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Modelli di intervento e metodologie di analisi dell’organizzazione - Un libro di Paolo Gentile
Lavoro pregevole, ambizioso e per nulla semplice quello intrapreso da Paolo Gentile nella stesura del suo Osservare e interpretare il lavoro attraverso l'esperienza dei lavoratori. Modelli di intervento e metodologie di analisi dell’organizzazione. L’autore, infatti, si propone di fare un’analisi sui possibili percorsi di attuazione della cosiddetta Formazione partecipativa, vale a dire di quella formazione ai lavoratori che non sia fine a se stessa, ma sia capace di diventare anche il perno di una valutazione dei rischi soggettiva dei discenti coinvolti nel percorso di consapevolezza e conoscenza. Questo perché, “Quando i lavoratori partecipano attivamente al processo di valutazione dei rischi, maggiori sono le probabilità che le misure di controllo e gestione dei rischi correlate alla valutazione risultino efficaci: l'ascolto dei lavoratori costituisce un elemento importante della valutazione”.
L’impostazione adottata dall’autore – che è sociologo del lavoro e dell'organizzazione, ergonomo ed RSPP – è, di fatto, una metodologia che “vuole realizzare la valutazione del rischio attraverso e per mezzo della formazione” e, pertanto, “Presuppone che i lavoratori assumano su di sé l'onere di avviare e controllare il processo di valutazione e vengano messi in condizioni di esprimere le proprie esperienze e percezioni sull’ambiente di lavoro: proprio questa percezione consentirà una valutazione preliminare del rischio. La filosofia che sottende il procedimento di valutazione si caratterizza per l'elevato grado di coinvolgimento dei soggetti che fanno parte dell'ambiente oggetto di valutazione, riprendendo e adattando i principi della action research” formulati da Kurt Lewin. E in questo caso l'obiettivo del formatore non è solo quello di “esplorare un tema e pervenire ad una diagnosi”, ma quello di “modificare una situazione attraverso le conoscenze acquisite con la ricerca durante l'attività formativa”.
Dunque, nei diversi capitoli del libro vengono ripercorse le tappe di sviluppo della società industriale, descrivendo alcuni modelli organizzativi, (…) per sottolinearne gli aspetti partecipativi o solidaristici. Gentile, nella sua introduzione al libro spiega: “Non so se sono riuscito a dimostrare che la partecipazione che è stata un’aspirazione delle classi lavoratrici per conquistare la propria emancipazione, oggi è anche (soprattutto) un bisogno delle organizzazioni per competere in qualità nel mercato globale. La ricetta funziona solo se il lavoratore avverte: vero rispetto, vero coinvolgimento, vera responsabilizzazione”.
Con queste premesse metodologiche all’interno del documento sono state sviluppate una “Serie di esperienze di formazione-intervento e/o di formazione partecipativa, dove la progettazione dell'attività formativa si sviluppa intorno al riconoscimento dei partecipanti come portatori di bisogni e di competenze attraverso le quali realizzare consapevolezza ed emancipazione”.
In tal modo il percorso finale della metodologia proposta nel libro si concretizza, pragmaticamente, attraverso il confronto tra il DVR soggettivo (frutto del lavoro di formazione) con il Documento di Valutazione del Rischio ufficiale, realizzato dal Datore di Lavoro, per un suo miglioramento in termini di efficacia o vera e propria riscrittura per quel che riguarda la prevenzione nei cicli di lavoro.
E lo stesso Gentile a dire che “È dal confronto tra la fabbrica e l’accademia che deve avviarsi il processo di valutazione dei fattori di rischio presenti nell’ambiente di lavoro. Il passo successivo consisterà nel mettere in condizioni i lavoratori di intervenire nella ricerca di soluzioni ai problemi ambientali, individuati anche attraverso la loro percezione, e partecipare a riprogettare l'organizzazione del lavoro, secondo i bisogni da loro stessi espressi.
Questa impostazione epistemologica è il filo rosso con il quale proviamo a rileggere gli accadimenti di questo ultimo mezzo secolo e di indicare una metodologia ergonomica che possa essere condivisa da tutti i soggetti interessati: il legislatore, il datore di lavoro, i lavoratori, l'accademia”. In pratica, il comune denominatore che lega i diversi argomenti trattati nel volume è, quindi, rappresentato dalla proposta metodologica di un modello di analisi ed intervento ergonomico di tipo sociologico-partecipativo, che “Tende a ridimensionare la figura del tecnico che in questi anni ha assunto un ruolo preponderante. Gli esperti che devono adeguare le aziende alla normativa hanno finito per emarginare i lavoratori che hanno delegato a loro, al legislatore, alla magistratura, la ricerca di soluzione ai problemi presenti nel luogo di lavoro: un ruolo da ridimensionare a favore di una maggiore partecipazione dei lavoratori”.
Attraverso questo modello sociologico-partecipativo Gentile percorre gli ultimi 50 anni di storia della prevenzione e protezione sul lavoro nel nostro Paese, descrivendo esperienze rappresentative di due epoche: dalle esperienze sindacali degli Anni 60/70, fino alle successive esperienze legislative dei due decenni a cavallo tra il XX e il XXI secolo. “Non c'è una continuità storica. Tra queste due epoche si è realizzata una frattura; la seconda nasce dopo la crisi e la fine della prima, ma forse il recupero dello spirito di quelle esperienze può essere un elemento capace di dare quel valore aggiunto che fino ad oggi è mancato nell'applicazione della legislazione sulla prevenzione e protezione sul lavoro.
Il modello di analisi e intervento che propongo ha origine in quelle esperienze sindacali degli anni ’60, e può trovare diversi punti di riscontro con la successiva legislazione italiana (il D.Lgs.626/94 e il D.Lgs.81/08), tra questi vanno evidenziati i temi della centralità della valutazione dei rischi, della rappresentanza e partecipazione dei lavoratori alla gestione dei rischi, del ruolo della formazione, l'importanza della raccolta sistematica e dell'analisi dei dati per una efficace indagine e protezione sanitaria. Il recupero di questo modello può avere successo solo se riusciremo a dare ai protagonisti del lavoro un senso, una direzione del cammino della storia, consci che basta un nulla, un passo falso, un impennamento dell'anima per perdere la rotta e trovarsi da un'altra parte”.
L’autore dedica la sua opera a Ivar Oddone e Gastone Marri, protagonisti delle lotte sindacali degli anni Sessanta e Settanta: “Non ho conosciuto personalmente ne Oddone ne Marri, ma ho avuto la splendida occasione di collaborare, seppur marginalmente e nella fase finale, ad una importante impresa di cui furono protagonisti: Il CRD, Centro Ricerche e Documentazione rischi e danni da lavoro e la rivista “Medicina dei lavoratori”. Grazie a quella breve esperienza io giovane operaio, delegato nel Consiglio di fabbrica ho potuto avvicinarmi ed appassionarmi allo studio della Sociologia del lavoro e dell'Ergonomia. È a loro, a quegli anni, a quegli uomini e donne che di quegli anni sono stati testimoni e protagonisti, a quel che resta di quella “utopia” che dedico il mio lavoro”.
In conclusione, riportiamo la citazione – tanto cara a Gentile – tratta da “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino e dedicata proprio a Ivar Oddone, che in gioventù era stato partigiano, Commissario delle Brigate Garibaldi: “Gli uomini combattono tutti, c'è lo stesso furore in loro, cioè non lo stesso, ognuno ha il suo furore, ma ora combattono tutti insieme, tutti ugualmente, uniti. Basta un nulla per salvarli o per perderli. Questo è il lavoro politico. Dare loro un senso. E basta un nulla, un passo falso, un impennamento dell'anima e ci si trova dall'altra parte”.
A corollario si segnala anche che, la casa editrice “Palinsesto” ha attivato nel suo sito www.edizionipalinsesto.it un forum dedicato a discutere le tematiche trattate dal libro insieme all’autore e agli altri lettori. Nel forum si può inviare il proprio contributo, esprimendo un parere sulle tesi sostenute dall’autore o anche partecipando al dibattito promosso da altri lettori: un modo stimolante per essere proattivi e fornire ulteriori stimoli alla tematica.
Paolo Gentile
Sociologo del lavoro e dell'organizzazione, ergonomo ed RSPP, ha lavorato per molti anni nel settore della stampa di giornali quotidiani, dal 1998 ha ricoperto incarichi come amministratore delegato e consigliere di amministrazione per diverse società nei settori sanitario, dei servizi alle pubbliche amministrazioni, editoria e formazione.
Svolge attività di ricerca, formazione e consulenza di direzione. Ha pubblicato diversi lavori occupandosi di ergonomia, manutenzione, orientamento ed organizzazione.
Editor di RSPP rassegna stampa dedicata ai temi dell'ergonomia e della sicurezza sul lavoro su www.rs-ergonomia.com Dirige la collana Instant book per le edizioni Palinsesto.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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