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Parzialmente accolto il ricorso presentato dall'Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog
I ministeri dell'Ambiente, della Salute, dell'Istruzione e della Ricerca, "ciascuno per il proprio ambito di competenza", dovranno provvedere "ad adottare una campagna informativa, rivolta all'intera popolazione, che abbia ad oggetto la individuazione delle corrette modalità d'uso degli apparecchi di telefonia mobile (cellulari e cordless) e l'informazione dei rischi per la salute e per l'ambiente connessi ad uso improprio di tali apparecchi".
A scriverlo la Terza Sezione Quater del Tar del Lazio che, accogliendo parzialmente il ricorso presentato dall'Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog, ha sentenziato che "questa campagna di informazione ed educazione ambientale dovrà essere attuata nel termine di sei mesi dalla notifica del presente atto" (link alla sentenza). Si tratta di un atto innovativo che va in controtendenza rispetto al fatto che l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), nonostante gli studi condotti, non ha mai ufficializzato se l'uso del telefonino rappresenti un rischio potenziale per la salute umana. Infatti, ricordiamo che, proprio in base all’ultimo parere in materia di salute e telefonini dell'Organizzazione mondiale non sono stati dimostrati ufficialmente “effetti provocati dall'impiego del cellulare”.
Per i giudici - è scritto nella sentenza - dagli atti depositati in giudizio, risulta che già il 16 gennaio 2012 il Ministero della Salute aveva evidenziato che il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all’uso del cellulare fosse alla costante attenzione del Ministero stesso, evidenziando come l’Istituto Superiore di Sanità, in un parere del 15 novembre 2011, aveva rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non fosse dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, rimarcando tuttavia come l’ipotesi di un rapporto causale non potesse essere del tutto esclusa in relazione a un uso molto intenso del telefono cellulare, e comunque raccomandato di mantenere vivo l’interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema. In tal senso si era mosso ad aprile 2017 anche il Tribunale di Ivrea, che aveva riconosciuto un nesso causale tra l’utilizzo prolungato del cellulare e un tumore di un tecnico Telecom.
Peraltro, la pronuncia del Tar del Lazio si basa sui controversi risultati delle ricerche condotte proprio dal gruppo di esperti dell'International Agency for Research on Cancer (Iarc) dell'Oms che, nel 2011, ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza quali "possibili cancerogeni" per l'uomo (gruppo 2B). Il gruppo di lavoro - 31 scienziati di 14 Paesi - aveva concluso che l'analisi dell'uso dei telefoni cellulari per oltre 10 anni non aveva dimostrato un aumento del rischio di glioma o meningioma: tuttavia, per gli esperti Oms c'erano "alcune indicazioni di un aumento del rischio di glioma" per le persone che stanno per molte ore al giorno al telefonino. Le evidenze al momento disponibili, precisava la Iarc, erano limitate a queste due neoplasie. Ciò significava, la necessità di continuare a monitorare con attenzione il legame fra telefonini e tumori. Nell'attesa di ulteriori dati, la raccomandazione degli esperti Iarc era stata quella di ridurre l'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, per esempio utilizzando gli auricolari o preferendo gli sms alle telefonate. Una raccomandazione ribadita successivamente dall'Oms che, qualche tempo fa, ha sottolineato l'aumento in questi anni dell'uso del telefonino, anche da parte di gruppi vulnerabili come ad esempio i giovanissimi. "Al momento nessuno studio suggerisce una evidenza consistente di eventi avversi per la salute dall'esposizione" alle onde dei telefonini, ricorda l'Oms, concludendo anche che gli studi sugli animali non hanno mostrato un "aumento di rischio di tumori dall'esposizione a lungo termine".
In questo scenario molto ambiguo e problematico la sentenza del Tar del Lazio sembra lasciar intendere che nel prossimo futuro ci sarà bisogno di incrementare un corretto uso dei cosiddetti cellulari, a prescindere dalle indicazioni degli studi di settore, al fine di evitare pericolosi eccessi seppur non ancora ben chiariti e definiti. Sulla questione dell'uso di tali dispositivi si è espressa recentemente con un 'position paper' anche la Società Italiana di Pediatria, che consiglia di evitare l'esposizione prolungata, anche se in questo caso più che i rischi legati alle radiazioni sulla raccomandazione pesano quelli, già invece accertati, per lo sviluppo cognitivo, il sonno e il metabolismo.
Il testo della sentenza è scaricabile sul sito dell'Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog all'indirizzo: http://www.applelettrosmog.it/file/news/sentenza_tar_apple_ministeri_2019.pdf
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