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All’indagine di EU-OSHA hanno partecipato oltre 45 000 aziende in 33 paesi, rispondendo a domande su diversi ambiti della sicurezza e della salute sul lavoro, compresa la questione emergente della digitalizzazione
Disturbi muscoloscheletrici e rischi psicosociali sono i problemi più frequentemente segnalati nei luoghi di lavoro europei. Movimenti ripetitivi delle mani o delle braccia (riferiti nel 65% dei luoghi di lavoro nell’UE a 27), posizioni da seduto prolungate (una nuova sezione dell’indagine, segnalata dal 61 % degli intervistati) e il dover interagire con clienti, pazienti, alunni, ecc. difficili (59 %) sono i tre rischi più frequentemente riferiti.
Sono questi in estrema sintesi i principali risultati comunicati dall'Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) e contenuti nell’indagine sui rischi nuovi ed emergenti ESENER 2019.
L’indagine esamina anche il modo in cui le aziende affrontano questi rischi, individuando alcune tendenze preoccupanti. Per esempio, nonostante l’elevata percentuale di luoghi di lavoro nei quali i responsabili segnalano rischi di DMS, dal 2014 si registra una leggera diminuzione di quelli che adottano misure per prevenirli. Inoltre, solo il 29 % delle aziende dichiara che, al fine di gestire i rischi psicosociali, interverrebbe impedendo ai dipendenti di lavorare per orari eccessivamente prolungati.
Vi sono anche aziende che non segnalano alcun fattore di rischio. Tale caso è particolarmente frequente nelle piccole aziende: più piccola è l’impresa, più è probabile che riferisca l’assenza di fattori di rischio, in particolare quelli psicosociali: un dato che evidenzia una preoccupante mancanza di consapevolezza in merito a questo tipo di rischi. Una certa riluttanza a parlare apertamente dei problemi sembra essere il principale ostacolo alle misure intese ad affrontare questi rischi.
Per la prima volta, compare in ESENER 2019 la questione emergente della digitalizzazione e delle relative ripercussioni sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori. Se ne deduce, per esempio, che solo il 24% dei luoghi di lavoro che utilizzano una tecnologia digitale ha riferito di aver analizzato il potenziale impatto di tali tecnologie sulla sicurezza e sulla salute dei loro lavoratori. Concentrandosi sulle possibili ripercussioni trattate, al primo posto emerge la necessità di formazione continua per mantenere aggiornate le competenze (77% dei posti di lavoro nell’UE a 27 nel 2020), seguita da posizioni da seduto prolungate (65%) e da un’esigenza di maggiore flessibilità per i dipendenti in termini di luogo e orario di lavoro (63 %).
Nell’esprimere osservazioni in merito all’indagine, il commissario dell’UE per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, ha affermato: «La protezione e la promozione della sicurezza e della salute sul lavoro per i lavoratori, le imprese e la società nel suo complesso hanno acquisito un’importanza sempre maggiore nel corso degli ultimi mesi. Non vi è alcun dubbio sul fatto che le preoccupazioni espresse in questo studio siano state esacerbate dalla crisi Covid-19. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per affrontare le questioni connesse alla salute mentale dei lavoratori e per affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione, visto il recente forte incremento del telelavoro. Il prossimo quadro strategico in materia di SSL fornirà l’opportunità di affrontare tali questioni.»
Per approfondire ESENER 2019:
Sintesi programmatica (in inglese)
Nota informativa (in inglese)
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