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Gli infortuni sul lavoro sono pochi

Una riflessione di Riccardo Borghetto, direttore del CFA Lisa Servizi srl, consulente di direzione in ambito HSE, gestione dei comportamenti e Behavior Based Safety

 

borghetto-morti-lavoro.jpgSì. Non ho le traveggole. Sono pochi rispetto a quelli che potenzialmente ci potrebbero essere.

I numeri cui siamo abituati (oltre 1000 morti/anno, circa 30.000 infortuni con danni permanenti) sono considerati una strage, ma se guardiamo ai comportamenti a rischio, ogni giorno, in tutte le aziende, potenzialmente potrebbero essere molti di più. Veramente molti di più. È da chiedersi come mai siano così pochi in una situazione quasi generalizzata di comportamenti a rischio, è solo la fortuna che fa sì che un comportamento a rischio non sia seguito da un infortunio.

La settimana scorsa ero in Provincia di Vicenza, per tenere in qualità di docente alcuni corsi, in due acciaierie distinte. Erano due corsi di formazione sulla leadership dei preposti. Tra i vari argomenti parlavo di percezione del rischio e soprattutto di quanto i lavoratori sottostimino alcuni rischi, come la caduta dall’alto e la guida dell’auto.
Guardo dalla finestra dell’aula e nel capannone difronte mi trovo la situazione di cui alle foto sotto riportate. Praticamente avevo in diretta l’esempio pratico di quello che stavo dicendo. Mi sono fermato qualche secondo e ho scattato la foto.

Il giorno dopo, altra azienda, altro corso, fuori dall’aula e dentro al perimetro dell’azienda, una squadra di operatori montava un ponteggio. La foto è sotto riportata. E di nuovo, a 4 metri da me, avevo la dimostrazione real time del concetto illustrato. La cosa che mi fa pensare è che l’ingresso nella seconda azienda è subordinato alla trasmissione di un container di documenti. Vogliono sapere tutto prima dell’ingresso. Anche se hai intenzione di separarti. Se manca una virgola non entri. Ma poi... ecco emergere il comportamento umano nella sua accezione più pericolosa.

Se la fortuna è distratta e il lavoratore cade, partono i titoli dei giornali “incidente mortale all’azienda XXX”.. “era un lavoratore esperto”, “non si può morire cosi”, “basta morti bianche sul lavoro”, “sciopero di un’ora in tutto il comparto” ecc. Finché il focus di tutto sono gli infortuni e gli adempimenti burocratici non riusciremo a migliorare.

Nonostante la normativa, che qualcuno ritiene la migliore in Europa, gli incidenti mortali non calano. Vuol dire che qualcosa non va nel sistema. È necessario riorientare l’obiettivo dell’attività di prevenzione: gestire e controllare il comportamento umano e soprattutto i comportamenti ad altissimo rischio, anche se a bassa probabilità.

È inutile assumere altri ispettori, se devono venire a controllare gli adempimenti, e se esiste il DVR, POS, PIMUS, PSC e l’attestato di formazione. Devono verificare la situazione sul campo, mettersi li a guardare come si comportano i lavoratori, osservare e contare i comportamenti a rischio e indicare all’azienda i punti su cui migliorare, anche in forma coercitiva.


Pubblicato il: 19/04/2022

 

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