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L'esperienza tra Barcamp e Convention AiFOS di Luciano Manuel Carriero, amministratore delegato del Centro di Formazione Ambiente Sicurezza Srl
Woody Allen diceva “i guai sono come i fogli di carta igienica: ne prendi uno, ne vengono dieci”, una massima che sembra confermare il più noto pensiero murphologico secondo cui se qualcosa può andare storto, state sicuri che lo farà. Stati d’animo che posso immaginare essere oggetto dei pensieri di molti di noi negli ultimi anni: dopo restrizioni, quarantene, timori di contagio e nuovi varianti, quando finalmente speravamo in un ritorno alla normalità è arrivato prepotente l’orrore della guerra in Ucraina riportando nel nostro quotidiano distruzione, morte e timore per il futuro. In questo clima di latente angoscia, tuttavia, ci siamo anche ritrovati, come si (ab)usa dire oggi, resilienti e adattivi, se non altro per inerzia, ad una normalità oramai idealizzata e forse anche un po' stereotipata.
La complessità che pone più interrogativi che certezze ha sempre stimolato le menti curiose, ed è con questo spirito, per quanto provato dal contesto e dal peso degli ultimi anni, che ho affrontato i due abituali appuntamenti della nostra associazione, ben felice di riuscire a riconquistare qualche centimetro di normalità perduta dalle ultime edizioni a distanza. Perché diciamoci la verità, anche per noi nativi digitali, la dimensione tecnologica della formazione (e delle relazioni) computerizzata, per quanto innovativa e funzionale, ci ha fortemente estraniato, ponendoci ancora una volta di fronte al dilemma dell’efficacia del nostro operato.
Mentre percorrevo gli oltre 530 km per raggiungere Padenghe sul Garda, sede del Safety Barcamp di quest’anno, mi sono reso conto di come effettivamente persino i programmatori software più nerd hanno avvertito, in epoche non sospette, la necessità di sviluppare un metodo di incontro analogico, seppur divergente dalle tradizionali conferenze di settore, i così detti barcamp per l’appunto. E mi sono rincuorato pensando che se per un intero settore, quello informatico, questo metodo ha funzionato molto bene, sicuramente avrebbe reso ancora più efficace l’incontro verso il quale mi dirigevo. Mi sono quindi rimproverato di non aver fino a quel punto ancora guardato la griglia sul sito web dedicato, il non-luogo dove i workshop emergono liberamente dal desiderio di condividere e confrontarsi. Arrivare al West Garda Hotel è stato un respiro di aria fresca, quasi liberatorio, come ritrovare un ricordo smarrito o un’abitudine che in fondo temevi essere andata perduta, fatta di volti, voci e conversazioni che le distanze avevano oggettivamente fiaccato. Teste messe una di fronte all’altra, obbligate dall’assenza di microfoni e webcam oscurabili al con-frón-to, quello non meramente intellettuale ma altresì materiale fatto di gesti, mimiche e comportamenti. È stata quindi l’occasione di seguire quattro tra i diversi contributi offerti dai colleghi presenti: “La formazione discriminante”, un percorso visivo-letterario, per migliorare la gestione d'aula delle differenze dirimenti; “Il puzzle della sostenibilità”, un laboratorio esperienziale di alfabetizzazione sui temi dell’economia circolare e sulla figura dell’HSE Manager; “Sicurezza fuori dagli schemi”, basato sul famoso gioco da tavola Dixit incentrato sullo smascheramento e riadattato al nostro contesto lavorativo, ed infine “La formazione esperienziale per l’uso in sicurezza delle sostanze pericolose”, una Escape room molto competitiva e adrenalinica. Quello che ho veramente apprezzato di questi workshop è stato il fatto che ciò che accade al Barcamp nella sua imprevedibilità - essendo spesso sessioni sperimentali - rimane al Barcamp! Se non lo vivi esperienzialmente in prima persona semplicemente te lo perdi, rendendo questo tipo di incontri unico nel suo genere. Alcuni host hanno condiviso le loro intuizioni ed esperienze frutto dei valori e passioni che li guidano quotidianamente nel loro lavoro, altri hanno proposto dei format che dovevano essere provati sul campo e necessitavano di una vera e propria peer review condividendo con i partecipanti i punti di forza e le criticità degli strumenti, altri ancora semplicemente desideravano provare un modo diverso di sensibilizzare i propri colleghi su temi nuovi e meno conosciuti dalla platea. Mai come in queste occasioni apprezzo il valore della sperimentazione pratica, come una sorta di regressione del processo cognitivo e di apprendimento tipico dei bambini che troppo spesso manca degli adulti, vittime di algide certezze ed egocentriche visioni dell’esistente. Riuscire a mettersi in gioco e ritrovare una creatività perduta è quello che veramente ho gradito di questa edizione, un approccio che ho notato positivamente contaminare persino l’incontro successivo ovvero la più tradizionale convention annuale.
“Tornare alle radici della prevenzione”, è stato il titolo di questa edizione che si è tenuta poche settimane dopo il Barcamp: stesso luogo, stessi attori, stesso spirito. Dopo il tradizionale intervento di apertura, sono stato catapultato in un workshop di aggiornamento dal titolo “Tecnica ed espressione nell'uso della voce” sul come gestire la vocalità nei diversi contesti professionali, ritrovando fiducia, prendendo coscienza di sé per aprirsi all’ascolto dell’altro. Durante questo incontro ho veramente riscoperto una funzione importante del mio lavoro (la voce) e del mio corpo (il diaframma ed il respiro), ma soprattutto la conferma di quanto le relazioni umane e la presenza di un maestro con il quale confrontarsi nello spirito così detto “da mente a mente” siano elementi che misurano l’efficacia di un processo di apprendimento, elementi che, inutile scriverlo, non potranno mai essere espressi nella loro interezza solamente attraverso slide e webinar.
Questi incontri sono stati emozionanti e rinfrescanti, il formato non tradizionale conferma come in un ambiente informale ed associativo le idee possono fluire liberamente in maniera inclusiva eliminando le barriere piscologiche ed emotive che ognuno di noi si porta dietro. Spero che continueremo in questa direzione continuando a far emergere sempre più quelle idee divergenti che rendono scomodo e sfidante il nostro essere formatori.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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