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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Alessandro ed i colleghi di Contec AQS hanno creato un nuovo approccio alla valutazione dei rischi, capace di tenere conto dei rischi emergenti connessi anche all’età dei lavoratori. Si chiama ARAI - Age Risk Assessment Index® e rischia di essere una delle novità più interessanti sulle quali basare il futuro portfolio di ogni struttura che si occupa di salute e sicurezza sul lavoro. Alessandro è Direttore di Area di una società che, non per caso, fa del motto “Conosciamo quindi formiamo” il proprio punto di forza.
- Parliamo in prima battuta della collaborazione con AiFOS nell’ambito della campagna europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri a tutte le età”
Pur essendo centro di formazione AiFOS la collaborazione è nata per una casualità. Infatti, al tempo l’Associazione, come partner nazionale della Campagna Europea, presentò la campagna ad un’azienda di cui eravamo partner scientifico (Ferrero Mangimi). E così è stato realizzato il progetto per una valutazione dei rischi.
All’interno dell’azienda è stata promossa la realizzazione di una buona prassi che ha permesso di adottare uno specifico nuovo modello per la valutazione dei rischi aziendali in relazione al contesto dell’invecchiamento della forza lavoro. L’implementazione in azienda del nuovo approccio olistico al processo di valutazione dei rischi ha consentito di individuare nuove misure di prevenzione.
L’esperienza nella campagna europea “Ambienti lavoro sani e sicuri” ci ha permesso di mettere a fattor comune le nostre conoscenze e di collegare insieme l’esperienza della formazione con il rischio presente in azienda.
- Cosa avete realizzato?
Abbiamo sviluppato un nuovo approccio alla valutazione dei rischi, capace di tenere conto dei rischi emergenti connessi anche all’età dei lavoratori, che si chiama ARAI (Age Risk Assesment Index®) e che abbiamo ritenuto opportuno registrare sia come marchio sia in termini di proprietà intellettuale.
Per spiegarlo con una metafora, se oggi scatto una fotografia del personale della mia azienda questa, tra dieci anni sarebbe obsoleta e non permetterebbe di riconoscere le persone che, nel tempo, saranno invecchiate. Allo stesso modo, tra dieci anni sarà diverso il livello di rischio per i lavoratori che bisogna attendersi, sia nella percezione dello stesso che nella capacità lavorativa vera e propria dei dipendenti. Ecco, ARAI consente di far sì che la foto sia aggiornata di volta in volta in base alle necessità, che cambiano in relazione all’invecchiamento del personale.
- Un a sorta di “domotica del rischio”, ossia voi in prospettiva permettete di gestire (da lontano) i cambiamenti?
Più o meno. Abbiamo sperimentato una matrice di calcolo del rischio: ad esempio, un rischio che ad oggi sembra basso tra 20 anni potrebbe non esserlo più, sia per la differente situazione fisica degli addetti, che per la loro “abitudine” a fare certe procedure. Per conseguenza, cambia il punto di vista della percezione del rischio stesso.
Come detto, la concezione del lavoro prevede un’ottica olistica, con la quale viene fatto un investimento valutando che lo stesso sia non solo efficiente, ma anche utile e valido nel tempo.
- Questo approccio lo state tarando anche per altre aziende?
Inizialmente avevamo qualche dubbio, pensando che nel mercato mancasse una sorta di visione del futuro. Invece, i clienti stessi hanno eliminato ogni scetticismo e la sperimentazione fatta ha mostrato che le aziende ritengono che questo tipo di approccio rappresenti il futuro, “sia il futuro”. Così adesso lo stiamo proponendo, ovviamente modellandolo – ossia inserendolo all’interno del processo di valutazione aziendale -sulle singole aziende che vogliono guardare oggi problematiche di domani…
Peraltro, con tale approccio si può comprendere che anche la formazione è migliorabile: è infatti emerso che il processo di formazione è importante proprio perché consente di dare la consapevolezza che il rischio residuo, se non tiene conto della realtà dei lavoratori, non è veritiero. Per questo con AiFOS abbiamo pensato di impostare una formazione su questa tipologia di rischio emergente.
- Uno slogan che vi caratterizza?
“Conosciamo quindi formiamo”. Significa che andiamo a raccontare ciò che facciamo e siamo ogni giorno.
Questo perché nel Gruppo Contec sono presenti specialisti di diverse discipline e per questo riusciamo ad andare in aula con progetti, anche interdisciplinari, nei quali l’efficacia è proprio data dal raccontare ciò che facciamo ogni giorno. Come si può comprendere, dunque, come docenti non siamo dei “puristi” di aula, ma tecnici che, pur senza voler peccare di presunzione, si ritengono preparati.
- Altri progetti di cui vi state occupando?
Logistica e sicurezza dei magazzini dove stiamo facendo convegni. Inoltre, la valutazione e gestione dei rischi negli spazi confinati e l’ergonomia nella valutazione del rischio; in quest’ultimo ambito stiamo collaborando con una start up universitaria che prevede una tuta (sistema inerziale) capace di registrare i movimenti dei lavoratori e la successiva elaborazione dei dati secondo modelli matematici. In pratica, il dato diventa l’esatta riproduzione del movimento che l’operatore ha compiuto.
Eppoi, uno prossimi eventi che tengo a menzionare riguarda la sicurezza in cantiere: “Da Brunelleschi al coordinatore” è il titolo di un convegno che verrà fatto a Firenze in occasione dell’anniversario dell’entrata in vigore della direttiva cantieri 494. Nel tempo a nostra disposizione, tanto per non essere mai banali, racconteremo l’intervento in sicurezza fatto nel restauro del Palazzo di Capitanio a Verona.
Come detto, cerchiamo sempre di collocarci su un modo di fare formazione che si avvicini il più possibile alla realtà che viviamo.
- Diciamo che nella tua azienda non tralasciate di connotarvi per la vostra componente avveniristica…
Noi la chiamiamo “ricerca e sviluppo” e ci crediamo perché è quella che ci differenzia nel mercato. Tengo a precisare con orgoglio che il nostro gruppo può vantare 3 milioni di ore di ingegneria sviluppate. Senza dimenticare che, con 8,5 mln di fatturato e 150 addetti, siamo Rspp di 25mila lavoratori.
- Come nasce la tua carriera professionale e come arrivi ad occuparti di salute e sicurezza sul lavoro?
Nasco come geometra, libero professionista e fin dal 1999 mi sono occupato di sicurezza nei cantieri. Questo perché il tema anche sociale della materia mi ha coinvolto soprattutto a livello umano. In seguito sono diventato Rspp e specializzato in via esclusiva (formatore auditor 18001…).
Poi, per quanto riguarda Contec AQS, sono un fondatore della società, nata nel 2008 per la volontà dei soci che volevano dare una dignità propria a questi servizi. Questo perché, per avviare la società, il gruppo Contec fece una collaborazione con l’Ing. Palombarini con cui collaboravo.
- Nei tuoi quasi venti anni di esperienza come vedi cambiato l’approccio alla materia?
In ambito generale, prima la sicurezza era considerata una seccatura, un obbligo formale. Ora invece noto sempre più che si comincia ad intravedere l’opportunità di lavorare meglio. A mio avviso, tuttavia, servirà un ulteriore cambio di passo, specie nelle pmi; ma le nuove generazioni sono più attente e potranno fare da volano.
Passando invece alla formazione, l’attività dovrebbe essere considerata un momento di condivisione: ma per fare questo dipende molto dall’attenzione del docente e dal suo approccio nei confronti dei discenti. Perché il senso primario che ha (o che dovrebbe avere) la formazione è quello di essere quasi un modo per fare educazione alla sicurezza. Da questo punto di vista, ritengo che, come Contec AQS, riusciamo a dare un valore aggiunto.
- Sogno nel cassetto?
Fare in modo che questa esperienza possa essere ancora di più a servizio nelle imprese. Inoltre, credo molto nell’importanza dei modelli organizzativi e nel bisogno di fare formazione specifica all’interno degli organismi di vigilanza aziendali. Questo perché fare attività partendo da loro sarebbe un beneficio per l’intera filiera.
- Elementi del tuo modo di fare formazione?
Parto sempre da un caso pratico e da come è stata gestita un eventuale problematica, anche legale e soprattutto inquadrare (rendere l’esempio di) quella che è la responsabilità in materia di sicurezza di chi ho di fronte.
- Una tua caratteristica?
I colleghi mi definiscono il “nano Brontolo della società” perché sul lavoro sono molto pragmatico (e anche serioso): magari sarà anche vero, fermo restando che in aula il sorriso (e anche la battuta) è fondamentale.
Contec AQS – Ambiente Qualità Sicurezza nasce come struttura dedicata a fornire servizi relativi alla sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, alla tutela dell’ambiente e ai sistemi qualità aziendale, settori oggetto di continue attenzioni del legislatore.
Lo staff di Contec AQS è composto da professionisti con esperienze maturate nei maggiori contesti nazionali (grandi imprese, infrastrutture strategiche) e da un team di tecnici selezionati sulla base di curriculum di rilevante profilo.
L’organizzazione opera nell’ambito di una solida struttura aziendale e di un rigoroso approccio gestionale che fa propria la pluridecennale esperienza di Contec Architettura e Ingegneria.
Contec AQS si avvale di consulenze tecnico-scientifiche e giuridiche di esperti provenienti dal mondo accademico a garanzia di un servizio costantemente aggiornato alla normativa nazionale, comunitaria ed internazionale, oltreché alla tecnologia, conoscenza e pratica disponibile.
L’obiettivo di Contec AQS è di fornire servizi di eccellenza affinché le aziende clienti garantiscano al proprio personale ed alla comunità ambienti salubri, sicuri e bene organizzati e, per tale via, creare vantaggio dal punto di vista economico, ambientale e sociale.
Contec AQS è parte del Gruppo Contec. Il Gruppo Contec fornisce soluzioni e servizi di ingegneria, ambiente, qualità, sicurezza, processi industriali, energia, IT e sviluppo real estate.
Per info www.contecaqs.it.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
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