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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Alessandra è una formatrice e coach che, assieme ad altri, ha il grande merito di aver portato in AiFOS metodologie e tecniche della formazione esperienziale. Ma questa categorizzazione è molto riduttiva, specie nel caso di una laureata in filosofia che si occupa di formazione e di coaching, ha alcuni libri all'attivo, oltre ad essere amministratore di Settantotto srl - Coaching, Formazione e Narrazione. Parlare con lei diventa anche l’occasione per raccontare e promuovere la prossima iniziativa che l’associazione sta sviluppando con il suo contributo: il Safety BarCamp del 13 giugno che sarà il prologo dell’annuale Convention AiFOS di Padenghe sul Garda.
Una delle prime regole per impostare un’intervista è quella di reperire informazioni sulla persona ed avere elementi per conoscerla. Questo soprattutto nel caso, poco piacevole, in cui non ci si possa incontrare di persona e bisogna affidarsi alle parole per capire chi si ha davanti. Se cercate Alessandra sul web la prima cosa che trovate è il suo sito personale, che vi permette sin dalla homepage di vederla in foto: sorridente, capello corto con un taglio particolare, occhi verdi che guardano lontano. A questa immagine poi si possono abbinare le frasi riportate sul taglio basso, tratte dall’ultimo dei suoi libri. “Solo ciò che è veramente solido rimane intatto; e di ciò che viene distrutto soltanto alcune cose meritano di essere ricostruite”, ma soprattutto “Un passo avanti all’altro. Così si percorre la via (…). I tuoi passi hanno un peso”.
Pochi elementi che, associati a quello che ci dice a voce, permettono di mettere a fuoco il carattere e la personalità di una donna piena di interessi ed entusiasta del suo percorso di vita e di lavoro. Con lei l’associazione sta portando avanti un interessante progetto per realizzare il primo Safety BarCamp nazionale, sul quale focalizziamo l’intervista.
Da molto tempo, assieme al presidente e al servizio formazione di AiFOS, stiamo accarezzando l’idea di organizzare un BarCamp focalizzato sui temi della salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta di una forma di non conferenza e a me piace definirlo come un luogo di condivisione, intendendo per luogo qualcosa di fisico e non fisico allo stesso tempo.
Il Safety BarCamp che abbiamo progettato poggerà sulla metodologia dell’Open Space Technology, che prevede l’interazione tra i partecipanti, i quali potranno confrontarsi in tempi brevi su diversi temi e creare momenti di condivisione non formali ma non per questo meno proficui. Questo perché la metodologia prevede piena libertà del partecipante, stimolando in quindi in lui un’assunzione di responsabilità. In tale ottica il compito di chi organizza e facilita i lavori diventa quello di mettere i partecipanti nella condizione di apprendere, appunto, e condividere. Responsabilità dei partecipanti, non di poco conto, è rendere produttivo il BarCamp per sé e per gli altri.
Ci tengo a precisare che l’evento toccherà tutti gli ambiti compresi nelle tre aree tematiche riferite ai formatori. Lo preciso perché spesso si collega questo tipo di attività, per la sua natura atipica, esclusivamente all’ambito relazionale-comportamentale (area tematica 3) mentre, invece, vogliamo che abbia rilievo anche per gli argomenti normativi e tecnici.
Il Safety BarCamp sarà un evento strutturato sia in termini di tempo che di pause, per permettere di frequentare le attività programmate sin dall’apertura dei lavori: workshop, discussioni, presentazioni. Allo stesso tempo lascerà spazio per il confronto informale e spontaneo: ad esempio, persone interessate ad un tema non previsto in fase di apertura dei lavori potranno riunirsi e discutere su quel tema. Del resto, questa dinamica fa parte della metodologia di lavoro dei BarCamp, durante i quali è normale vedere gruppetti di persone appartate a parlare; non si tratta di chiacchiere, ma confronti che danno vita a collaborazioni, gruppi di lavoro e progetti.
Il Safety BarCamp avrà un primo momento di condivisione delle regole con i partecipanti e la presentazione delle attività che saranno svolte da parte di chi propone l’attività stessa. Ogni attività o workshop potrà essere messa a disposizione dei partecipanti più volte, in base alla disponibilità del proponente e all’interesse dei partecipanti stessi. Alcune attività potranno andare deserte. Si ipotizza che alcuni workshop possono anche essere di scarso o nullo interesse per i partecipanti al Barcamp, che possono preferire altre attività. Se un workshop non raggiunge il numero minimo di partecipanti richiesti dal proponente andrà, appunto, deserto, ovvero non verrà sviuluppato e i partecipanti potranno frequentare le altre attività. Un grande tabellone metterà in evidenza workshop programmati, gli orari, i luoghi in cui si terranno le attività.
È vero che proporre un workshop ad un BarCamp spesso corrisponde ad una vetrina, ma non va inteso esclusivamente in questo modo. Chi cerca di vendere i propri prodotti e servizi ad un BarCamp, in genere, non ottiene i risultati sperati. Se lo si intende come un luogo per costruire nuove e salde relazioni i risultati saranno invece quelli attesi, in tutti i sensi. Il BarCamp, quindi, è uno dei pochi luoghi in cui il professionista potrà mettere in luce la propria vulnerabilità.
Le regole di un BarCamp sono veramente poche. Ecco perché insieme allo staff AiFOS ci metteremo tutto l’impegno dal punto di vista organizzativo. La buona riuscita dipenderà molto dalla qualità della partecipazione. Sarà un modo per sperimentare la formazione partecipata di cui parla la normativa e che ancora oggi, per molti aspetti, sembra apparire oscura. Ciò non toglie che in questo tipo di non conferenze il partecipante è responsabile del proprio apprendimento.
E comunque, varrà la “legge dei due piedi”, ovvero se ci si accorge che non si sta né imparando né contribuendo ci si può dirigere altrove senza disturbare gli altri partecipanti e l’attività.
Apertura mentale, partecipazione e voglia di mettersi in gioco. Questa prima edizione ci servirà per aprire una nuova strada, con l’obiettivo di rendere il Safety BarCamp un appuntamento annuale facendo tesoro anche delle indicazioni di feedback ottenute.
Mi piacerebbe vedere cose nuove da chi forma e un approccio nuovo da chi viene.
L’invito è quello di portare al Safety BarCamp temi, metodologie, strumenti nuovi e arricchenti. Il Safety BarCamp deve essere inteso anche come il luogo della sperimentazione. Insomma una formazione partecipata, altrimenti che non conferenza è?
Lo faremo il giorno prima della Convention a Padenghe sul Garda, ossia fuori dalla Convention, perché vuole essere un evento aperto a tutti ed al contempo una vetrina per la nostra associazione.
Potrei dire che, per anni, è stato il lavoro che ha rincorso me, visto che non posso dire di averlo proprio scelto. Tuttavia, la scelta grande è avvenuta quest’anno decidendo di aprire una mia società “Settantotto srl”, che è l’anno di nascita sia mio che del mio socio Nicola Corsano.
“Settantotto srl” nasce per supportare le persone nella vita e nel lavoro, attraverso attività di sviluppo ideate in base ai bisogni specifici del singolo e dell’organizzazione, utilizzando come strumenti principali il coaching, la formazione e la narrazione nelle loro varie declinazioni e modalità. La società si rivolge sia agli individui sia ai gruppi ed è il crocevia di coach, formatori e “narratori” che credono che il cambiamento, seppur a volte faticoso, sia possibile, che mettono al centro le persone e continuano a “studiare” per dare ai propri clienti gli strumenti di cui hanno veramente bisogno.
È una fiaba scritta per i grandi, che racconta le cose dei grandi, con luoghi fantastici, animali totem, visioni rivelatrici, un maestro, un mago e Taras... Diciamo che è anche un percorso di crescita personale, alla ricerca di un'identità personale e sociale, attraverso cui tornare "a casa" con una prospettiva diversa e più ampia di se stessi, del mondo e degli altri. E può essere letto anche dai piccoli.
Nel libro ci sono storie e metafore, che prendono spunto dall’esperienza delle persone. È in qualche modo il vissuto di ognuno di noi, anche se qualcuno mi ha detto che ci si ritrova anche il concetto di leadership, lavoro di gruppo, passaggio generazionale e altro.
“Fai il meglio che puoi con ciò che hai”. Non so di chi sia ma l’ho fatta mia da sempre.
Non si dicono altrimenti non si realizzano. Bisogna fare e tacere. Poi, una volta fatto, se ne parla (risponde ridendo)..
Mi piacerebbe vedere sempre più una formazione di qualità, dove ognuno fa il proprio lavoro. Fermo restando che per me la formazione è esperienziale, in senso largo e stretto: si tratta di provare, mettere in pratica e sperimentarsi in un ambiente protetto e controllato volto a motivare le persone. Per evitare, come dico sempre, che fare formazione sia un puro travaso di informazioni.
Ogni essere umano deve avere la possibilità di realizzare la migliore versione di se stesso. Ogni organizzazione deve avere la stessa opportunità. Settantotto nasce da questo presupposto, con lo scopo di supportare le persone (perché prima di tutto si ha a che fare con le persone), nella vita e nel lavoro, attraverso attività di sviluppo ideate in base ai bisogni specifici del singolo e dell’organizzazione, utilizzando come strumenti principali il coaching, la formazione e la narrazione nelle loro varie declinazioni e modalità.
Settantotto si rivolge sia agli individui sia ai gruppi ed è il crocevia di coach, formatori e “narratori” che credono che il cambiamento, seppur a volte faticoso, sia possibile, che mettono al centro le persone e continuano a “studiare” per dare ai propri clienti gli strumenti di cui hanno veramente bisogno.
L’approccio di Settantotto è agile, snello, trasparente, flessibile e fortemente orientato alle necessità delle persone, dei professionisti, dei team e delle aziende. Tanto che i valori che contraddistinguono Settantotto sono:
Per info 78srl.it.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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