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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Si chiama “PASCON – Palestra itinerante per le Attività in Spazi CONfinati” il progetto con il quale Corrado si è aggiudicato il Premio Innovazione AiFOS 2018. Sostanzialmente, parliamo di una palestra "trasportabile" nella quale svolgere addestramento e formazione per il lavoro all’interno di spazi confinati, costituita da un apposito container dotato vari accessi attrezzati. Corrado, nell’intervista, ci racconta il progetto della palestra e la passione per la musica (suona la chitarra e canta): una passione che, nonostante sia un tipo logico (come il vulcaniano Dr. Spock della saga di Star Trek), gli ha permesso di diventare l’estroverso del gruppo.
Creare una palestra itinerante per fare formazione sugli spazi confinati. È questo il proposito che ha permesso la realizzazione di Pascon. La palestra, il nome nasce appunto dall’acronimo che associa le iniziali delle parole Palestra, Spazi e CONfinati, è costituita da un apposito container avente vari accessi per l’ingresso in spazi confinati. A spiegarci i contenuti, Corrado Bertin, che del progetto è l’ideatore.
Pascon è utilizzabile per le simulazioni di accesso, di recupero e di salvataggio nelle più svariate condizioni di ipotetico pericolo. Disponibile in quanto la palestra viene installata direttamente presso le aziende, consentendo ad ogni operatore (committente, aziende appaltatrici, ecc.) l'accesso immediato; è un contesto che riteniamo sia efficace, in quanto coniuga la disponibilità dell’utilizzo di uno spazio adeguato a fare esercitazioni pratiche ad un team di esperti formatori, coadiuvati da medici competenti, al fine di proporre la migliore esperienza formativa di lavoro in spazi confinati.
Diciamo che deriva dalla mia esperienza di lavoro. E poi lo stimolo è stato quello di cercare soluzioni per provare ad evitare certe tragedie. Ricordati che sono di Ravenna e avevo in testa un evento drammatico che nel 1987 sconvolse la città: mi riferisco al disastro della nave “Elisabetta Montanari”, gasiera parcheggiata proprio al porto di Ravenna in cui morirono 13 persone a causa della saturazione da fumo. Mai più sugli striscioni, ma invece le morti si ripetono e ogni morto è una sconfitta per il mondo della salute e sicurezza sul lavoro.
Sono attualmente amministratore unico di una società metalmeccanica (Eco Mec) e anche delegato alla sicurezza per la società Idromacchine, con la quale ho condiviso il progetto Pascon. Questo perché ci siamo resi conto che proporre una palestra itinerante per la pratica di spazi confinati significava andare a casa delle aziende per fare simulazioni vere e proprie, garantendo loro ci non perdere tempo negli spostamenti e avere a disposizione adeguati spazi che potessero replicare le loro esigenze in loco.
Peccato in un’intervista scritta non poterla far vedere: parliamo di un container predisposto con i suoi parapetti per ingresso spazi confinati (serbatoi, colonne, silos), per effettuare una simulazione in modo più veritiero possibile e che preveda anche impostazioni di salvataggio vero e proprio. Questo per fare in modo che gli addetti siano in grado di intervenire immediatamente, visto che in alcuni casi i Vigili del Fuoco non entrano negli spazi confinati. A questo poi aggiungiamo la possibilità di svolgere anche corsi antincendio e primo soccorso.
Il paragone, inteso come portata innovativa, potrebbe calzare. La gente acquisisce la consapevolezza di un corretto comportamento compiendolo su contesti reali e non simulatori più o meno veri.
Finora sta andando bene e il premio lo testimonia, anche perché simo riusciti a mantenere bassi i costi delle palestre. La chiave di volta è il ritrovarsi il corso in sede, ovviamente.
Diciamo che bisogna ragionare in un modo un po’ diverso, nel senso di un’evoluzione nell’approccio alla sicurezza.
È stata una felice ed inaspettata gratificazione. Volevamo portarlo a Bologna ma non so se riusciremo quest'anno, ma con molta probabilità la porteremo a Sesto San Giovanni ad una fiera che dedica tre giorni a sicurezza e innovazione: un bel veicolo pubblicitario.
Facciamo tante cose, quello sì. Ma al momento direi che sono molto preso da Pascon e dal suo crescere.
Assolutamente per caso. Finita la scuola mi sono adattato a quello che trovavo. Ho iniziato come manovale carpentiere. Ho fatto tutta la gavetta e lo dico con orgoglio, compreso l’essermi infortunato (in questo caso, con un po' meno orgoglio). Forse è proprio da lì che è nata l’attenzione alla sicurezza. Parliamo di un’epoca in cui nello stabilimento petrolchimico dove lavoravo, la sicurezza era quasi a zero; per fare un esempio, nello stabilimento girava un omino in bicicletta che, con un trapano elettrico, faceva ai DPI dei lavoratori, per dare aria, fori nei caschi o nelle scarpe… Insomma, negli anni, diventando capo squadra e capo cantiere ne ho viste tante. Poi nel 1990 mi sono trovato a confrontarmi prima con il 547 e poco dopo il 626, e lì mi fu chiesto di occuparmi della sicurezza. Posso dire che la sicurezza l’ho vista da tutti i punti di vista e da tutte le angolazioni e tutto ciò mi è tornato molto utile.
Non ho un vero e proprio sogno. Piuttosto idee interessanti. Noi in Romagna diciamo “strolgarsi” per intendere l’idea di arrovellare il cervello per farti venire idee utili a te e agli altri. Certamente, mi piacerebbe continuare a fare il mio lavoro ossia quello in cui mi alzo la mattina contento di farlo e fare in modo che possa servire a dare un contributo nel trovare sempre nuove soluzioni migliorative.
Noi siamo altro, noi siamo oltre. Non vuole sminuire altri ma testimoniare una volontà di ricercare sempre nuove soluzioni. Trovare spunti per avere entusiasmo in quello che si fa: perché la sicurezza va intesa sempre come un opportunità.
Sono un tipo piuttosto analitico e razionale: hai presente il vulcaniano Dr. Spock di Star Trek che fonda il suo pensiero sulla logica? Anche se poi, paradossalmente, la passione per la musica (suono la chitarra e canto) mi ha consentito persino di diventare l’estroverso del gruppo….
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