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Una ricerca italiana, pubblicata a giugno sulla più importante rivista scientifica in tema di medicina del sonno, dimostra la clamorosa incidenza della sindrome delle apnee ostruttive del sonno sugli infortuni nel lavoro. Ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si attiva concretamente lanciando per primo il “Progetto OSAS”
Nel lavoratore con “sindrome delle apnee ostruttive nel sonno” (OSAS) il rischio per incidente sul lavoro è doppio rispetto agli altri lavoratori. E questa la principale constatazione che emerge dalla ricerca pubblicata nell’ultimo numero di “SLEEP”, la più prestigiosa rivista scientifica al mondo in materia di medicina del sonno, con la quale per la prima volta è stato quantificato scientificamente tale rischio in ambito lavorativo. Lo studio - coordinato dal Dott. Sergio Garbarino (Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova), in cui è presente tra gli altri il Prof. Nicola Magnavita (Unità di Medicina del Lavoro, Università Sacro Cuore di Roma) viene pubblicato proprio a ridosso della recentissima diffusione del documento approvato da Governo e Regioni che definisce l’OSAS "Un grave e crescente problema sanitario, sociale ed economico".
Ricordiamo che la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (Osas), è una patologia che, oltre a provocare apnee notturne peggiorando la qualità del sonno, causa tutta una serie di problematiche cardivascolari e cardiocerebrali e raddoppia la possibilità di incidenti sul lavoro; nel caso dei guidatori di professione, come gli autotrasportatori, la probabilità si triplica, tanto che da quest’anno questa sindrome è stata inserita fra le cause di mancato rilascio o rinnovo delle patenti di guida. Il costo sociale di questa patologia in Italia è elevatissimo: 2,9 miliardi di euro tra costi sanitari e indiretti, come gli incidenti automobilistici o sul lavoro, o ancora la perdita di produttività. Da qui la necessità di una sempre maggiore prevenzione.
Il risultato di questa ricerca è di assoluta attualità e importanza per diverse ragioni. In primo luogo perché gli incidenti sul lavoro in Italia, causano la perdita di oltre 16.000.000 di giornate lavorative e sono in costante aumento (fonte jobtel.it con dati INAIL ed ILO). “Il fatto che l’OSAS non sia una malattia professionale ha finora distolto il sistema di prevenzione nei luoghi di lavoro dall’attenzione che questa condizione merita”, afferma Nicola Magnavita. “I dati che abbiamo raccolto ci inducono a credere che una efficace politica di screening dell’OSAS e di promozione della salute del sonno possano contribuire ad evitare 250.000 infortuni, 300 morti e 6.000 casi di invalidità l’anno, solo nel nostro Paese.”
Numeri questi che hanno spinto il Comitato Centrale per l’Albo Nazionale delle persone fisiche e giuridiche che esercitano l’Autotrasporto di cose per conto di terzi (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), ed in convenzione con il DINOGMI - Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili dell’Università degli Studi di Genova a lanciare il programma di prevenzione denominato “Progetto OSAS- Sonnolenza Autotrasporto Salute Sicurezza” che si propone di prevenire incidenti ed infortuni degli autisti professionali e, ovviamente, di coloro che vi si trovano coinvolti.
Tra le varie iniziative sarà avviata una importante operazione di screening dell’OSAS che coinvolgerà circa 10.000 autotrasportatori italiani, categoria di lavoratori nella quale l’OSAS è presente in una percentuale di circa il 30%.. Si cercherà, inoltre, di favorire un’azione informativa, formativa ed educativa sui temi della prevenzione della sonnolenza alla guida ed in particolare della sindrome delle apnee ostruttive del sonno al fine di accrescere la percezione della gravità del fenomeno tra gli operatori del settore e diffonderne una migliore conoscenza.
Per ulteriori informazioni:
http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/autotrasporto-osas
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