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La Direttiva n. 3 del 2017 pone questo obiettivo da raggiungere in tre anni
La Legge 7 agosto 2015, n. 124 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, all’articolo 14, introduceva nuove misure per la promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che le amministrazioni pubbliche sono chiamate ad attuare a decorrere dalla data di entrata in vigore della stessa Legge. La disposizione prevede che le amministrazioni pubbliche adottino misure organizzative volte, tra l’altro, all'attuazione del telelavoro e alla sperimentazione di “nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, il cosiddetto lavoro agile o smart working”.
Proprio in materia di lavoro agile, è stata recentemente è stata emanata dal Governo la Direttiva n. 3 del 2017, vale a dire la cosiddetta “Direttiva Madia”, con le finalità sottese dell’introduzione di nuove modalità di organizzazione del lavoro basate sull’utilizzo della flessibilità lavorativa, della valutazione per obiettivi e della rilevazione dei bisogni del personale dipendente, anche alla luce delle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Tale documento indica che le misure da adottare devono permettere, entro tre anni, ad almeno il 10% dei dipendenti della Pubblica Amministrazione di avvalersi delle nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, garantendo che se ne possano avvalere «senza subire penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera».
Dunque, si prospettano tempi brevi per vedere concretamente operativo il lavoro agile nella Pubblica Amministrazione, quantomeno per un 10% dei dipendenti. E già si viene a conoscenza dei primi progetti sul tema impostati da Presidenza del Consiglio e il Ministero dell'Economia e delle Finanze, mentre tra le amministrazioni locali si contano già esperienze consolidate. L'Osservatorio del Politecnico di Milano prevede che dei potenziali cinque milioni di smart workers che ci saranno in Italia nei prossimi anni, 1,3 saranno proprio della Pubblica Amministrazione. I benefici saranno notevoli: aumento del 20% della produttività, risparmi in termini di spazio e spese di gestione tra il 20 e il 30% e una riduzione anche degli incidenti in itinere, venendo ad eliminarsi tutti i rischi legati alla necessità di spostarsi dalla propria abitazione alla sede di lavoro.
Certamente restano ancora tante le problematiche aperte, come ad esempio il fatto che la Direttiva Madia prevede 40 adeguamenti per i dirigenti. Inoltre, potrebbero costituire altrettanti ostacoli alla piena applicazione del lavoro agile nella Pubblica Amministrazione l'età media dei dipendenti, passata dai 43 anni del 2001 agli attuali 51, e il blocco della formazione, che ormai risale al 2010, senza contare che il sistema dei profili professionali risale al 1983. Ciononostante, si può ritenere che il primo passo sia stato compiuto e, nel prossimo futuro, con il superamento della “cultura della presenza”, proprio il lavoro agile negli uffici pubblici potrà consentire di definire al meglio le modalità di lavoro non solo a fronte di una seria valutazione della performance, mirata all'aumento della produttività, ma anche alla valorizzazione delle capacità personali.
Il testo integrale della Direttiva n. 3 del 2017 è consultabile sul sito del Ministro per la Semplificazionee la Pubblica Amministrazione al seguente indirizzo:
http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/01-06-2017/direttiva-n-3-del-2017-materia-di-lavoro-agile
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
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