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“Ma che cosa è il BarCamp?” Se te lo stai chiedendo, leggi la risposta della formatrice AiFOS Alessandra Marconato!
Quando parlo di BarCamp la domanda che mi viene fatta è “Ma che cosa è il BarCamp?” e la prima risposta che do è che “È un luogo di condivisione”, intendendo per luogo qualcosa di fisico e non fisico allo stesso tempo. Certo, chi ha partecipato alla prima edizione del Safety Barcamp lo scorso anno sa già cosa aspettarsi, ma si tratta ancora di una iniziativa pionieristica nel nostro paese e poco conosciuta.Il BarCamp, per esistere, ha bisogno di un luogo fisico in cui le persone possano incontrarsi. Il secondo Safety BarCamp organizzato da AiFOS si terrà, per questo motivo, a Padenghe sul Garda il 17 maggio 2019, vista la positiva esperienza già maturata nel 2018.
Sarà l’occasione per incontrare professionisti del settore, condividere conoscenze, pareri, idee, punti di vista e molto altro. Il BarCamp, infatti, si basa sulla logica della condivisione e dell’incontro tra persone che sono interessate ad uno stesso tema o ambito. Nel caso del Safety BarCamp il tema di interesse è la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con uno sguardo alla privacy e alla security, non dimenticando le tre aree tematiche di riferimento della normativa (normativa/giuridica/organizzativa, rischi tecnici/igienico sanitari, relazioni/comunicazione).
Il Safety BarCamp poggia sulla metodologia dell’Open Space Technology. In questo modo si configura come una non-conferenza ad alta interazione tra i partecipanti, che possono confrontarsi in tempi brevi su diversi temi e creano momenti di condivisione non formali. Il tutto si esaurisce in una giornata: breve ma intenso, come si suole dire. Questo perché la metodologia prevede piena libertà del partecipante e allo stesso tempo piena responsabilità.
La responsabilità della buona riuscita della giornata è tanto di chi organizza e facilita i lavori quanto dei partecipanti: tutti sono responsabilizzati nel collaborare con lo scopo comune di creare un terreno fertile e proficuo di partecipazione e condivisione. D’altro canto, è interesse comune rendere produttivo il BarCamp per sé e per gli altri.
La metodologia dell’Open Space Technology è regolata da 4 principi e una legge, che poggiano su responsabilità, libertà e partecipazione.
Il primo principio, “Chiunque venga è la persona giusta”, invita a concentrarsi sul tempo presente senza pensare a come dovrebbero essere le cose e a chi sarebbe potuto intervenire. Ogni partecipante è invitato a rendere produttivo il proprio spazio di apprendimento e di condivisione partendo dalle risorse (umane e non) che ha a disposizione e lo circondano.
Il secondo principio, “Qualsiasi cosa accada è l’unica che poteva accadere”, sottende il fatto che il risultato ottenuto è l’unico che si poteva ottenere, perché le condizioni che si sono verificate, le forze in gioco, le competenze, le relazioni e altro sono diverse ad ogni incontro. A partire da questa diversità si otterrà un dato risultato, che può essere diverso da quello immaginato.
Il terzo principio, “Quando comincia è il momento giusto”, prevede che il flusso temporale segua l’esigenza di condivisione e apprendimento dei partecipanti. Il Safety BarCamp sarà un evento strutturato in termini di tempo e di pause per permettere di frequentare workshop, discussioni, presentazioni e allo stesso tempo lascerà spazio per il confronto informale. Ad esempio, persone interessate ad un tema non previsto in fase di apertura dei lavori possono riunirsi e discutere su quel tema. Questo fa parte della metodologia di lavoro. Molto spesso si vedono nei BarCamp gruppetti di persone parlare. Le loro non sono solo chiacchiere ma confronti che danno vita a collaborazioni, gruppi di lavoro e progetti.
Il quarto principio, “Quando è finita è finita”, pone l’attenzione sul fattore tempo. Molte volte per discutere o presentare un tema serve molto più tempo di quello a disposizione. Altre volte, il tempo che si ha è eccessivo. Chi partecipa al BarCamp avrà cura del tempo, non dilungandosi oltre quello stabilito o chiudendo l’attività prima del previsto, se non è più necessario usare il tempo messo a disposizione.
Il Safety BarCamp avrà un primo momento di condivisione delle regole con i partecipanti e la presentazione delle attività che saranno svolte, da parte di chi propone l’attività stessa. Ogni attività o workshop potrà essere replicato più volte, in base alla disponibilità di chi propone e all’interesse dei partecipanti stessi. Alcune attività potranno andare “deserte”. Si ipotizza che alcuni workshop possono anche essere di scarso o nullo interesse per i partecipanti, che possono preferire altre iniziative. Se un workshop non raggiunge il numero minimo di partecipanti richiesti andrà, appunto, deserto, ovvero non si svolgerà e i partecipanti potranno frequentare un altro workshop. Un grande tabellone, il safety wall, metterà in evidenza la programmazione complessiva e sarà il punto di riferimento per ogni informazione circa attività, orari e luoghi di svolgimento.
Varrà la “legge dei due piedi”, ovvero se ci si accorge che non si sta né imparando né contribuendo ci si può dirigere altrove senza disturbare gli altri partecipanti e l’attività.
In questo secondo Safety BarCamp tutti i partecipanti hanno la possibilità di mettere a disposizione degli altri le proprie conoscenze proponendo un workshop la cui realizzazione verrà valutata dall’organizzazione. L’invito è quello di portare al Safety BarCamp temi, metodologie, strumenti nuovi e arricchenti: il Safety BarCamp deve essere inteso anche – se non soprattutto – come il luogo della sperimentazione.
Già nella prima edizione del Safety BarCamp abbiamo visto molti proporre workshop per sperimentare e provare qualcosa di nuovo, per condividere dubbi e punti di vista che nelle circostanze in cui si “stacca fattura” non si può fare perché non c’è nessun paracadute e l’errore non è ammesso. D’altro canto, è vero che proporre un workshop ad un BarCamp spesso corrisponde ad una vetrina ma non va inteso esclusivamente in questo modo. Chi cerca di vendere i propri “prodotti” e “servizi” ad un BarCamp, in genere, non ottiene i risultati sperati. Se lo si intende come un luogo per costruire nuove e salde relazioni i risultati saranno migliori, in tutti i sensi. Il BarCamp, quindi, è uno dei pochi luoghi in cui il professionista potrà mettere in luce la propria vulnerabilità.
Cosa accadrà quindi il 17 maggio?
Si inizieranno i lavori con una breve presentazione dei workshop e delle attività offerte. Per velocizzare i lavori e la scelta, l’offerta sarà a disposizione sul sito www.safetybarcamp.it dove i partecipanti potranno vedere chi propone cosa, non quando. L’agenda dei lavori sarà fatta il mattino stesso e resa pubblica sul safety wall.
Ogni workshop o attività avrà una durata di 75 minuti. Tra un workshop e l’altro è prevista una pausa di 15 minuti per spostarsi da un’attività. In questo modo ogni partecipante potrà frequentare cinque diversi workshop. Saranno offerti più workshop i contemporanea. Chi propone un workshop sarà responsabile della sua organizzazione. La pausa pranzo sarà di un’ora, al termine di tutte le attività ci sarà una breve chiusura.
Le regole di un BarCamp sono veramente poche. Ci si metterà tutto l’impegno dal punto di vista organizzativo. La buona riuscita dipenderà molto dalla qualità della partecipazione. Sarà un modo per sperimentare la formazione partecipata di cui parla la normativa e che ancora oggi, per molti aspetti, sembra apparire oscura.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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