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Il caldo torrido aumenta la probabilità di incidenti sul lavoro

Lo rivela uno studio statistico svolto da ricercatori californiani: non solo colpi di calore e sincopi sotto il sole, ma anche incidenti sul lavoro al chiuso

 

temperature-injuries.jpg"Temperature, workplace safety, and labor market inequality" (Temperatura, sicurezza sul lavoro e disuguaglianza nel mercato del lavoro) è il titolo del working paper realizzato da Jisung Park e Nora Pankratz (University of California, Los Angeles) e A. Patrick Behrer (Stanford University) e pubblicato dal Washington Center for Equitable Growth. Per la prima volta, lo studio documenta su basi statistiche i crescenti rischi per la sicurezza dei lavoratori derivanti del calore eccessivo. La scoperta di particolare interesse è che l'aumento non riguarda solo i lavoratori che operano per lo più all'aperto, ma anche al chiuso. Il documento prende in esame dati riservati del sistema assicurativo previdenziale dei lavoratori della California, il più grande degli USA, nel periodo 2001-2018.

I dati rivelano che nei giorni con massime di almento 90°F (32°C), gli infortuni sul lavoro aumentano dal 6% al 9%, rispetto a un giorno con temperature comprese tra 60-69°F (15-20°C), ma nelle giornate con temperature di 100°F (37°C) o superiori, gli infortuni crescono addirittura dal 10% al 15%. Nel complesso, i tre coautori stimano che nel periodo compreso tra il 2001 e il 2018 le temperature più calde abbiano causato nella sola California da 260.000 a 450.000 ulteriori infortuni collegabili al calore (ma non segnalati come tali), ovvero da circa 15.000 a 25.000 all'anno.

È sorprendente che le temperature più calde siano collegate all'incremento degli incidenti sul lavoro sia in ambienti esterni che al chiuso, e per molti tipi di lesioni non direttamente correlate al calore. Come si potrebbe attendere, infatti, l'aumento si verifica nei settori di attività prevalentemente all'aperto e come l'agricoltura, i servizi pubblici e l'edilizia. Ma lo stesso trend si registra in alcuni settori in cui il lavoro avviene in genere al chiuso. Nel manifatturiero, ad esempio, un giorno con massime superiori a 95°F (35°C) aumenta il rischio di lesioni di circa 7 per cento rispetto a un giorno con temperature di 15-18°C. Nel commercio all'ingrosso, l'effetto è quasi del 10 percento.

Ancor più singolare il fatto che l'aumento delle richieste di risarcimento riguardi molti infortuni non generalmente considerati legati al calore: lesioni causate da cadute dall'alto, da veicoli in movimento o dal cattivo utilizzo di macchinari pericolosi. L'aumento degli infortuni colpisce una vasta gamma di parti del corpo, suggerendo che i meccanismi che soggiaciono alla relazione calore-aumento degli incidenti potrebbero non essere limitati a colpi di calore o sincopi da calore.

I dati contenuti nel working paper "Temperature, workplace safety, and labor market inequality" non erano mai stati documentati in precedenza, e potrebbero avere implicazioni significative, data l'attenzione posta quasi esclusiva fino ad oggi sui lavori all'aperto e sulle malattie da calore: cioè sugli incidenti che sono codificati dal punto di vista medico come dovuti all'esposizione al calore. I ricercatori stimano che che le temperature più calde abbiano causato circa 360.000 incidenti in California nel periodo 2001-2018, ovvero circa 20.000 all'anno rispetto a un ipotetico benchmark in cui tutti i lavoratori operano solo a temperature ottimali. Per avere un'idea del problema, questo è almeno diciannove volte il numero annuo di infortuni sul lavoro codificati nel sistema di indennizzo dei lavoratori californiano come causati da temperature estreme, e addirittura 300 volte il numero di malattie da calore lavoro correlate diagnosticate e gistrate dall'OSHA californiana: circa 60 all'anno. Stime del National Institutes of Occupational Safety and Health (NIOSH) addirittura parlano per il 2016 di soli 4.000 infortuni e malattie legati al calore in tutti gli Stati Uniti!

La comprensione delle conseguenze degli shock termici sul mercato del lavoro può essere particolarmente importante alla luce del cambiamento climatico antropogenico. Gran parte del sud degli Stati Uniti, per
esempio, ha già registrato un raddoppio del numero di giorni con temperature sopra 90°F (32°C) rispetto al 1980, e si prevede che entro il 2040-2050 il numero di giorni caldi in un anno crescerà di almeno altre 50 unità.

Per approfondire visita il sito del Washington Center for Equitable Growth all'indirizzo https://equitablegrowth.org/excessive-heat-harms-u-s-workers-unequally-as-the-safety-risks-from-climate-change-soar/


Pubblicato il: 10/08/2022

 

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