione al fumo di tabacco ambientale, nota anche come esposizione al fumo passivo, è un’importante causa di malattia, disabilità e mortalità nell’Unione europea. L’esposizione professionale al fumo di tabacco ambientale si riferisce all’esposizione al fumo sul luogo di lavoro ed è stimato che aumenti il rischio di cancro ai polmoni del 20–30%.
Inoltre, il fumo passivo aumenta il rischio di infarto del 25–35%. Gli effetti cardiovascolari dell’esposizione al fumo passivo anche per brevi periodi (minuti, ore) potrebbero essere tanto significativi (80%–90%) quanto quelli del fumo attivo cronico, senza dimenticare i tanti e gravi rischi in gravidanza.
Un opuscolo diffuso per l’occasione proprio dall’Agenzia Europea menziona anche il costo sociale del fumo. Infatti, i dati mostrano che i fumatori si assentano più spesso per brevi o lunghi periodi di malattia rispetto ai non fumatori o agli ex fumatori; inoltre, i fumatori al lavoro sono meno produttivi poiché si prendono pause sigaretta. Ai costi del fumo sul luogo di lavoro si sommano i danni degli incendi causati da sigarette dimenticate accese e le spese di pulizia e manutenzione aggiuntive. Di rilievo anche gli effetti del fumo ambientale sulla salute dei non fumatori, che provocano un aumento dei costi sostenuti dalle imprese a causa del fumo. Da ultimo, non vanno dimenticato che i locali di lavoro in cui è consentito fumare sono soggetti a numerosi rischi. Il costo dell’assicurazione contro gli incendi è maggiore. I dipendenti potrebbero presentare una richiesta di indennizzo nel caso in cui lamentino effetti sulla salute.
L’opuscolo di EU OSHA ha come finalità la creazione di ambienti senza fumo usando l’indicazione: «È necessario pianificare l’introduzione del divieto di fumo e informare i dipendenti con largo anticipo, per consentire a tutti di prepararsi alle nuove condizioni. È opportuno pianificare diversi mesi di preparazione».
Per maggiori informazioni:
https://osha.europa.eu/sites/default/files/publications/documents/it/publications/articles/smoke-free-workplaces-advice-for-employers-to-create-a-healthy-working-environment/smoke-free-workplaces-employers_it.pdf.pdf
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