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Nel Quaderno della Sicurezza n°3 2018 abbiamo deciso di approfondire in parallelo non solamente il panorama di Industria 4.0, ma anche i nuovi concetti di lavoro che si vanno affermando, in particolare il Lavoro Agile. L'editoriale di Lorenzo Fantini
Con il termine “Industria 4.0” si intende un modello di produzione e gestione aziendale del quale è parte integrante ed essenziale la moderna tecnologia. Secondo una definizione che ne dà il Ministero dello sviluppo economico (Mise), gli elementi che caratterizzano il fenomeno sono “connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time”. Insomma, un concetto che implica le cosiddette ‘tecnologie abilitanti’ vale a dire ogni prodotto dell’innovazione tecnologica che ci consente di proiettarci nel futuro industriale e non solo.
In questa nuova rivoluzione industriale dei processi – che prevede anche una mobilitazione di circa 10 mld di euro in investimenti privati in più entro il 2020 come indicato nel Piano Nazionale Industria del Mise – oltre ad investire in una formazione sempre più qualificata, diventa fondamentale ridefinire i processi di lavoro e formare qual capitale umano capace di muoversi all’interno dei nuovi sistemi.
Ecco perché in questo terzo Quaderno della Sicurezza abbiamo deciso di approfondire in parallelo non solamente il panorama di Industria 4.0, ma anche i nuovi concetti di lavoro che si vanno affermando, in particolare il Lavoro Agile (o Smart Working che, come scoprirete leggendo i contributi proposti, è nozione puramente italiana che non corrisponde ad una traduzione anglosassone del concetto).
Questo proprio perché il tema dello Smart Working, se affiancato a quello di Industria 4.0, acquisisce un significato più complesso e strutturato che è bene delineare nel dettaglio, in quanto siamo di fronte ad una nuova modalità di gestione e regolazione dei rapporti tra impresa e lavoratore resa possibile dalla tecnologia.
Di fatto, tra le conseguenze più radicali dell’adozione del paradigma di Industria 4.0 spicca la smaterializzazione dei luoghi di lavoro: ciò significa che alcune attività si svolgono mediante il supporto di strumenti digitali (personal computer, tablet, smartphone) che, connessi ad internet, possono consentire ai lavoratori di svolgere la loro prestazione in luoghi che non sono necessariamente gli stabili dell’azienda. Ecco allora che proprio nel corso degli ultimi anni si è iniziato a parlare diffusamente di Lavoro Agile intendendo con questo termine una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che avvenga al di fuori dei confini fisici dell’impresa, nel luogo in cui il lavoratore preferisce.
Anche questo Quaderno può annoverare contributi di grande rilievo: in primo luogo quelli istituzionali (Eu-Osha, Mise e Ministero del lavoro), che consentono di proporre un’idea di come si sta ragionando, sia in Europa che in Italia, per fare fronte alle nuove esigenze del lavoro 4.0 e coglierne le principali tematiche ed i riflessi sociali ad esso collegati. Inoltre, i testi che vi proponiamo hanno analizzato la normativa che, recentemente, ha regolato il lavoro agile con la Legge n. 81/2017 per cogliere pregi e criticità di quanto finora impostato. Perché l’evoluzione tecnologica sta sempre più riducendo gli ostacoli tecnici, rendendo più diffusamente praticabile il Lavoro Agile e ciò obbliga le imprese a rivedere modelli organizzativi.
Dunque, rivolgendo l’attenzione poi al settore della SSL, le problematiche, come ben sapete, sono molteplici e spaziano da come (e cosa) proporre per una formazione sempre più adeguata ai tempi oltre che alle complicazioni che mettono in discussione la responsabilità del datore di lavoro e del SPP davanti ad un luogo di lavoro che non è più delimitato da confini precisi, ma è diventato un “non luogo” dove è difficile stabilire responsabilità e doveri specie in ambito di tutela della sicurezza.
Il concetto stesso di Smart Working ci ricorda che il termine ‘lavoro’ non è, e soprattutto non può essere, sinonimo di ‘luogo’, ma certamente deve continuare ad essere associabile al concetto di ‘sicurezza’.
E questo ovunque sia realizzato.
Lorenzo Fantini[1]
[1] Direttore dei Quaderni della sicurezza di AiFOS, avvocato giuslavorista, già dirigente divisioni salute e sicurezza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
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