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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Se ti occupi di sicurezza, uno come Efisio certamente non puoi non averlo conosciuto. Questo perché è sempre presente in ogni manifestazione che conta, con il suo sorriso e la sua energia. E non solo perché è, tra l’altro, il vicepresidente di AiFOS, ma perché la tutela della sicurezza è parte della sua vita e lui è instancabile nel portare avanti ogni iniziativa che possa valorizzarla. Con lui non facciamo a tempo ad approfondire il fatto che qualche giorno fa è riuscito a mettere in scena una spettacolo sul tema, perché già sta facendo i preparativi per inaugurare una nuova sede del suo centro di formazione. Insomma, magari per descrivere la sua ‘carica’ può essere indicato un proverbio sardo, ossia della sua terra, che dice: “Il lavoro assiduo vince ogni cosa (Trabagliu continuu binchet ogni cosa)”.
- Avete appena finito di portare in scena, con successo, uno spettacolo teatrale della compagnia Rosso Levante dal titolo “Giorni Rubati” che tratta il tema degli infortuni sul lavoro. Come ti è venuta l’idea?
Lo scorso anno, al Safety Expo di Bergamo, ebbi modo di assistere allo spettacolo che la compagnia fece per i partecipanti alla fiera. Rimasi stupito, commosso ed entusiasta della cosa.
Da subito decisi che mi sarebbe piaciuto replicare lo spettacolo in Sardegna, anche perché resto sempre convinto che si impara di più a vedere questi spettacoli che a fare teoria. Perché si ascoltano, in forma di racconto o recitazione, esperienze “vere”, vissute in prima persona o riportate, proprio in quanto purtroppo la maggior parte degli infortuni è dovuta a errori umani.
- E, a distanza di una stagione, il debutto al Teatro Massimo di Cagliari: non avete perso tempo…
Ho potuto contare sul sostegno del Direttore regionale Inail, che si è subito mostrato particolarmente entusiasta. Così l’abbiamo messa in piedi ed è stato un successo.
La cosa che mi ha dato maggior gratificazione e che al di là degli addetti ai lavori e delle figure istituzionali, erano presenti alla rappresentazione una grande quantità di studenti. Questo è stato bello: almeno 450 persone che hanno ascoltato, si sono emozionate e hanno applaudito.
Tengo a precisare che l’iniziativa è stata organizzata da Isfos, Consulteam e Confalp, con contributi diversi da parte di aziende e il patrocino di AiFOS, Inail, Comune di Cagliari, Agenzia Regionale per il Lavoro, CTM, l’ATS (Azienda Tutela Salute Sardegna), ARST ecc...
- Soddisfatti?
Ritengo che sia stato raggiunto uno splendido risultato, regalando emozioni e offrendo spunti di riflessione. Non va dimenticato che la sicurezza sul lavoro è un diritto del lavoratore, ma è anche un dovere; e riuscire a sensibilizzare efficacemente i lavoratori e gli studenti, che saranno i futuri lavoratori, è un impegno annoso che richiede forze congiunte. È un impegno a favore di una società sana.
Riuscire a far convergere l’attenzione di tutti, verso una tematica così importante, rappresenta per noi un incoraggiamento ed uno stimolo a perseguire, con altre iniziative sociali.
L’unico rammarico è che, purtroppo, non abbiamo ancora potuto fare attività correlate alla manifestazione: ma le stiamo valutando, perché comincia a manifestarsi l’interesse nelle stesse scuole.
- Archiviato un progetto sei passato subito al successivo: il 7 giugno inauguri la nuova sede del tuo centro di formazione, all’interno della quale è presente un laboratorio per svolgere le attività pratiche. Che puoi dirci?
Quello che andiamo a battezzare non è un tradizionale centro di formazione. Noi lo abbiamo chiamato poligono di addestramento (così nell’insegna), nome che la dice lunga su come intendo la sicurezza, perlomeno quella proiettata nel futuro.
Cosa contiene il poligono? Uno spazio confinato profondo 3,8 e lungo 5 metri, un ponteggio di 12 metri, dove svolgiamo l'addestramento dei formatori e dei lavoraotri per i lavori in quota, oltre al modulo per montaggio smontaggio ponteggi; un tetto con pendenza del 45%, da 0 a 2 metri, dove da una parte c’è un coppo (che simula il tetto di un’abitazione) e dall’altra una lamiera grecata (che simula il tetto di un capannone, con in cima una linea vita), un tubo lungo 6 metri con un diametro interno di 85 cm che all’occorrenza si riempie di fumo e vi accedono persone dotate di autorespiratore.
Inoltre, è presente uno spazio con quadri elettrici per corsi che abilitano a lavori su impianti elettrici, in tensione e non. Insomma, puntiamo a valorizzare la parte pratica e renderla qualcosa di concreto.
- Ritieni dunque superati i centri di formazione di vecchio stampo e che l’avvento del poligono di addestramento rappresenti il futuro?
Ne sono convinto. E me lo dimostrano anche gli ottimi riscontri. Perché il futuro vero della formazione sono le attività di addestramento. Possiamo continuare a fare i moduli all’infinito, ma c’è un segmento dell’attività di addestramento che è la cosa che rimane indelebile nella percezione di chi viene formato.
- In questi anni cosa ritieni sia cambiato nella formazione della sicurezza?
Da un livello di attività per così dire “artigianale”, siamo arrivati ad una fase di attività “professionale”, dove non ci si può improvvisare. O insegni ad operare o fai teoria avendo consapevolezza che da quest’ultima rimarrà solo teoria.
- Come hai iniziato?
Provengo dal settore petrolchimico. Sono stato Segretario nazionale di un’organizzazione sindacale. Poi ho fatto parte dei Comitati grandi rischi per chimica.
Nel 1992, ho deciso di andar via da Eni, di cui ero dipendente e ho iniziato da subito a fare l’imprenditore. Sono stato il primo ad avviare attività in Sardegna in materia di sicurezza e formazione e medicina del lavoro in un’unica azienda.
- Se dovessi dare una definizione di te, cosa diresti?
Che sono uno a cui non piace trattenersi troppo nelle cose che fa. Non è un caso se, ogni 3/4 anni diversifico e incremento le cose di cui mi occupo.
Penso che sia utile avere una propria affabilità, ma deve essere strettamente correlata con una certa determinazione. Soprattutto se si vogliono raggiungere obiettivi.
- Dopo una risposta simile non posso che chiederti quale sarà la prossima attività?
Lo zoccolo duro della formazione tradizionale resta, ma devi inventarti cose nuove altrimenti la formazione diventa pura ritualità.
Il presente è che abbiamo sperimentato un corso validato da AiFOS, che ha il titolo “Indagini di polizia giudiziaria a processo penale: diritti e difesa dei soggetti della sicurezza”. Si tratta di un ambito nuovo, di cui al momento non si è occupato nessuno. Il prossimo 6-7 giugno, in concomitanza della inaugurazione della sede, metteremo in scena la II edizione.
Il futuro? (sorride di gusto) Stiamo lavorando ad un progetto frutto della collaborazione e delle sinergie che si sviluppano all’interno di AiFOS. Perché è indubbio che ci siano tante cose da fare nel mondo della formazione della sicurezza e l’aggiornamento non può certo essere fatto in modo tradizionale. Le norme prevedono che si trattino argomenti non affrontati in precedenza.
- Sogno nel cassetto?
Da vicepresidente di AiFOS ti rispondo che mi piacerebbe fare emergere nuovi professionisti, ossia far crescere giovani che possano proseguire nel percorso di innovazione. Questo perché, al momento, sono ancora pochi quelli con la ‘testa sulle spalle’ che li renda capaci di guardare al di là dell’orizzonte e poi perché ritengo che valorizzare le nuove generazioni sia un proposito che ogni associazione dovrebbe avere come principio fondante..
- Uno slogan che ti caratterizza?
La formazione non è un rito, ma innovazione.
Formazione, motivazione, apprendimento. Questo è ISFoS.
L’ISFoS è Centro di Formazione AiFOS: il nostro impegno è volto alla valorizzazione del ruolo della formazione per lo sviluppo della cultura della professionalità.
Mission
qualificazione della formazione.
Strategia
valorizzare la formazione come strumento indispensabile per la crescita della persona e del sistema-Paese.
Responsabilità
la formazione è una forte leva per il cambiamento del modo di agire e pensare delle persone.
Professionalità
le nostre competenze nella formazione nascono dall’esperienza, dalle capacità strategica e creativa, dal costante aggiornamento e sono al servizio delle Organizzazioni alle quali ci rivolgiamo.
I nostri formatori vantano esperienza specifica nella formazione e nella sicurezza, partecipano a specifici moduli formativi finalizzati alla qualificazione AiFOS e sono in possesso dei requisiti previsti dal Decreto interministeriale del 6 marzo 2013.
Per info www.isfos-srl.com.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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