/ News / Approfondimenti / Interventi e commenti
Il pensiero di Giovanni Laverda, formatore qualificato AiFOS e quality assurance manager
Tutti sappiamo chi è il R.S.P.P., tutti sappiamo o siamo informati sugli obblighi, o meglio, mi piace definirli con un tono più morbido, i diritti e doveri del R.S.P.P.. Sarebbe scontato parlare delle “buone qualità” che un R.S.P.P. dovrebbe possedere e/o maneggiare, ma con queste poche righe vorrei fare un parallelismo tra il ruolo di questa figura in azienda ed il sistema qualità di una azienda.
Un qualsiasi realtà produttiva ormai deve pensare di ottenere una certificazione di qualità per riuscire a distinguersi e/o poter fare concorrenza ad una realtà simile sul territorio. La certificazione di qualità non è un requisito obbligatorio e questo presuppone che se davvero si vuol ottenere quella data attestazione bisogna rimboccarsi le maniche per raggiungere e poi successivamente mantenere il traguardo raggiunto.
Una qualsivoglia realtà produttiva deve ormai avere nel suo organico un R.S.P.P. e questo è un obbligo di legge[1]. Ma questo concetto di obbligo ha fatto tramontare la valenza della figura del R.S.P.P. o meglio ha “ucciso” ciò che aveva ispirato la nascita del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Non vorrei fare un paragone troppo forte, ma tutti sappiamo che sulle strade ci sono dei limiti di velocità e tutti sappiamo che rispettare un limite è un obbligo, ma quanti rispettano l’obbligo? Questo paragone vuol far pensare alla figura del R.S.P.P. come una mera condizione, che nelle piccole aziende[2] viene svolta dal Datore di Lavoro, il quale dice “se accade qualcosa ci vado comunque di mezzo io!” e/o nelle medie aziende ci si avvale di un servizio esterno che in molti casi, pur essendo anche ben pagato, attraverso specifiche e studiate deleghe definisce confini ben precisi senza entrare in alcun modo all’interno di un realtà produttiva, limitandosi alla sorveglianza e/o all’emanazione di aggiornamenti documentali obbligatori per legge.
Seppur non volendo fare “di un erba un fascio”, in queste poche righe si celebra la dipartita della figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, perché così viene dipinta in molte realtà del nostro territorio.
Venendo al punto focale dell’articolo, si capisce come il R.S.P.P. può esplicare al meglio le sue potenzialità, se non integrandosi con il concetto di “Risk Base Thinking”, ormai sviluppato da tutte le norme volontarie. Ovvero… il concetto stesso di rischio che deve essere alla base di: un sistema qualità, una realtà produttiva, della definizione di “Responsabile” sia esso/a Responsabile di un turno lavorativo, di un macchinario, del Servizio di Prevenzione e Protezione, di una azienda.
Infatti, ancor prima che nasca un’azienda, ci deve essere almeno un/una imprenditore/trice che si assume il “rischio” e decide di scommettere sulla propria impresa e sulla propria capacità di creare e sviluppare lavoro.
Il R.S.P.P. deve anch’esso interagire con il concetto di rischio o meglio padroneggiare il concetto di rischio, tanto da impiegare le conoscenze multidisciplinari del team, il Servizio di Prevenzione e Protezione, per poter portare l’azienda al rischio “zero” (il rischio zero non potrà mai esistere ndr). Il R.S.P.P. quindi, deve essere parte integrante di un sistema qualità. E questo perchè il R.S.P.P. deve conoscere bene la realtà produttiva per riuscire a “governare” i rischi propri di una attività lavorativa e a captare i rischi nascosti (i mancati incidenti, ad esempio ndr) che possono caratterizzare lo svolgimento del lavoro.
Il R.S.P.P. deve essere parte integrante e principale di un sistema qualità. Tanto che, se andiamo a leggere i primi concetti espressi dalla norma ISO 9001:2015[3], un sistema qualità deve avere alla sua base un’analisi del contesto aziendale e del suo “ambiente” circostante e poi successivamente la redazione di un’analisi dei rischi e delle opportunità che possa successivamente essere la base dello sviluppo per tutto il sistema qualità.
Chi meglio del R.S.P.P., assieme al suo team, può sviluppare un’analisi del rischio aziendale. Essa è contenuta in buona parte nel Documento di Valutazione dei Rischi, ma partecipando assieme al team del Sistema di qualità, potrà sicuramente sviluppare una buona analisi dei rischi che riflette la realtà aziendale. Permettetemi in questo punto di dare l’accento sul concetto appena espresso di “riflette la realtà”, perché spesso accade che l’analisi dei rischi sia un esercizio concettuale senza toccare con mano o verificare ciò che realmente accade all’interno dell’azienda. Questo non è ciò che le norme volontarie stabiliscono e non è ciò che costruisce un R.S.P.P. che vuol essere una figura di qualità. L’unico metodo per verificare l’analisi dei rischi è rimboccarsi le maniche e “sporcarsi le mani” ovvero calarsi nel territorio produttivo dell’organizzazione che è sotto esame e verificare punto per punto l’analisi dei rischi redatta. Questo è il R.S.P.P..
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, poi, non può essere un “tuttologo”, certamente sarà una persona con comprovata esperienza sul campo, ma non potrà mai conoscere tutto. Se supponiamo che i rischi connessi ad una attività lavorativa possano essere immaginati come un iceberg, circa il 10% di essi, ovvero la “punta dell’iceberg”, sarà valutato da una persona che si crede un tuttologo, ma i veri rischi sono quelli sotto la superficie del mare, sono il 90%, che emergeranno solo da una attenta valutazione di un team, composto dalle figure operative, dai responsabili e dalla direzione aziendale. Il compito dell’R.S.P.P. è quello di riuscire a raccogliere tutte le informazioni e dopo un attento esame poter redigere un’analisi idei rischi completa. Con questi presupposti il R.S.P.P. può essere un figura di qualità, un figura che è parte integrante del sistema qualità aziendale e non un mero esecutore di una norma cogente.
La direzione aziendale ha un compito fondamentale all’interno del sistema qualità e quindi anche nei confronti del R.S.P.P.. Essa, oltre ad essere parte attiva e propositiva durante l’analisi dei rischi, diventa fondamentale nel momento in cui si devono delineare, sin dall’inizio, le risorse necessarie. Anch’essa deve essere supportata dal team del Sistema qualità e dal R.S.P.P., per poter compiere scelte strategiche e mirate al miglioramento di tutta l’organizzazione. La Direzione aziendale, si tratti di una figura imprenditoriale o di un top management team[4], diventa il luogo principe per discutere dei rischi dell’azienda, trovare le soluzioni e redigere un programma di miglioramento.
R.S.P.P. è quindi una figura di qualità, perché impregnato di valori propri del sistema qualità. Rappresenta la figura di qualità che, con un ambito più legato al Sicurezza e Salute sul luogo di lavoro, fa parte del sistema qualità, interagisce con il sistema qualità e qualifica il sistema qualità stesso. Il Responsabile del Servizio si Prevenzione e Protezione, non può esimersi nel percepirsi all’interno di un sistema qualità, sia che la dimensione dell’organizzazione sia costruita dal solo imprenditore o sia una multinazionale. Il pensiero stesso che ha portato alla nascita della figura del R.S.P.P., partiva da un concetto di qualità ed ciò che nel tempo si è dimenticato.
[1] Fatte salve le deroghe previste dalla legge.
[2] Si rimanda alle specifiche condizioni di legge dichiarate nel TUSL D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
[3] La ISO 9001 è la normativa di riferimento per chi vuole sottoporre a controllo qualità il proprio processo produttivo in modo ciclico. Ultima revisione Settembre 2015.
[4] Il Top management team è generalmente un gruppo di manager o responsabili al più alto livello di gestione di un'organizzazione che svolgono le attività quotidiane di governo e controllo di una organizzazione.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
Privacy - Cookies Policy - Gestione segnalazioni-whistleblowing
Il sito utilizza cookie tecnici, ci preme tuttavia informarti che, dietro tuo esplicito consenso espresso attraverso cliccando sul pulsante "Accetto", potranno essere installati cookie analitici o cookie collegati a plugin di terze parti che potrebbero essere attivi sul sito.