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In Giappone il problema ha assunto dimensioni impressionanti, si stima che ogni anno venga bruciato quasi il 3% del Pil
Un sonnellino ristoratore durante l'orario di lavoro per ridurre la stanchezza e la cronica insonnia dei dipendenti. È quello che stanno proponendo in Giappone molte aziende per contrastare l'epidemia di insonnia dei lavoratori. La notizia può far sorridere, ma parliamo di una malattia che si stima costi al governo del sol levante circa 138 miliardi di dollari l'anno (pari al 2,92% del Pil) e di un fenomeno, quello dei disturbi del sonno, sempre più emergente anche in Italia dove colpiscono circa 13 milioni di cittadini.
Tornando alla notizia giapponese, a partire per prime sono state le start-up tecnologiche che vogliono eliminare il "debito di sonno" che la mattina rende i dipendenti spesso irritabili e improduttivi. Il quotidiano britannico The Guardian segnala che la società Nexbeat, un'azienda nipponica che fornisce servizi tecnologici, ha creato due camere da letto, una per gli uomini e l'altra per le donne, per consentire ai lavoratori di riposarsi senza essere disturbati. Crazy, invece, una lussuosa boutique per il wedding planning, ha deciso di premiare il sonno riconoscendo ai dipendenti un bonus se riusciranno a dormire almeno 6 ore a notte. I bonus di Crazy, secondo il Financial Times, possono arrivare a 64mila Yen (ovvero 562 dollari) all'anno.
Questo perché, secondo una recente indagine, il Giappone è uno dei Paesi dove i lavoratori dormono meno, solo 6 ore e 35 minuti a notte, 45 minuti in meno rispetto alla media internazionale, tanto che è facile vedere in metropolitana centinaia di persone che riposano o si appisolano. Per questo in molte aziende, il sonnellino può avere gli stessi effetti benefici di una dieta equilibrata o di un esercizio fisico costante. Tradizionalmente le aziende nipponiche tollerano che ogni tanto il dipendente troppo stanco o assonnato, spesso per turni massacranti e continui straordinari, chiuda gli occhi e si riposi sulla sua sedia perché lo considerano un attaccamento al lavoro. Questa pratica, ('inemuri' in giapponese), era però finora limitata alla sola postazione del dipendente e senza assumere posizioni troppo comode: oggi invece le aziende stanno offrendo spazi 'ad hoc' per il sonnellino. Il Ministero della salute è arrivato perfino a ‘raccomandare’ a tutte le persone in età lavorativa un pisolino di 30 minuti nel primo pomeriggio.
Certo, parliamo di un mondo del lavoro particolare - chiamato ad affrontare 'karoshi', vale a dire la morte per troppo lavoro, che rappresenta un problema che da anni affligge il Paese - molto lontano dal nostro scenario occidentale. Tuttavia, è bene ricordare che le statistiche dicono che in Europa solo il 25% circa dei lavoratori dipendenti e l’8% degli autonomi operano attualmente nel “normale” orario giornaliero (tra le 7-8 e le 17-18, dal lunedì al venerdì) ciò significa che la maggior parte è impiegata in orari di lavoro diversificati, comprendenti il lavoro a turni e notturno, il part-time, il lavoro nel week-end, la settimana compressa, i turni spezzati, il lavoro su chiamata.
Come accennato, in Italia i disturbi del sonno colpiscono circa 13 milioni di persone. I principali sono l'insonnia, che in forma più o meno grave colpisce circa il 41% della popolazione; la sindrome delle apnee in sonno, di cui soffrono circa 2 milioni di italiani; la sindrome delle gambe senza riposo, che colpisce 3 milioni di italiani e i disturbi del ritmo circadiano. I disturbi del sonno si associano spesso ad altre malattie, soprattutto a carico del sistema nervoso". Sempre nel nostro Paese la percentuale di incidenti stradali attribuibili alla sonnolenza, varia dal 3% a oltre il 20%.
Una nota di approfondimento Inail del 7 marzo 2017 sui fattori di rischio del pendolarismo ricordava come “il pendolarismo aumenti sia le difficoltà nella vita familiare e sociale, legate anche a stress emotivo (separazione/divorzio dal coniuge, gestione della casa, dei bambini, degli anziani...), sia i disturbi del sonno. Il maggiore rischio per le donne pendolari sarebbe anche dovuto al minore tempo di recupero, riposo e svago, elementi che possono influire negativamente sull’attenzione, sia nella guida del veicolo che negli spostamenti casa-lavoro, incrementando il rischio di incidenti stradali. Il maggiore utilizzo da parte delle donne di autovetture piccole e meno sicure è un altro elemento da tenere in considerazione”.
Per ulteriori approfondimenti:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/tokyo-linsonnia-costa-giappone-ci-rimette-3-pil-ogni-anno-1626106.html
Indagine Onda sui disturbi del sonno:
https://www.superabile.it/cs/superabile/salute-e-ricerca/20180920-nf-disturbi-del-sonno-e-salute.html
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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