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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Anna fa parte della ‘nuova generazione’ di formatori. Lo comprendi subito, anche solamente sentendola al telefono, per come parla e l’entusiasmo che mette nel descrivere le cose che fa. Ad esempio, non usa la parola ‘progetti’ per definire le attività formative ma parla di ‘percorsi’; ha una preparazione atipica, basata sulla cooperazione, il teatro di comunità e altre esperienze che ha immesso nelle attività formative che propone con lo Studio PiCiEffe. Perché, a suo avviso, la formazione è un vestito che va cucito addosso al cliente e, magari, va rivitalizzata utilizzando competenze diverse. Un esempio? L’ausilio dei fisioterapisti coinvolti nel progetto “La movimentazione manuale dei pazienti”, che le è valso il Premio Innovazione 2017.
Tra i Premi Innovazione 2017 ha ottenuto un riconoscimento anche il progetto “La movimentazione manuale dei pazienti” dello Studio PiCiEffe, un corso tenuto in collaborazione con fisioterapisti esperti allo scopo di aumentare le conoscenze inerenti l'anatomia e fisiologia della colonna, la biomeccanica, l'ergonomia, il corretto uso degli ausili e le principali tecniche di movimentazione.
In realtà, l’obiettivo vero e proprio non era focalizzato solamente sull’ampliamento della consapevolezza di nozioni ma, volto a migliorare la percezione del proprio corpo: presupposto di base il fatto che una buona consapevolezza delle proprie possibilità individuali può prevenire le lesioni al rachide, le malattie professionali e, non ultimo, migliorare e rendere più sicura l'assistenza rivolta ai propri pazienti. A raccontarlo ci pensa Anna Gottardo, ossia colei che nello Studio PiCiEffe si occupa di promozione, progettazione, organizzazione e gestione della formazione per la sicurezza.
- Come vi è venuta l’idea?
Due dei nostri principali clienti di occupano si movimentazione manuale dei pazienti. Inoltre, ho una passione per lo sport, collegato al movimento e al benessere e ho preparato il corso con un’insegnante e fisioterapista Maddalena Stefani con cui frequento un gruppo di performer che approfondisce percorsi di espressività corporea e che lavora attraverso il “corpo cosciente”. Insieme a lei abbiamo sviluppato la parte sulla movimentazione dei pazienti con l’ausilio della fisioterapista Giovanna Tono.
- È un corso innovativo, ma molto specifico. A chi è rivolto?
Diciamo che, nella sua modalità di base, è destinato prevalentemente a cooperative sociali.
Vero è che l’idea fondante a base di un nuovo modo di fare formazione è che diventa sempre più importante definire e declinare corsi adatti ad ogni tipologia di lavoratore.
Questo perché la formazione e la conseguente attenzione alla SSL, a mio modo di vedere, vanno sempre più segmentati e disegnati per tipologie specifiche di lavoratori.
- Diciamo che questo tipo di percorso che proponete si delinea al limite tra formazione e addestramento. Cosa lo identifica?
(Ci pensa). La parte di quello che abbiamo definito “coscientizzazione corporea” fa la differenza. Con questo termine, che fa riferimento alla cosiddetta ‘Back school’, richiamiamo percorsi formativi di ginnastica posturale che servono in particolare a fare prevenzione, proprio perché l’obiettivo è far sì che la percezione del proprio corpo diventi elemento di prevenzione.
Nello specifico, ciò significa che il percorso mira a far sperimentare e far sentire il proprio corpo ed in particolare, la propria schiena, intesa come padronanza di sé, del proprio essere, inteso come strumento di lavoro da sfruttare sì, ma da non portare oltre il limite. Attraverso un percorso che coniuga approfondimenti teorici sul funzionamento del corpo umano e sperimentazione su di sé, con esercizi appositi, si arriva a esperire concretamente la corretta ergonomia del rachide: questo è ciò che chiamiamo “coscientizzazione corporea”, la prima parte del nostro percorso, che anticipa quella sulla movimentazione dei pazienti vera e propria.
- Risultati?
Abbiamo ottenuto un positivo riscontro, soprattutto per quanto riguarda la presa di coscienza da parte dei discenti. Rispetto a capacità quali il corretto sfruttamento delle leve corporee, l'uso della forza-peso e la conoscenza e consapevolezza della proiezione del baricentro. Questo ha consentito di ottenere conoscenza di determinati risultati, benefici e anche la scoperta dei punti critici del proprio corpo.
- È questo il futuro della formazione?
A mio avviso, il beneficio per un nuovo modo di fare formazione e magari dare una rivitalizzazione a quanto viene trasmesso, può risiedere nel avvalersi del contributo di esperti esterni alla materia vera e propria, come abbiamo fatto in questo caso, coinvolgendo i fisioterapisti. Questo perché, come formatori, si arriva fino ad un certo punto di conoscenza; solamente il supporto di esperti permette di far acquisire al corso un valore più profondo ed esplicitare certi argomenti che, altrimenti, restano pure nozioni.
Fermo restando che, si punta sempre di più a ‘cucire’ la formazione addosso al cliente, come se fosse un abito su misura.
- Altri progetti?
Un percorso formativo studiato ad hoc per la prevenzione e l’elaborazione di percorsi rispetto all’aggressività da parte dell’utenza. Questo corso viene fatto con l’aiuto di uno psicologo e di un istruttore di tecniche di autodifesa (entrambi comunque preparati a fare un certo tipo di formazione), sempre nell’ottica del coinvolgimento di personalità diverse.
- Caratteristica della formazione?
(Senza esitazioni) L’importanza del lavoro preliminare per far sì che ogni tassello possa contribuire al corso e ‘trasmettere’ qualcosa che poi diventi patrimonio dei discenti.
- Quale a tuo avviso sarà la formazione del futuro?
Quella che vedrà prevalere la partecipazione a costruire della sicurezza da parte di tutti gli attori e dove ognuno possa ‘mettere il suo’, anche inteso come condivisione del proprio sapere personale.
- Slogan?
Mi piace “Se vuoi conoscere veramente qualcosa, prova a cambiarla” di Kurt Lewin, perché richiama l'idea di compartecipazione alla costruzione di una nuova cultura della sicurezza da parte chi è coinvolto, dai lavoratori ai datori di lavoro.
Studio PiCiEffe è una realtà che vede la partecipazione di professionisti attivi da molti anni nell’ambito della Sicurezza sul Lavoro.
Il Nostro obiettivo è quello di offrire ai clienti un servizio caratterizzato dal massimo livello qualitativo possibile, disegnando su ogni specifica realtà lavorativa un percorso di gestione personalizzata tesa all’adempimento degli obblighi di legge previsti dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. ed al successivo mantenimento di tali adempimenti.
I servizi che Studio PiCiEffe propone coprono tutti i settori in cui si suddivide la gestione della Sicurezza sul Lavoro, con una particolare attenzione verso la Formazione dei Lavoratori, l’attività di Consulenza Esterna, l’attività di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Esterno, la Misurazione degli Agenti Fisici (rumore, campi elettromagnetici, vibrazioni, radiazioni ottiche artificiali, illuminamento,...).
Abbiamo una ventennale esperienza nel campo della gestione della Sicurezza Alimentare, forniamo consulenza in materia e realizziamo Manuali H.A.C.C.P.
Per info www.studiopicieffe.it.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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