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La Valtellina teatro di un'esperienza pionieristica nel terzo settore
I comitati di Croce Rossa di Sondrio e di Morbegno hanno recentemente ottenuto la certificazione in materia di salute e sicurezza certificandosi con il British Standard OHSAS 18001:2007, confermando il loro impegno ad orientare gli sforzi di tutti gli appartenenti ad una corretta gestione della salute e sicurezza sul lavoro, con particolare riguardo al rispetto della normativa vigente, al codice etico di Croce Rossa Italiana e a suoi obiettivi strategici. Si tratta di un’esperienza pionieristica all’interno di Croce Rossa Italiana, un caso che rimane pressoché unico nel suo genere. Il percorso fatto non è stato certamente dei più agevoli e ha necessitato di più di un anno di lavoro.
L’idea di intraprendere la sfida della certificazione, un percorso che ha richiesto oltre un anno di lavoro, è nata dalla collaborazione tra l’RSPP interno dei comitati Croce Rossa di Sondrio e Morbegno, Walter Rodigari, e Stefano Mancarti, titolare dello studio Si.For.Ma di Tirano (SO) ed il formatore ed esperto in sistemi di gestione, socio AiFOS, Gian Piero Marabelli.
Ne parliamo quindi con i diretti interessati per scoprire quale tipo di lavoro si è reso necessario e quali sono stati i punti cruciali legati all’implementazione di un sistema di gestione in una realtà del terzo settore.
- Raccontateci come è nato il progetto
Gian Piero Marabelli – Stefano Mancarti: tutto è cominciato quando il Comitato CRI di Sondrio ci ha chiesto di aiutarli ad ottenere la certificazione OHSAS 18001:2007, riguardante la salute e sicurezza. Al Comitato di Sondrio si è presto aggiunto anche il confinante Comitato CRI di Morbegno più piccolo territorialmente che ha con il Comitato di Sondrio un continuo scambio di relazioni nonché di operatività. L’intento di perseguire la certificazione riguardante la salute e sicurezza da parte dei Comitati di Croce Rossa era dovuto non solo a ragioni di immagine e di prestigio, ma anche dal fatto che la garanzia della tutela della salute e sicurezza delle persone è parte integrante della “mission” di Croce Rossa Internazionale e pertanto, si è voluto affrontare questo compito con determinazione.
- È stata la prima volta che due comitati di CRI hanno implementato un sistema di Gestione OHSAS 18001:2007 e lo hanno certificato: quali gli aspetti più difficoltosi da gestire nel percorso?
Gian Piero Marabelli: una delle cose più difficili è stata gestire il rapporto tra dipendenti e volontari ed il trasferimento delle procedure ad entrambi i nuclei. I mesi di preparazione al raggiungimento della certificazione sono serviti a rendere paritetico o omogeneo uno stesso modo di affrontare il lavoro, sia da parte dei dipendenti che dei volontari e a gettare le fondamenta di un percorso di miglioramento continuo nelle prestazioni dei servizi.
Stefano Mancarti: aggiungo anche il rischio di rendere l’operatività difficoltosa inserendo delle procedure che potevano ad una prima lettura risultare ridondanti, vanificandone l’efficacia.
Giacomino Rossatti (Dirigente del Comitato CRI di Sondrio): di sicuro la sfida più grande è stata far capire l’importanza del progetto alle persone che svolgono attività all’interno dell’associazione. Se per il personale dipendente la cosa poteva risultare semplice - anche se poi si è rilevata abbastanza impegnativa - per i volontari è stato molto difficoltoso. Soprattutto far passare il concetto che indipendentemente dall’essere dipendenti o volontari la sicurezza nell’ambiente di lavoro è uno dei pilastri per poter svolgere al meglio il proprio servizio. Sono convinto che se siamo la Croce Rossa, dobbiamo essere da esempio per tutti, soprattutto nella sicurezza.
- Potete riassumerci quanto è stato realizzato?
Gian Piero Marabelli: posso provare a farti un resoconto per punti:
Stefano Mancarti: a proposito di quest’ultimo punto in particolare abbiamo constatato che molti interventi vengono affrontati in situazioni estremamente delicate e variabili che non possono essere standardizzate. Per questo motivo si è puntato molto sulla formazione degli operatori e sulla conoscenza dettagliata di procedure specifiche mirate ad una gestione ottimale dei rischi.
Giacomino Rossatti: dal punto di vista operativo ha avuto un impatto dirompente il fatto che alla fine il processo di certificazione ha dato un’ulteriore impulso in termini positivi sull’equiparazione tra personale dipendente e volontari. Il fatto di utilizzare le stesse procedure operative, di avere un unico DVR, di fare formazione seguendo indicazioni ben precise, l’utilizzo di strumenti comuni ha fatto in modo di dare una migliore parificazione tra le figure che operano. L’ottimo lavoro svolto dai nostri consulenti ha contribuito a rendere accessibile a tutti il modo di operare (sistema molto intuitivo e facile da utilizzare).
- Principali risultati ottenuti?
Gian Piero Marabelli: l’impostazione e l’attivazione della certificazione hanno consentito di introdurre un nuovo modo di lavorare. Chiariamoci: alcune procedure già c’erano, ma è stata cambiata proprio la pianificazione di base e il necessario approccio volto ad ottimizzare le attività da compiere. In particolare, è stata riorganizzata tutta la documentazione, ricreando un archivio storico molto spesso superficiale e disperso tra le varie sedi (Sondrio ha una sede e 9 postazioni sul territorio, di cui 3 solo stagionali).Senza dimenticare le diverse procedure, che spaziano dalla sanificazione delle ambulanze alla manutenzione dei Dispositivi di Protezione Individuale. Il tutto è stato reso accessibile tramite un cloud, accessibile a tutti le Postazioni PS dei comitati, aspetto che costituisce una vera e propria ‘chiave di volta’ per la gestione, insieme alla predisposizione delle procedure anche per le buone prassi.
Stefano Mancarti: una sempre maggior partecipazione nella gestione di tutti gli aspetti lavorativi ed organizzativi da parte degli operatori che ha aumentato il livello di attenzione anche legato ad aspetti formali e non solo operativi, come l’attenzione anche ad aspetti che non sono dettagli nelle attività dei Comitati CRI, come ad esempio: l’attenzione all’uso delle divise, dei Dispositivi di protezione individuale, alla rigorosa pulizia e disinfezione dei mezzi di soccorso.
Giacomino Rossatti: abbiamo unificato il modo di lavorare tra personale dipendente e volontari. Questo è il miglior risultato ottenuto, o meglio è la base di partenza per lavorare ed ottimizzare e affinare ancora di più il lavoro. Abbiamo dato un’organizzazione omogenea al territorio, riuscendo a centralizzare molte cose e facendo quindi in modo di avere sempre sotto controllo tutte le postazioni operative
- La più grande soddisfazione?
Gian Piero Marabelli: aver potuto constatare la grande crescita dei dipendenti, dal punto di vista della concezione di se stessi, del proprio ruolo e della propria posizione sociale nel lavoro in Croce Rossa. Questo ha significato constatare un cambiamento nel modo di lavorare e di concepire la propria immagine sul territorio. Nelle riunioni che abbiamo fatto è emerso una sorta di slogan: “Chi si occupa della salute degli altri ora si preoccupa anche della sua” che ritengo sia l’espressione esatta di quanto compiuto. Ciò non toglie che il lavoro non può considerarsi concluso perché, ad esempio, va continuamente ‘raffinata’ la natura del rapporto di fiducia tra chi opera e l’istituzione stessa.
Stefano Mancarti: avendo lo studio in Tirano, è stato un onore ed un privilegio aver preso parte alla vita di un’organizzazione come Croce Rossa Italiana che opera nel mio territorio e nello stesso tempo aver trasferiti a dipendenti e volontari l’importanza di far parte di un’organizzazione storica e prestigiosa come Croce Rossa sentendosi addosso l’importanza di poterne essere parte e di essere un esempio dei valori che propone, in ogni azione e comportamento.
Giacomino Rossatti: essere riuscito a mettere insieme un sistema organizzativo che serve a gestire una struttura complessa come la nostra. Pensando alla situazione di partenza e successivamente ai risultati ottenuti, credo che la soddisfazione sia piena. Di sicuro credo che si debba migliorare, lavorare per mantenere il passo, gestire le situazioni in modo appropriato e con spirito sempre di sfida, non subendole. Solo così possiamo crescere e portare il livello qualitativo sempre più in alto.
- Applicazioni pratiche dell’esperienza portata avanti?
Gian Piero Marabelli: in primo luogo la possibilità di estendere il lavoro ad altri Comitati e associazioni analoghe. Questo perché sempre più sarà necessario per questi enti prendere coscienza del valore della sicurezza sul lavoro e delle misure da mettere in atto.
Stefano Mancarti: la definizione di “lavoratore” del Testo unico indica un orientamento preciso e cioè che le tutele dei lavoratori dipendenti si estendono anche tutta una serie di soggetti atipici e quindi dovrebbe portare tutta una serie di organizzazioni anche del terzo settore a dotarsi comunque di sistemi di gestione della sicurezza.
Giacomino Rossatti: credo che essendo stati un po’ i ‘’pionieri’’ in questo settore, molti comitati Croce Rossa siano interessati a entrare in questo mondo. Personalmente ritengo che certi comitati che hanno caratteristiche analoghe alle nostre caratteristiche (numero di dipendenti e di volontari, tipologia di servizi, ecc.) debbano arrivare ad adottare un sistema come il nostro.
Giuliana Gualteroni (Presidente Comitato CRI di Sondrio): quando il nostro RSPP Walter Rodigari ci ha proposto di intraprendere il cammino verso la certificazione OHSAS 18001, il consiglio direttivo ed io siamo stati da subito favorevoli ed abbiamo deciso di impegnare risorse e tempo in questo progetto, ambizioso ma senz’altro importante per conseguire una qualità di funzionamento e di servizio all’altezza di tutto ciò che la CRI Italiana rappresenta sul territorio e tra la gente. Altro elemento fondamentale è stata la consapevolezza di guidare cosi il nostro personale ad operare con efficienza e sicurezza e, quindi, con serenità. Ecco perché la nostra adesione è stata convinta e siamo orgogliosi di essere tra i primi comitati della Lombardia a raggiungere questo obiettivo. Colgo questa occasione per ringraziare i nostri collaboratori, i consulenti per il supporto prezioso e qualificato e la guida autorevole lungo tutto il percorso.
Stefano Ciapponi (Presidente Comitato CRI di Morbegno): creare delle procedure partendo dalle nostre buone pratiche e andare alla ricerca di quelle che possono essere le difficoltà nelle attività da parte di tutte le componenti del Comitato Locale di Morbegno è stata la sfida che ci ha spinto a intraprendere la certificazione 18001. Parlando a nome di tutto il consiglio posso affermare che la presa di coscienza del nostro potenziale, parallela al riconoscimento delle nostre debolezze, sia stato un momento importante di formazione e crescita. È in questo spirito che ottenere la certificazione per noi è diventato un punto di partenza e non di arrivo. Il continuo monitoraggio, la continua diffusione delle informazioni e la costante osservanza delle procedure ci porterà a svolgere al meglio quei compiti così delicati viste anche le richieste che pervengono da parte dei più deboli.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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