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La nascita dell'Associazione e le prime attività nelle parole dei soci fondatori Rocco Vitale e Paolo Carminati
Rocco: ero da poco andato in pensione (con la Legge Dini) dalla Regione Lombardia dove avevo ricoperto il ruolo di Direttore Generale della Formazione. Tra le ultime cose fatte, nel campo della sicurezza sul lavoro, dopo aver avviato i primi corsi sul D. Lgs. 626/94, avevo promosso la pubblicazione di un testo legislativo della Direttiva Cantieri (D. Lgs. 494/1996) coordinato con i Decreti 626/1994 e 242/1996. Di seguito si svolse, in collaborazione con l’ANCE Lombardia, un primo importante convegno sulla Direttiva Cantieri (svolsi la mia relazione pur essendo andato in quiescenza la settimana precedente).
Successivamente, come libero professionista ho iniziato e continuato ad occuparmi di Sicurezza sul Lavoro come docente e come studioso. Nel 1998 per conto dell’editore EPC veniva pubblicata la prima edizione del mio volume “Il Fascicolo di Cantiere”. Nella mia attività di Docente e Formatore ho svolto ed organizzato numerosi corsi per i Coordinatori in fase di Progettazione (CSP) e di Esecuzione (CSE). In quegli anni gli Ordini Professionali furono i primi organizzatori dei corsi e venni chiamato, fra i tanti, dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo per la redazione del progetto didattico prima e successivamente quale docente.
Nel corso svoltosi nell’anno 1999 mi sono trovato tra gli allievi un giovane Ingegnere, Paolo Carminati.
Paolo: Nel 1999 appenato Laureato in Ingegneria Edile al Politecnico di Milano decisi di frequentare il Corso per Coordinatori in fase di Progettazione (CSP) e di Esecuzione (CSE) organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo. Fu una bella esperienza per i Docenti incontrati e per i colleghi Ingegneri conosciuti. Il Docente e Formatore migliore incontrato fu il Prof. Rocco Vitale con la grande capacità di trasmettere la passione per il tema della Salute e Sicurezza sul Lavoro.
Sul finire del Corso per Coordinatori fui contattato da una Multinazionale finlandese perché erano alla ricerca di un Coordinatore interno alla propria azienda che potesse gestire la Salute e Sicurezza sul Lavoro a 360° in supporto all’allora Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Così nel Settembre 1999 iniziò la mia esperienza più che decennale con questa Società. Una delle prime decisioni prese fu quella di creare una “squadra” che potesse gestire in modo opportuno la Salute e Sicurezza sul Lavoro. Non ebbi dubbi su chi coinvolgere per primo come Consulente e ricordo ancora a distanza di 18 anni il primo incontro fatto con Rocco negli uffici della Società. In pochissimi giorni trovammo l’accordo e iniziò una lunga, bella ed entusiasmante collaborazione.
Rocco e Paolo: adesso la storia la raccontiamo insieme.
La multinazionale che operava nel campo della telefonia mobile non “vendeva” solo i telefonini ma, in modo particolare, realizzava le Stazioni Radio Base della Telefonia Mobile. L’azienda era il “committente”, mentre i lavori venivano affidati, in appalto, completamente ad aziende esterne. Operava in pieno regime di “494” con la nomina di un Coordinatore per ogni cantiere.
Il programma aziendale prevedeva la realizzazione di oltre 500 stazioni/cantieri. La situazione non era semplice poiché ci imbattemmo subito nella confusione dei Piani di Sicurezza e Coordinamento redatti da diversi professionisti, uno differente dall’altro, con un unico denominatore comune consistente nelle dimensioni tra le 200 e 300 pagine.
Vi era quindi l’esigenza di riportare un po’ di ordine e, soprattutto, pensare ed attuare la sicurezza dei lavoratori coinvolti delle imprese appaltatrici. Venne intrapresa una prima opera di razionalizzazione di un PSC, adattabile e realizzato, con le caratteristiche di ciascun appalto e non con sistemi fotocopia o programmi informatici compilabili con le “crocette”. L’azienda assumeva pertanto il ruolo non solo nominale di indicare il Coordinatore, ma, per le dimensione degli appalti, poteva controllarne la sua applicazione. Del resto si trattava di Cantieri di piccole dimensioni, di breve durata ma con numerosi rischi.
Con l’aiuto di un giovane professionista Ingegnere (Paolo Di Iulio) che svolgeva la sua azione nei luoghi di lavoro, i cantieri, sviluppammo un modello di PSC, semplice, chiaro e soprattutto leggibile e comprensibile raccolto in circa 30/40 pagine.
Mentre si seguiva con attenzione la realizzazione dei cantieri e la redazione dei PSC venne intrapresa una azione rivolta al personale interno della multinazionale in direzione del management e dei dipendenti addetti alle operazioni di sorveglianza ed assistenza alle stazioni radio base da realizzare.
Per il gruppo dirigente, ingegneri o periti, fu organizzato un corso di 120 ore ai fini dell’acquisizione del titolo di “Coordinatori”. Lo scopo non era, solo, di far svolgere a costoro il ruolo di Coordinatore ma piuttosto quello di sapere e conoscere nel suo complesso la direttiva cantieri, l’allora D. Lgs. 494/96. Ci eravamo da subito posti il problema che l’operazione che andavamo progettando su scala nazionale dovesse essere supportata dal gruppo dirigente aziendale che andava formato e possedere tutte le conoscenze e le competenze svolte dai diversi soggetti: committente, datore di lavoro, responsabile dei lavori, lavori autonomi, coordinatore.
Altro aspetto importante riguardava i subappalti, in quanto la multinazionale nella realizzazione e ampliamento della rete si rivolgeva sia ad aziende leader del settore della telefonia mobile, sia ad aziende specializzate per l’installazione dei cantieri.
La nostra attività si rivolgeva quindi in due direzioni:
La formazione del personale riguardava prima di tutto gli adempimenti previsti dall’allora D. Lgs. 626/94.
Ci fu di aiuto, in questa circostanza, la pubblicazione di uno dei primi Bandi ISI dell’Inail riguardante la formazione. Eravamo nel 2002 e iniziammo a redigere un progetto ambizioso che, oltre al contributo dell’Inail, prevedeva un sostanzioso impegno economico da parte dell’azienda.
Il progetto per il bando ISI si basava sul caso concreto dei lavori nella telefonia mobile. Venivano progettati differenti percorsi: per il coordinatore di cantiere, per i preposti, per le imprese appaltatrici e per i lavoratori.
Per le differenti azioni, pur nella differenziazione dei ruoli, il progetto consisteva in un filo rosso che collegava tutti questi aspetti affinché ciascuno potesse sapere e conoscere tutte le azioni che portavano alla realizzazione di una stazione radio base in piena sicurezza.
Il progetto prevedeva la realizzazione di tre strumenti:
Ci siamo messi all’opera per realizzare il progetto, che fu approvato dall’Inail, proseguendo allo stesso tempo l’attività ordinaria per realizzare i PSC, i documenti di lavoro, la collaborazione con le aziende appaltatrici. Fu questa una occasione di riunioni ed incontri con i maggiori operatori della telefonia mobile in Italia (TIM, Vodafone, Wind, 3G, Marconi, ecc.) che ci ha consentito di mettere a punto progetti, programmi e sistemi formativi che abbiamo poi sviluppato nel progetto.
Man mano che il progetto proseguiva veniva costantemente monitorato dall’Inail. Molte furono le riunioni con i tecnici ed i dirigenti dell’Istituto per velocizzare e concludere il progetto. In questa fase, considerando che avevamo esposto all’Inail la proposta di organizzare un importante convegno alla Fiera di Milano, conoscemmo l’allora Direttore centrale della prevenzione dott. Mauro Fanti, che dimostrò particolare attenzione al progetto. Oltre a Roma uno degli incontri avvenne presso la sede dell’Associazione Industriali di Brescia. In tale occasione conoscemmo il dott. Francesco Naviglio, allora Direttore della sede Inail di Brescia. (Poi sapete già come è andata a finire… una volta in pensione Francesco veniva eletto Segretario Generale dell’AiFOS: nessuno allora ci pensava, anche perché l’AiFOS non esisteva ancora!).
Il progetto dell’Azienda, una volta realizzati ed editati gli strumenti sotto la supervisione dell’Inail, fu riprodotto ed inviato ai diversi interlocutori che per conto dell’azienda operavano per la realizzazione delle centrali radio mobili ed ai relativi lavori di cantiere.
A tutte le imprese subappaltatrici fu inviato il filmato in cassetta VHS con le istruzioni per la visione per i lavoratori, preposti e coordinatori. Stessa cosa con il DVD e gli opuscoli da consegnare ai lavoratori.
Il filmato venne anche editato in CD Rom di cui venne fatta una traduzione in inglese da utilizzare nel gruppo a livello mondiale.
A conclusione del percorso, come previsto dal programma, l’Azienda intendeva promuovere e far conoscere il progetto a livello nazionale e si scelse la sede della Fiera di Milano dove per il mese di marzo 2003 era programmata la Fiera denominata “Sicurtech Expo”.
Vennero presi i contatti con la Fiera, si prenotò lo stand, si organizzò il convegno, si preparò l’invito.
E qui succede l’imprevedibile.
La bozza dell’invito recava in prima pagina, con grande evidenza, il nome dell’Azienda che, per noi, era l’organizzatore dell’evento. Ovvero noi lo stavamo organizzando per conto dell’azienda e si presentava il modello formativo utilizzato (che abbiamo brevemente descritto).
La sorpresa fu che ci venne chiesto di affidare a qualcuno l’organizzazione dell’evento in quanto non doveva essere la medesima azienda la promotrice di se stessa. Bisognava trovare una Associazione, una Onlus, una Fondazione che si incaricasse di concludere e promuovere pubblicamente il lavoro che noi avevamo svolto all’interno. Chiedemmo a conoscenti ed ad alcune associazioni che, pur mettendo a loro disposizione il budget aziendale, rifiutarono.
Eravamo fuori tempo massimo. Tra il Natale del 2002 ed l’Epifania del 2003 maturammo l’idea, con alcuni collaboratori del progetto, di costituire una Associazione che promuovesse ed organizzasse il Convegno.
Fu redatto uno statuto ed il relativo atto costitutivo che fu registrato all’Agenzia delle Entrate di Milano in data 20 gennaio 2003.
La denominazione dell’Associazione assumeva fin da subito la sua caratteristica principale nel nome in quanto espressione del lavoro svolto e nelle caratteristiche dei prodotti rivolti ai formatori che a loro volta dovevano coinvolgere i lavoratori.
Da qui AiFOS: Associazione Italiana Formatori della Sicurezza sul Lavoro. Il Convegno “Cantiere Sicuro nella Telefonia Mobile” si inseriva all’interno del “Sicurtech Expo 2003” alla Fiera di Milano Padiglione CISI, Sala Ambasciatori il 7 marzo 2003. Si ricorda come, allora, appuntamento più importante fosse “Ambiente e Sicurezza” che si svolgeva a Modena ogni due anni. Essendosi svolto nel 2002 l’edizione successiva si sarebbe svolta nel 2004 e, per questo, si optò per la Fiera di Milano (del Sicurtech fu, peraltro, l’ultima edizione, prima del trasferimento nella nuova sede di Rho-Pero).
Il convegno fu un grande successo di partecipazione, con importanti relatori nazionali e di contenuti. Si presentava una nuova tematica legata alla telefonia mobile, allora in grande sviluppo, su cui si richiamava l’attenzione ai temi della salute e sicurezza di quanti operavano nella realizzazione dei cantieri per le stazioni radio base che consentono la telecomunicazione cellulare.
Il primo invito al convegno promosso con il logo di AiFOS
Concluso il Convegno riprendemmo, all’interno dell’Azienda, l’attività di formazione nel settore dei cantieri con due importanti iniziative:
Prestando sempre grande attenzione alla realizzazione dei cantieri per la telefonia mobile uno dei rischi fondamentali consisteva (e consiste) nel rischio di cadute dall’alto. Il personale della multinazionale veniva impiegato nelle attività di supervisione, assistenza e collaudo con accesso ai siti. Nei riguardi del personale interno che seguiva i cantieri (vigilanza, controllo, collaudo) veniva avviato un piano di formazione all’uso dei DPI con lezioni teoriche e prove pratiche di addestramento. Ogni dipendente veniva dotato di un completo Safety D.P.I. Kit (un borsone da tenere sempre con se contenente casco, imbracatura, cordino, ganci, scarpe, ecc.).
Altra azione importante fu quella del monitoraggio del “prodotto” realizzato ed inoltrato alle aziende. Nel periodo marzo 2003 fino a marzo 2004 furono redatti due questionari che chiedevano un giudizio sull’utilità del video realizzato e del CD Rom. Come detto ad ogni azienda era stato inviato il Kit informativo con l’impegno di proiettare il filmato a tutti i loro lavoratori ed ai Preposti destinatari dei questionari.
Al questionario rivolto ai lavoratori hanno partecipato 3.500 persone che, in sintesi, hanno espresso i seguenti giudizi:
Giudizio sull'opuscolo | Ottimo 15% | Sufficiente 53% |
È utile conoscere come deve essere redatto il PSC ed i soggetti coinvolti presentati nel video | Positivo 80% | Non serve 20% |
È utile che il video sia anche visto da dirigenti e preposti | Sì 78% | Non serve 22% |
Giudizio complessivo del video presentato | Positivo 92,7% | Negativo 7,3% |
L’11% dei lavoratori ha dato suggerimenti ed avanzato proposte.
Al questionario rivolto ai preposti partecipavano 450 persone che hanno dato i seguenti giudizi:
Giudizio complessivo sugli strumenti proposti: Positivo 94% - Negativo 6%.
Il giudizio sul video presentato ai lavoratori: ottimo 40% - Buono 28% - (non risponde 23%).
Il 3% ritiene che sia insufficiente far vedere solo film e consegnare l’opuscolo: bisogna fare di più.
Il 35% ha dato suggerimenti ed avanzato proposte.
Tutto il materiale elaborato (che già da allora indicava il futuro percorso dell’AiFOS) veniva inviato all’ISPESL nell’ambito della Settimana europea 2004 dedicata alla “Prevenzione dei rischi per il settore costruzioni”. Il progetto presentato denominato “Programma della comunicazione in cantiere tra preposti e lavoratori” veniva premiato in data 22 ottobre 2004.
Gli strumenti realizzati ed utilizzati sono stati:
Il convegno era finito, l’attività di monitoraggio aveva coinvolto migliaia di utenti, ed alcuni dati venivano resi noti sul sito dell’AiFOS. Per il Convegno era stato realizzato un apposito sito il quale veniva tenuto in vita anche grazie a qualche disponibilità economica derivante dal risparmio sui costi convegnistici.
Per un po’ non successe nulla, poi iniziarono ad arrivare alcune mail chiedendo informazioni e richieste di “come partecipare”. In un primo tempo davamo risposte vaghe, cercando, più che illustrare, di condividere alcune idee e rapportarci con i futuri associati. La pagina di apertura del sito illustrava la nostra idea di associazione: “facciamo formazione per una nuova cultura della sicurezza” ed a seguire gli strumenti da utilizzare che venivano identificati in:
Non è una casualità ma, in questi 15 anni, abbiamo seguito la rotta tracciata. Una cosa era sicura. L’idea di allora è ancora quella di oggi che si riassume nel nostro motto: “Se ci scambiamo una moneta avremo entrambi una moneta ma se ci scambiano un’idea avremo entrambi due idee”.
In modo semplice eravamo convinti, e lo siamo ancora, che bisogna mettere a disposizione degli altri quello che conosciamo, senza paura che ci copino. Infatti per far crescere dei buoni formatori dobbiamo dare conoscenza, strumenti, capacità, tecniche, ecc. affinché quello che facciamo noi lo possano fare anche loro.
Dopo la sua costituzione, tra il 2003 e soprattutto nel 2004, furono due anni di contatti, riunioni informali, colloqui, incontri con tanti soggetti che poi, assieme a noi, contribuiranno a dar vita all’Associazione.
Determinante è stato poter avere una sede associativa che ci fu offerta da Matteo Meroni presso la Mega Italia Media che per circa 4 anni fu lo spazio di studio e di lavoro dove incontrammo molti amici e fra i tanti vorremmo ricordare una persona buona e gentile che ci faceva visita periodicamente: Ermanno Franchini che dopo il definitivo trasferimento dell’AiFOS nel complesso dell’Università di Brescia ne fu il Segretario Generale.
L’AiFOS fece il suo vero e proprio debutto in occasione della Fiera Ambiente e Lavoro di Modena del 2004. In quella occasione, presso lo stand di Punto Sicuro, veniva allestito uno spazio proprio di AiFOS che promuoveva l’Albo Nazionale dei Formatori della Sicurezza sul Lavoro.
Dal 2003 al 2004 erano iniziate le prime adesioni all’AiFOS che condividevano questa “iniziativa innovativa, utile e necessaria, sia per coloro che operano nella formazione nell’ambito specifico della sicurezza sul lavoro sia per aziende ed utenti che hanno sempre più la necessità di conoscere la qualificazione professionale dei formatori”.
Una cosa, allora, molto complessa. L’iscrizione all’Albo avveniva in due fasi: la prima fase consisteva nella richiesta di iscrizione, un completo ed esauriente questionario, di circa 10 pagine, cui bisogna rispondere in ogni sua parte Successivamente dopo una attenta analisi delle risposte, ed eventuali verifiche o colloqui con i soggetti interessati veniva inviata la vera e propria Domanda per potersi iscriversi all’Albo.
Precursori, forse troppo rigidi ma estremamente seri e professionali, pensando oggi al decreto del 6 maggio 2013 sulla qualificazione dei formatori ed ai Registri Professionali che ne sono derivati.
La prima tessera emessa nel 2005 per gli iscritti nel 2003 e 2004
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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