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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
La vita di Marcello è tutta un programma: oltre al suo lavoro “ufficiale” in banca, ha sempre fatto attività di volontariato in ambito sanitario, protezione civile ma anche il Vigile del Fuoco presso il Comando Provinciale di Torino. Dopo più di venti anni di esperienze, ha fondato ed è Presidente della “Piemonte Cuore Onlus”, organizzazione impegnata in primo luogo nella “riduzione in Piemonte della mortalità da arresto cardiaco attraverso la defibrillazione precoce, la diffusione della cultura dell’emergenza cardiologica fra la popolazione, mediante l’introduzione nella comunità di defibrillatori semiautomatici e la sensibilizzazione all’utilizzo degli stessi”. Segre è uno di quelli che non si arrende mai: perché, in mancanza di una legislazione ad hoc, creare cultura sui defibrillatori (specie nei più piccoli) stimola ad insegnare alla gente che ognuno può salvare una vita.
- Marcello, “Piemonte Cuore Onlus” oltre a realizzare attività di volontariato è anche Centro di Formazione AiFOS: cosa fate come C.F.A.?
Come tutti i centri di formazione, ci avvaliamo del know how dell’Associazione ed eroghiamo i corsi. In particolare, focalizziamo la formazione su tutti quei corsi di primo soccorso (e di aggiornamento) nel mondo della scuola, dello sport ma anche in aziende private. Recentemente abbiamo stipulato una convenzione con il I Reparto di Sanità dell’Esercito di Torino per erogare loro la formazione per gli addetti al Primo Soccorso e all’uso del defibrillatore.
- Avete vinto il premio innovazione…
Siamo stati insigniti del premio dopo aver proposto ad AiFOS il “Progetto Vita ragazzi dalla scuola alla vita” in collaborazione con l’ASL TO3. Giusto per dare qualche indicazione, parliamo non di un corso ‘completo’, ma lezioni salvavita che vengono svolte nelle scuole elementari agli studenti e la formazione di insegnati che diventano istruttori per portare loro stessi direttamente la formazione agli studenti. Con questo progetto ci proponiamo, seppur in maniera pioneristica, di insegnare come chiamare prontamente e in modo corretto i soccorsi, e fare quelle piccole ma fondamentali attività nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi medico-sanitari, quali la sicurezza del luogo, il riconoscimento dello stato di coscienza/incoscienza, il riconoscimento del respiro, il massaggio cardiaco, la disostruzione vie aeree e, ovviamente, l’uso del defibrillatore.
- Quali le finalità del progetto “Vita ragazzi dalla scuola alla vita”?
Dare le prime basi proprio partendo dai più piccoli. Peraltro, il progetto cerca di portare innovazione nella scuola, fungendo da stimolo agli insegnanti, ai quali manca principalmente la parte tecnica. Tra l’altro il nostro progetto ha anticipato quanto contenuto nella nuova Legge 107 della “Buona Scuola” nella quali si introduce la facoltà di insegnare il primo soccorso agli studenti di ogni ordine e grado.
- Il progetto non è l’unica attività svolta con AiFOS, vero?
Nell’Associazione portiamo la nostra esperienza fatta sul campo sull’importanza del defibrillatore: il 2 giugno dello scorso anno abbiamo realizzato l’iniziativa “Defibrillation day”, che ha visto la presenza di 1.800 bambini e il prossimo aprile chiederemo collaborazione per una nuova giornata dedicata alla cultura della defibrillazione precoce sfidando il World Guinness Record attuale organizzando una grande sessione di addestramento alla quale parteciperanno 3.500 ragazzi.
L’Associazione organizza diversi eventi e partecipa a manifestazioni sportive e culturali fra le quali il Salone Internazionale del Libro, organizza anche convegni internazionali (abbiamo anche presentato una sperimentazione per la consegna del defibrillatore tramite drone). Ma l’idea di base è cercare di impostare insieme ad Aifos su quello che è, anzi potrebbe essere una normativa tecnica specifica sul posizionamento, uso e manutenzione del defibrillatore, analogamente ad altri presidi di soccorso come gli estintori.
- Già perché in Italia sul defibrillatore non c’è nulla di regolamentato, vero?
Siamo purtroppo al paradosso: al momento è previsto dalla legge l’obbligo per le società sportive professionistiche e in questi giorni è stato spostato al 20 Novembre l’obbligo per le società sportive dilettantistiche. Questo significa che non è obbligatorio nelle fabbriche, nei centri commerciali o negli aeroporti ma deve averlo ad esempio una società che fa yoga con 20 persone. Sembra logico?
- Non lo sembra, soprattutto considerando che l’arresto cardiaco è tra le prime tre cause di morte in quasi tutte le nazioni occidentali. Cosa si può fare?
Con AiFOS abbiamo l’occasione di dialogare con i formatori, che sono in grado di “creare cultura”, eventi, manifestazioni che stimolino ad insegnare alla gente che ognuno può salvare una vita. Perché, non dimentichiamo che un corso di Primo soccorso è utile anche nella vita quotidiana.
Sono convinto e le esperienze fatte lo dimostrano che la cultura deve partire dalle scuole e funziona. Pensiamo che ad esempio, in Norvegia i corsi di Primo soccorso vengono fatti nelle scuole dal 1923; e ancora, in Danimarca è stato stimato che negli ultimi dieci anni i corsi nelle scuole hanno aumentato la sopravvivenza dal 20 al 40%.
Parliamo di vite umane e nel nostro Paese non abbiamo una legislazione che obblighi all’utilizzo del defibrillatore, quantomeno nei luoghi di lavoro o in quelli in cui sono presenti alti numeri di persone. Sono incongruenze cieche e stupide e, spesso, basterebbe un confronto con chi ne sa per superare certe miopie.
- Come hai cominciato la tua attività?
È iniziata con venti anni di volontariato nell’ambito sanitario, come soccorritore in Croce verde e poi in Croce Rossa. Mi sono reso conto che molto spesso arrivavamo tardi per salvare una vita: ho sempre avuto in testa l’idea di trovare delle soluzioni che si possano mettere in pratica nell’attesa dei soccorsi. Parallelamente sono istruttore sub della PADI e, per obbligo, anche di Primo soccorso: 6 anni fa sono diventato trainer EFR (Agenzia Didattica scientifica Internazionale con sede in Inghilterra) e ho deciso di creare un progetto dedicato al soccorso.
Nello stesso tempo ho incontrato la Dr.ssa Daniela Aschieri che ha ideato il “Progetto Vita” a Piacenza (Piacenza è la prima città cardio protetta d’Europa nella quale sono stati salvati in 15 anni oltre 100 cittadini) e l’abbiamo esportato in Piemonte.
- Ovviamente questo lo fai come volontario, pur continuando a lavorare in banca...
Assolutamente si! Ognuno di noi può salvare una vita, in qualsiasi momento o luogo in cui si trovi.
- Un motto che ti contraddistingue nella vita?
Non mollare mai, anche dinanzi ai muri culturali che ci sono intorno.
- E come trainer cosa ti caratterizza?
Mi dicono che sono un ‘folle sognatore’, forse proprio perché non mi arrendo, non conosco orari e credo molto nella nostra mission. Poi, sicuramente sono un rompiscatole, visto che in generale sono molto puntiglioso con gli istruttori e i collaboratori e sono molto esigente. Penso che vi siano sempre spazi di miglioramento. Perché le cose vanno fatte amando ciò che si fa: solo questa ‘energia’ permette di trasferire la capacità di ‘trasformare’ le persone.
Il 1° febbraio 2014 nasce l’Associazione Piemonte Cuore Onlus per realizzare i progetti di diffusione della defibrillazione precoce seguendo le linee guida di Progetto Vita Piacenza, il primo progetto Europeo di cardioprotezione sul territorio. Fra i soci fondatori si distinguono persone aventi diverse esperienze e professionalità in ambito sanitario, sociale, sportivo, legale, educativo e culturale, ma con l’obbiettivo comune di impegnarsi per aumentare la sopravvivenza all’arresto cardiaco. Dalla collaborazione con Progetto Vita Piacenza, che ad oggi ha salvato oltre 90 persone, nasce Progetto Vita Piemonte (primo progetto regionale in Italia “no profit” di PAD (Pubblic Access Defibrillation). Nel primo anno vengono installati 150 Punti Blu Salva Vita presso scuole, grandi impianti sportivi, piscine comunali, dotando anche carabinieri e vigili del fuoco dei preziosi strumenti salva-vita. Progetto Vita Piemonte realizza la completa cardioprotezione della Metropolitana di Torino, prima in Italia.
Congiuntamente alla cardio-protezione viene sviluppato il Progetto Vita Ragazzi con lo scopo di sensibilizzare ai gesti salva vita e all’uso del defibrillatore i giovani studenti nelle scuole, a partire già dalle primarie, ricevendo il patrocinio del Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico del Piemonte.
In numeri di Piemonte Cuore Onlus - Progetto Vita Piemonte da Febbraio 2014 a Luglio 2016:
• 281 Punti Blu Salva Vita con defibrillatore (di cui 140 scuole e 66 Impianti Sportivi)
• 4.039 First Responder formati
• 20.416 Cittadini e studenti sensibilizzati
• 17 Defibrillatori Metropolitana Torino (1° in Italia)
Per ulteriori informazioni www.piemontecuore.eu.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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