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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Sapevate che esistono i tecnologi alimentari? Alice possiede (anche) questo titolo e, nell’ambito della formazione, lavora alacremente per ritagliarsi giorno dopo giorno una nicchia di mercato interessata a servizi specialistici in ambito di sicurezza alimentare. Del resto, qualcuno di voi ha mai pensato a come vanno formati gli operatori della ristorazione, oppure saprebbe cosa proporre per realizzare un happy hour, fatto sia in sicurezza che in qualità?
- Lo scorso 7 ottobre sei stata relatore all’evento “Mettiamo la sicurezza nel piatto” organizzato dalla Asl di Milano e svoltosi al Centro per la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano. Come è andata?
Direi che si è trattato di uno dei primi eventi che ha posto l’attenzione sul modo in cui il consumatore si pone di fronte agli acquisti e alla necessità di rispettare alcune semplici regole nella spesa e nella conservazione degli alimenti. Forse, a mio avviso è stato poco promosso verso un’utenza non specializzata, che era proprio il target atteso; peraltro, ad essere sinceri, mi attendevo molto dalla possibilità che Expo fosse un veicolo di aggregazione all’interno della Città di Milano.
Ciò non toglie che, l’evento in sé sia stato una bella vetrina, specie per entrare in contatto con molte istituzioni: ci siamo fatti conoscere ad un mondo di autorità competenti, dove trovare possibili sinergie e collaborazioni.
- Argomento del tuo intervento: “Come deve essere formato l’operatore della ristorazione? Elementi per la sicurezza del consumatore”. Cosa si intende?
È importante far capire agli operatori della ristorazione il valore della sicurezza del cliente. Il consumatore sul web ormai sceglie a proprio piacimento dove e cosa mangiare: formare il ristoratore e fargli acquisire un ben preciso punto di vista sulla materia significa fargli cambiare il modo di presentarsi.
Poniamo ad esempio l’importanza dell’etichettatura, vale a dire il presentare il menu in maniera differente, proporre scelte mirate in linea con il proprio modo di intendere il mestiere. Ecco, l’obiettivo è fornire agli operatori stessi degli elementi per comprendere come uscire dal gruppo e proporre le proprie caratteristiche.
- E tu su questo incentri buona parte della tua esperienza, non è vero?
La ristorazione è un mondo a sé stante, con poche obbligatorietà ben definite dal punto di vista normativo e relative alla sicurezza; nonostante i controlli effettuati dalle Autorità Competenti il ristoratore non si sente mai “stimolato” ad intraprendere iniziative di tutela di salute e sicurezza in modo autonomo, se non in ambito di autocontrollo aziendale (HACCP), dove sa esistono sanzioni ben precise.
Le criticità sono le più svariate: piccole imprese, personale non qualificato straniero, alto turn over del personale (in quanto prevalentemente stagionale). Eppure, a mio avviso, resta un settore forte, con grandi prospettive e ampi margini di miglioramento, dove diventa strategico fare formazione mirata e specifica.
- La tua risposta ci porta a porre la fatidica domanda: cos’è un tecnologo alimentare?
Significa essere una persona laureata in scienze e tecnologie alimentari (laurea quinquennale) che ha superato un esame di stato e si è iscritta ad un albo specifico (in Liguria e Lombardia siamo in 450 circa). Passando alle definizioni, il tecnologo alimentare è un professionista che possiede competenze ad hoc per analizzare il sistema complesso della filiera alimentare (produzione, trasformazione, distribuzione, ristorazione, ospitalità) e per gestire la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dei processi e dei prodotti dal “campo alla tavola”, a beneficio dei consumatori, delle imprese, delle istituzioni.
- Dunque sei un formatore specializzato che, come CFA, mira a diventare punto di riferimento per il settore della ristorazione?
Direi che riassume abbastanza bene la mia condizione. Lavorativamente parlando, prima ero una libera professionista, poi ho unito le forze con un esperto in sicurezza sul lavoro proprio per allargare l’ambito di competenza.
Nel 2012 è nata SicFor S.r.l., che si occupa di consulenza e formazione nel settore alimentare, privacy e salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Operiamo prevalentemente nel campo dei pubblici esercizi e della ristorazione, oltre che a seguire aziende del commercio ittico all’ingrosso e torrefazioni; siamo convinti che “il cibo non basta”, ma che sia necessario anche valorizzare e far conoscere cosa sta dietro un prodotto alimentare, in termini di lavoro e di competenze. Perché questo sarà il miglior biglietto da visita specie per le piccole imprese del campo della ristorazione, davanti ad utenti che fanno del passaparola la propria arma di selezione.
- Quella che descrivi è una prospettiva lavorativa intrigante; immagino non sia facile…
Grazie alle conoscenze e all’esperienza fatta siamo convinti della bontà del lavoro. Non a caso, proprio al convegno di Milano abbiamo avviato una collaborazione diretta con Asl Città di Milano. Inoltre, al di là di corsi o convegni già realizzati o in programma, penso alla realizzazione di incontri tematici, insomma direi che molto bolle in pentola. E poi, se per molti si può trattare di una nicchia, per me rappresenta il campo di lavoro e di soddisfazione personale.
Credo fortemente che la sicurezza alimentare vada valorizzata e che sia necessario darle un’ulteriore credibilità; non a caso, nel 2004 mi sono laureata con una tesi dal titolo “Valutazione igienico sanitaria degli happy hour” (Evito di raccontare cosa riscontravo di persona durante la realizzazione della tesi confida, sorridendo) e resto convinta che trasmettere i giusti segnali agli operatori – il capire le esigenze dei clienti e cosa proporre in un happy hour, sia in sicurezza che in qualità - consenta loro di fare un passo in avanti incredibile.
- Sogno nel cassetto?
Pubblicizzare in maniera giusta e corretta la mia professione in mezzo a tanti professionisti improvvisati e poter avere i mezzi per investire in qualcosa di più della pianificazione di base. D’altronde il fare cose nuove mi stimola (dice letteralmente Mi piace uscire dal seminato e dal seminario).
SicFor Srl è una società che opera in diversi settori inerenti la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro ed il settore alimentare, offrendo alle aziende assistenza e consulenza continuativa, oltre che corsi di formazione specifici. Il team di SicFor ha sviluppato negli anni un’esperienza che mira a soddisfare ogni tipo di esigenza aziendale affrontando passo dopo passo le difficoltà di un settore in continuo mutamento.
Per quanto riguarda il settore Igiene degli Alimenti, SicFor vanta la presenza di un tecnologo alimentare e fra le varie attività effettate si propone per:
- Assistenza in fase di nuova apertura attività o subentro;
- Redazione del manuale di autocontrollo con realizzazione di procedure ed azioni correttive mirate allo specifico settore di appartenenza;
- Formazione di tutto il personale;
- Campionamenti alimentari e tamponi superficiali;
- Sistema di rintracciabilità alimentare;
- Assistenza in tema di etichettatura Reg. CE 1169/2011.
In qualità di Centro di Formazione AiFOS, SicFor ha come primo obiettivo la specializzazione degli operatori del settore alimentare per garantire collaborazioni maggiormente efficaci tra consulente ed impresa. È in fase di progettazione una cooperazione con Asl Città di Milano per offrire una formazione di qualità, efficace e allineata all’evoluzione del settore.
Negli ultimi anni ristoratore e consumatore vivono una sorta di “rivoluzione alimentare” dovuta in primo luogo alla facilità degli spostamenti che permette di arrivare alle tavole di ogni parte del mondo. La consapevolezza del consumatore si accresce di giorno in giorno attraverso riviste specializzate, programmi tv, gare culinarie e soprattutto manifestazioni a carattere internazionale, come l’appena concluso Expo Milano 2015.
Il punto critico del giorno d’oggi è l’opinione diffusa che debba essere tutelato solamente il cliente. Per tutelare un cliente bisogna renderlo consapevole di ciò che ha nel piatto: della sua qualità prima che della sua quantità, del suo aspetto visivo, del piacere che ne può derivare.
Ma prima di tutto ciò è necessario e fondamentale che chi serve una colazione, un pranzo o una cena, un aperitivo, ecc., ma anche chi ci accoglie in un locale, chi ci serve, chi fa le pulizie, chi lavora anche per un solo giorno sia formato adeguatamente: sia cioè consapevole dei rischi del mestiere in modo tale che la sicurezza non venga compromessa.
Non si tratta solo di “addestramento” o formazione, ma di cura verso il prossimo.AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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