/ News / Approfondimenti / Interventi e commenti
Un estratto del contributo che Donato Ceglie (già coordinatore della sezione crimini ambientali e salute dei cittadini presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere) ha predisposto in esclusiva per AiFOS. Il testo completo sarà pubblicato nel Quaderno della Sicurezza n.3 del 2016, disponibile nel mese di settembre
(…) L'Italia è giustamente ed opportunamente la nazione del mangiar sano e buono per antonomasia: milioni di persone vengono nel nostro Paese non solo per ammirare straordinarie ed uniche bellezze artistiche, monumentali e paesaggistiche, ma anche per godere dei piaceri della tavola, degustando dell'ottimo vino, assaggiando le bontà della dieta mediterranea, dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco. Pane e pasta la fanno da padrone, con olio, mozzarella e pomodori ad arricchire il quadro di colori e sapori. Tuttavia, la domanda di prodotti da consumare supera di gran lunga l'offerta generando scenari pericolosi. Ed ecco il rischio: l'industria alimentare si rivolge ai mercati mondiali ed in Italia arriva di tutto. Il grano ad esempio: in Italia se ne produce di qualità straordinaria, ma assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze dell'industria e della grande distribuzione.
Qualche tempo fa, nel porto di Bari, veniva sequestrato un enorme quantitativo di grano, trasportato dalla motonave “Loch Alyn”, proveniente dal Canada. Il sequestro era la conseguenza di una dettagliata e coraggiosa denuncia di un gruppo di agricoltori, che segnalavano (da tempo) alle autorità l'ingresso nel nostro Paese, attraverso i porti pugliesi, di enormi quantitativi di grano adulterato e pericoloso per la salute pubblica.
All'esito delle immediate analisi di laboratorio, effettuate sui campioni di grano sequestrato, emergeva che “sui primi 18 campioni di grano, risultava che ben 4 campioni presentavano un contenuto di Ocratossina A superiore ai limiti di legge, e che tale superamento veniva accertato anche in altri campioni di grano prelevati in più' punti della stiva della citata motonave, ed i risultati dei restanti campioni, anche se nei limiti di legge, attestavano, comunque che il prodotto alimentare era contaminato dalla suddetta tossina”. È bene evidenziare che l'Ocratossina A è una microtossina che ha un'attività essenzialmente nefrotossica. Le intossicazioni principali causate dall'Ocratossina A negli allevamenti zootecnici sono la nefropatia dei suini e la nefropatia aviaria, diffusa nell'America del Nord (territorio di provenienza del grano sequestrato). In dosi diverse, può risultare cancerogena e genotossica e, ad alte concentrazioni, può causare la comparsa di epatiti, enteriti e necrosi del tessuto linfatico. L'Ocratossina A inibisce anche la sintesi proteica, soprattutto nelle cellule renali, con effetti immunosoppressivi.
Dalle analisi svolte dalle autorità, emergeva e si evidenziava che tutta la partita di grano era contaminata da Ocratossina A. Quindi, avevano ragione da vendere i piccoli produttori di grano pugliesi, a denunciare da tempo le consolidate prassi illegali, attraverso le quali imponenti quantitativi di grano provenienti dal Canada, e che lì non si davano in pasto nemmeno ai maiali, venivano introdotti nel nostro territorio, e trasformati in farine per la produzione di pasta e pane. Ed il nostro stupendo grano, sano e rigoglioso, marciva nei campi! (…)
Il testo completo dell’articolo sarà pubblicato nel Quaderno della Sicurezza AiFOS n.3 del 2016, dedicato alla sicurezza nel settore agroalimentare, disponibile nel mese di settembre.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
Privacy - Cookies Policy - Gestione segnalazioni-whistleblowing
Il sito utilizza cookie tecnici, ci preme tuttavia informarti che, dietro tuo esplicito consenso espresso attraverso cliccando sul pulsante "Accetto", potranno essere installati cookie analitici o cookie collegati a plugin di terze parti che potrebbero essere attivi sul sito.