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Un estratto del contributo a cura di Eleonora Buratti pubblicato sul Quaderno della Sicurezza n.1 del 2017. La pubblicazione, che ha per titolo “Cambia marcia! La prevenzione del rischio stradale”, sarà recapitata in esclusiva ai soci AiFOS entro la fine di febbraio
Soprattutto per l’attività lavorativa di autisti e autotrasportatori è opportuno proporre consigli utili per migliorarne la dieta. Questo partendo da un’attenta analisi dei fattori di rischio legati all’attività e dei danni attesi seguendo la definizione di salute del lavoratore introdotta dal D.Lgs 81/08 quando parla di “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale non consistente solo con l’assenza di malattia o d’infermità”, che non può ormai più prescindere dall’adozione di un’alimentazione sana, equilibrata, e funzionale al tipo di lavoro svolto.
Le lunghe ore di sedentarietà alla guida del mezzo, lo stress generato dalla strada e dal traffico, le vibrazioni assorbite durante il viaggio sono solo alcuni degli aspetti del mestiere, che potrebbero avere ripercussioni più o meno gravi sullo stato di salute. Mentre mantenere alta la soglia dell’attenzione, attivi i riflessi e affidabile la vista, così come gestire i pericolosi colpi di sonno o alleviare il mal di schiena, sono invece parte degli obiettivi che dovrebbe porsi colui che per lavoro percorre strade. I rischi legati alla guida sono, quindi, perlopiù attribuibili a imprudenze e disattenzioni spesso favorite da ritmi di lavoro elevati, turni prolungati, e lavoro notturno, che favoriscono lo stress psico-fisico e posture incongrue che possono causare un deficit circolatorio.
Quali siano i danni attesi è presto detto. Si va dall’intossicazione dovuta allo spandimento o alla fuoriuscita di sostanze tossiche trasportate, alle patologie osteoarticolari e muscolari agli arti inferiori; dalla sintomatologia dello stress che include l’insonnia, l’irritabilità, i disturbi digestivi alle patologie cardiovascolari; dall’affaticamento visivo con conseguente bruciore agli occhi e cefalea legata in parte anche alla guida prolungata, a patologie dell’apparato respiratorio come la bronchite cronica e l’asma, imputabili sia al fumo di tabacco sia alla quotidiana esposizione a elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici.
Pur trattandosi di malattie riconducibili a diversi fattori, gli autori della relazione Rischi e malattie dei lavoratori del settore dei trasporti di merci e persone presentata al 75esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale che si è tenuto a Bergamo nel 2012 convergono sulla conclusione che “alcune caratteristiche dell’esposizione lavorativa negli autisti professionisti (stress, turni lavorativi, fattori ergonomici sfavorevoli, esposizione a inquinanti atmosferici, rumore e vibrazioni meccaniche) possono avere un ruolo almeno concausale nell’insorgenza di cardiovasculopatie e lesioni muscoloscheletriche”. Mentre risulta più difficile stabilire per via di abitudini alimentari scorrette e uso di sostanze di per sé dannose, come alcool e tabacco, una relazione causale tra lavoro nel settore dei trasporti e le altre patologie sopra elencate.
Senza approfondire il percorso delle altre specifiche azioni migliorative, quel che è stato fatto nel redigere nel manuale “La dieta dei mestieri” è stato indagare sulle abitudini alimentari attraverso la raccolta di testimonianze dirette e individuare oltre ai principi generali di una dieta equilibrata e salutare anche quegli alimenti funzionali capaci di appoggiare il lavoratore nell’intento di mantenere il suo stato di salute malgrado i fattori di rischio.
Il testo completo dell’articolo sarà pubblicato nel Quaderno della Sicurezza AiFOS n.1 del 2017 (Cambia marcia! La prevenzione del rischio stradale), disponibile entro la fine di febbraio.
Eleonora Buratti è giornalista, sociologa aziendale e autrice, insieme a Carlo Giolo, del volume “La dieta dei mestieri”
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