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I criteri quantitativi e qualitativi cui le Regioni dovranno attenersi per stabilire le priorità in fase di avvio dell'attività vaccinale in contesti lavorativi
A poco più di un mese dalla sottoscrizione del Protocollo tra istituzioni e parti sociali per l’attivazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro, è online un nuovo Documento tecnico operativo per l'avvio delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro, elaborato dall’Inail insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, che fornisce indicazioni operative per la somministrazione dei vaccini anti-Covid in azienda, utili anche a sciogliere alcuni dubbi emersi nelle ultime settimane.
Sulla base di specifici quesiti delle Regioni sono stati elaborati criteri quantitativi e qualitativi che permetteranno loro di valutare le priorità per i piani aziendali sulla base della disponibilità dei vaccini. Il criterio quantitativo, privilegiando la capacità di vaccinare numeri consistenti di lavoratori, consentirà l’accesso alla vaccinazione a lavoratori di aziende differenti operanti nel medesimo sito produttivo o nello stesso territorio. Tale criterio tende a facilitare l’accesso di piccole aziende, anche con differenti profili di rischiosità, che più difficilmente potrebbero organizzare punti vaccinali autonomi, semplificando inoltre l’organizzazione della campagna.
Per quanto riguarda il criterio qualitativo, i diversi settori di attività sono suddivisi in tre macro-gruppi sulla base della classificazione del rischio sulla base dei parametri di esposizione, prossimità e aggregazione contenuti nel documento tecnico dell’Inail approvato dal Comitato tecnico scientifico il 9 aprile 2020, insieme ai dati delle denunce di infortunio da Covid-19 analizzati per incidenza nei diversi settori produttivi. Nelle tre tabelle sono inoltre evidenziati alcuni settori già vaccinati o in corso di vaccinazione, come quelli degli operatori sanitari, dell’istruzione, delle forze dell’ordine e della difesa. Le Regioni potranno valutare ulteriormente i piani anche sulla base del contesto produttivo territoriale e dell’analisi epidemiologica dei focolai osservati in oltre un anno di pandemia.
Si calcola che nei 27 settori considerati più a rischio operino quasi 7 milioni di lavoratori non immunizzati.Di questi circa due milioni sono impiegati nel commercio al dettaglio (un settore con rischio prioritario soprattutto nell’ambito alimentare e nei centri commerciali), poco meno di 1,2 milioni lavorano nei servizi di ristorazione, più di 600mila nel trasporto.
Trova conferma la facoltà per i datori di lavoro di aderire alla campagna vaccinale singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratori occupati. In alternativa alla modalità della vaccinazione diretta, è prevista inoltre la possibilità di stipulare, anche tramite le associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, specifiche convenzioni con strutture sanitarie private in possesso dei requisiti per la vaccinazione. In entrambi i casi i costi sono a carico delle aziende, fatta eccezione per la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la loro somministrazione e degli strumenti formativi e per la registrazione delle vaccinazioni, che è assicurata dal Servizio sanitario regionale.
FAI CLIC QUI per scaricare il "Documento tecnico operativo per l'avvio delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro" del 12 maggio 2021.
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