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Rilanciamo l'appello della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione alla luce dei recenti tragici fatti di cronaca
La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) desidera esprimere profondo cordoglio per le 4 vittime e la propria vicinanza alle famiglie.
Il tragico incidente di oggi ripropone il tema della sicurezza del lavoro, tema di cui si parla, purtroppo, solo in occasione di eventi come questo per poi dimenticarsene per il resto del tempo fino al prossimo incidente.
Le cause del plurimo infortunio sono in corso di accertamento da parte degli organi competenti, Magistratura, operatori della ATS e Vigili del Fuoco, Carabinieri.
Dalle prime notizie la dinamica è simile a quella di tanti altri infortuni mortali accaduti nel passato e anche di recente: ricordiamo la strage di Ravenna nel 1987 durante la riparazione della nave “Elisabetta Montanari” che provocò la morte di 13 operai e poi più recentemente le stragi di Molfetta (3 maggio 2008, 5 morti), Mineo (11 luglio 2008, 6 morti), Sarroch (26 maggio 2009, 3 morti), Capua (11 settembre 2010, 3 morti) e ancora Molfetta (8 aprile 2014, 3 morti), Aprilia ( 28 luglio 2014, 2 morti), Emo di Adria (22 settembre 2014, 4 morti), su una nave nell’Adriatico (5 febbraio 2016, 1 morto), Messina (2 dicembre 2016, 3 morti), Ravenna (22 dicembre 2016, 1 morto) Milano (16/1/18, 4 morti). Si tratta di incidenti che si ripetono con dinamiche similari, inalazione massiccia di gas tossici o asfissia da carenza di ossigeno, e che provocano numerosi morti anche per i generosi tentativi di soccorrere i colleghi senza aver indossato adeguati dispositivi di protezione e in assenza di corrette procedure: nel periodo 2005-2010 sono stati registrati 29 eventi di questa tipologia che hanno determinato la morte di ben 43 lavoratori.
Ancora eventi tragici nonostante una normativa generale chiara e consolidata, di norme specifiche, di documentazione tecnica disponibile e ampiamente pubblicizzata, dell’organizzazione di tanti momenti di informazione, divulgazione e formazione sui rischi specifici, da parte delle strutture del SSN e delle associazioni scientifiche, della intensificazione dei controlli su questo rischio da parte dei Servizi delle ASL.
Purtroppo c’è sottostima dei rischi e scarsa competenza nell’affrontare il lavoro in sicurezza, consulenti improvvisati, business sulla formazione, in un mondo del lavoro con un’ampia presenza di economia sommersa, flessibilità esasperata e precarietà dei rapporti di lavoro, ampio ricorso ad appalti impropri.
Al dolore per le morti sul lavoro si unisce l’amarezza e la rabbia di chi opera per la prevenzione e continua ad operare anche davanti a questo muro di indifferenza verso i valori della vita e del lavoro.
Certo, i controlli vanno potenziati, ma occorre anche che chi giustamente lo sostiene si impegni concretamente per ottenere un adeguamento delle risorse degli organi di controllo che, tutti, operano con risorse limitate e in costante diminuzione.
La Lombardia per la prevenzione in generale, negli ambienti di vita e di lavoro, spende solo il 4% del fondo sanitario, a fronte del minimo 5% stabilito a livello nazionale.
Ma ancor più servono l’attenzione e l’impegno continui da parte di tutti gli attori in gioco, ma soprattutto da parte di chi, nella conduzione delle imprese e nel governo della cosa pubblica, ha maggiori responsabilità nell’attuazione e rispetto di quanto le norme già esistenti prescrivono per la salvaguardia e il rispetto della vita, della salute e del lavoro.
Serve una maggior qualificazione delle imprese, in particolare di quelle che svolgono lavorazioni ad elevato rischio, con l’obbligo di formazione alla sicurezza dei datori di lavoro che intendono intraprendere tali attività. Oggi, infatti, è possibile avviare imprese di tal fatta senza nessuna cognizione dei rischi che le stesse possono comportare.
Serve investire di più per innalzare la cultura della sicurezza e della prevenzione perché, come ormai noto, maggiore prevenzione significa guadagno in salute per chi lavora e maggior qualità del lavoro stesso.
Il Presidente della Consulta Interassociativa
Italiana per la Prevenzione
Susanna Cantoni
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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