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Le indicazioni teoriche e pratiche e qualche "trucco del mestiere" di Diego Perfettibile, esperto di progettazione e manutenzione di ventilatori industriali
Quindi, come è possibile iniziare a lavorare sulla sicurezza dei ventilatori?
Prima di tutto vanno identificate le targhe di un ventilatore, che indicano da chi è stato costruito e l’anno di produzione. Già in base a quest’ultimo dato è possibile fare delle considerazioni: sono macchine antecedenti il ’96? Se sì, al tempo la Direttiva Macchine non c’era. In questo caso Claudio Delaini ti potrà dare una mano per capire come fare ad avere tutte ‘’le carte a posto’’, perché è una macchina ancora in funzione ma costruita quando la Direttiva ancora non esisteva. In caso fosse stata venduta dopo il ’96, allora dovrebbe esserci una marcatura CE sulla targa dati. Inoltre, si dovrebbe essere in possesso di una dichiarazione e di un manuale. Controlla di avere tutto, perché senza rischi di incorrere in una multa bella salata. Anche in questo caso, se il vecchio fornitore non esiste più o non sa aiutarti, rivolgiti a Claudio Delaini.
Nella prossima foto invece si può osservare un altro esempio in cui la sicurezza è stata messa in secondo piano.
In questa zona, infatti, è molto probabile essere vittima di un contatto con la parte dell’albero che sporge. Girerà ad una velocità tale che, se per sbaglio tocco dentro anche solo con un ginocchio, mi ritroverei la rotula completamente tritata. Eppure, non c’è neanche una protezione per i lavoratori. In casi come questo sarebbe utile chiedere al fornitore di costruire quantomeno una rete protettiva quando ti ha consegnato la macchina in quelle condizioni. Questi sono esempi reali di tutti i giorni, quello che accade nelle aziende che mi contattano per risolvere queste problematiche.
Per quanto riguarda i ripari, la prossima immagine è di esempio per non ritrovarsi in una delle due seguenti situazioni, perché i ripari devono sempre consentire la manutenzione. Da un lato devono essere fissi, quindi avvitati in modo tale che non si muovano al primo contatto. In questo modo si evita di farsi del male durante la manutenzione dei cuscinetti. Dall’altro lato però, non bisogna incorrere nell’estremo opposto, quindi non bisogna coprire tutto e dimenticarsi della manutenzione.
Nella foto si può vedere quella parte rossa che ricopre completamente i cuscinetti. Per quanto possa sembrare un lavoro ben fatto, questo tipo di protezione presenta degli aspetti negativi per l’utilizzatore finale.
Infatti il manutentore ha due possibilità. La prima è dover spegnere il ventilatore, tirare via il riparo, mettere il grasso ai cuscinetti, richiudere il tutto e riaccendere il ventilatore. Un’operazione che richiede tanto tempo e altrettanta pazienza, quindi capita che il riparo non venga più riavvitato lasciando scoperta una parte molto pericolosa del ventilatore. La seconda possibilità è quella di dimenticarsi della manutenzione dei cuscinetti per evitare a monte tutta la fatica di smontare e rimontare il riparo.
In ogni caso, la colpa è anche del costruttore. Dovremmo facilitare il lavoro dell’utilizzatore finale dei nostri prodotti. Spesso invece vedo un comportamento errato nei confronti di chi la macchina se la ritroverà in azienda, facendo perdere tempo ed energie a chi dovrà mettere mano ai cuscinetti.
Certo, per il produttore è più semplice inserire un pezzo unico di ferro e chiudere tutto, ma si va ad aumentare inutilmente il lavoro del cliente. Per questo consiglio a chi si ritrova in azienda qualcosa del genere di mettere in sicurezza solo quelle parti che rappresentano una reale fonte di pericolo, permettendo un’attività ordinaria di manutenzione senza dover rimuovere ogni volta le protezioni e senza dover spegnere inutilmente il ventilatore.
Passando infine all’ATEX, il mio consiglio è quello di non prenderla sottogamba, perché può causare parecchi danni ad impianti e lavoratori in uno schiocco di dita. E in questi casi non si tratta di pagare una semplice multa, si rischia anche una denuncia penale. L’ATEX dipende da tanti fattori, ma principalmente da ciò che c’è intorno al ventilatore che dovrete acquistare ed installare sull’impianto. Guarda l’esempio nella foto, dove c’è la zona di scarico di un filtro di polveri di alluminio.
Quelle polveri dovrebbero essere contenute dalla sacca che l’operatore svuota periodicamente. Tuttavia, eccole depositate in modo massiccio in zone considerate sicure solo sulla carta. Basta una folata di vento che solleva le polveri ed una scintilla che tutto prende fuoco in pochi secondi.
Ma perché questi episodi accadono?
Non c’è una ragione ben precisa. Ci si può dimenticare di svuotare la sacca, che straborda fuori tutte le polveri. O è possibile che spostando la sacca piena, un po’ di materiale caschi anche in zone poco sicure, creando dei depositi pericolosi.
È quello che è accaduto nella prossima foto, dove un ventilatore è stato ricoperto quasi completamente dalla farina, una delle polveri considerate potenzialmente esplosive. Vedi che l’unica parte non ricoperta è quella verde, il colore originale del ventilatore. Tutto il resto è polvere.
Questa è una situazione ATEX o non ATEX?
A mio avviso ci sono gli estremi affinché l’ATEX sia applicabile dal punto di vista del luogo, della zona e dell’ambiente di lavoro. Oltre al fatto che viene trasportata della farina, che come già detto è una polvere potenzialmente esplosiva.
È ovvio che andrebbe svolta un’analisi a priori, ma in ogni caso quando si ha a che fare con una zona pericolosa, vanno prese delle precauzioni sulla sicurezza a 360°. Questo vuol dire che un ventilatore normale non basta, è necessario installare un ventilatore ATEX per non rischiare di incorrere in un’esplosione improvvisa dell’impianto.
Nel caso tu voglia più informazioni sulla sicurezza, ti invito a cliccare su questo link: www.ventilazionesicura.it. Troverai un sacco di informazioni utili sull’ATEX, oltre a diverse nozioni sulla sicurezza per i ventilatori industriali.
Ora arriviamo ad una domanda molto spigolosa: un motore ATEX montato su un ventilatore normale rende ATEX anche quest’ultimo?
Questo è un errore comune che vedo commettere molto spesso. Un motore ATEX montato su un ventilatore normale non renderà sicuro al 100% i tuoi impianti. Questo perché i ventilatori sono sensibili anche alle scintille di tipo meccanico, quelle prodotte dallo sfregamento di due superficie metalliche. È come quando si usa il flessibile per tagliare un pezzo di ferro, si produce un’enorme quantità di scintille.
Inoltre è possibile che si creino delle superfici calde, o delle cariche elettrostatiche. Anche queste rappresentano un pericolo per il ventilatore, per il motore o per chi lavora a stretto contatto con gli impianti. Bisogna osservare con attenzione tutto il progetto quando si va ad acquistare un ventilatore, non basta comprarne uno a catalogo e montarci su un motore ATEX sperando di eliminare ogni pericolo.
In questo caso ci viene in aiuto una norma per progettare un ventilatore ATEX idoneo. Noi costruttori siamo tenuti a seguire quei principi. In questo modo sappiamo esattamente quali materiali utilizzare, come costruire la chiocciola e il ventilatore e come deve essere saldato. Mettere insieme più parti ‘’alla buona’’ non renderà a norma l’intero macchinario.
Ricapitolando, per prima cosa bisogna assicurarsi che esista una targa con la marcatura ATEX. Se questa manca, è un enorme problema per chi sta utilizzando quella macchina, perché al primo controllo dell’ASL si incorre in una multa e – ancora peggio – al fermo dell’intero impianto. Con tutte le conseguenze economiche e d’immagine che ne seguono.
Se invece la targa c’è, allora basta osservare se i valori sopra scritti corrispondono a quello che è il luogo di destinazione del ventilatore. Dopodiché controlla che ci sia una dichiarazione o un certificato con un ente notificato che si riferisce in modo esplicito al ventilatore completo di motore elettrico.
Ma perché?
Per il motivo espresso prima. Non basta montare un motore ATEX su un ventilatore standard. É fondamentale che il motore montato sul ventilatore, quindi l’assieme delle due parti, sia conforme. Ad esempio, se un motore viene montato con una velocità sbagliata su un ventilatore certificato ATEX, ho comunque un problema. Perché avrò due certificati diversi che non mi confermano che le due parti siano sicure lavorando insieme.
Solitamente questo certificato dell’assieme viene attestato dal costruttore. Tuttavia mi è capitato di sentire qualcosa come ‘’il motore lo monto io, a posto così’’, solo per risparmiare qualcosa. Ecco, in quel momento la responsabilità di certificare l’assieme, redigere una dichiarazione e il fascicolo tecnico con le sue istruzioni d’uso passa nelle mani dell’utilizzatore finale. E tutti questi documenti sono necessari per non prendersi tutta la responsabilità sulle spalle.
Infine, ecco un esempio di un ventilatore PBN fornito ad un cliente nel 1990, quando era ancora in vigore l’anti scintilla e non la normativa ATEX. L’azienda nel tempo ha fatto dei controlli e ha deciso di classificare quella zona lavorativa come pericolosa per quanto riguarda le atmosfere esplosive.
Certo, è un passo avanti grazie ad un lavoro di analisi sulla sicurezza, ma non basta attaccare un cartello con scritto ‘’EX controlli periodici’’. Nonostante il ventilatore sia ancora funzionante dopo trent’anni, non è idoneo a lavorare perché le direttive sono cambiate nel tempo. Se dovesse accadere qualunque cosa – o se ci fosse un controllo – l’azienda non è coperta del tutto dall’essere a norma.
In questo caso, esistono due strade da percorrere. La prima è di cambiare del tutto il ventilatore e acquistarne uno ATEX, tanto questo PBN dal ’90 è stato ripagato più e più volte nel tempo. Tuttavia esiste una seconda strada meno dispendiosa che spesso non viene presa in considerazione dai costruttori, ovvero mettere mano al vecchio ventilatore e considerare quali modifiche mettere in atto.
Nel caso sopra citato, io che sono il costruttore posso prendermi carico di questa nuova progettazione, specialmente perché il ventilatore l’ho costruito io. Ma anche nel caso non fosse mio, è possibile metterlo a norma ATEX. Certo, ci vorrà più tempo per acquisire tutte le informazioni del caso, come il materiale della girante o gli spessori.
Tuttavia, il ventilatore verrebbe:
Il tutto senza dover spendere più risorse per comprarne uno nuovo. A volte basta solo capire dove sta il problema e risolverlo, senza dover rimpiazzare del tutto una macchina.
E la responsabilità cadrebbe sulle mie spalle, non più su chi la macchina se la ritrova in azienda.
Nel caso ti ritrovassi anche tu in azienda un vecchio ventilatore da mettere a norma, puoi contattarmi a questa mail: diego.perfettibile@pbn.it.
Vedrai che con un piccolo intervento è possibile raggiungere risultati eccelsi sia in termini di prestazione, sia dal punto di vista della sicurezza.
Il tutto senza dover rischiare di lavorare con una macchina non a norma o di acquistare ex novo un ventilatore.
Diego Perfettibile
Ingegnere non convenzionale, da sempre appassionato delle scienze in generale e con una forte propensione alla scrittura. Questo è quello che dicono di me i miei dipendenti e le persone che mi conoscono più intimamente.
Sono da oltre 14 anni uno dei due soci, insieme a mio fratello Andrea, dell’azienda fondata nel lontano 1976 da nostro padre (la PBN snc), un semplice operaio spinto dal grande sogno di poter vendere i ventilatori di processo più robusti ed affidabili che un’azienda potesse avere.
Autore del blog www.ventilazionesicura.it, l’unico blog in cui si parla di ventilatori industriali e della loro manutenzione.
Autore dei libri in vendita su Amazon:
- “Fans for Industrial Process” (2016): un testo in inglese – scritto per non addetti ai lavori - ideale per chi si trova a dover selezionare tecnicamente il giusto ventilatore da installare in un impianto di produzione industriale.
- “Forni da INCUBO” (2017): una vera e propria guida agli acquisti per evitare fregature e pessime figure quando si acquistano ventilatori per alta temperatura da installare nei forni industriali, tipicamente nel mondo siderurgico e metallurgico.
- “Eleganza Esplosiva” (2017): un testo unico nel suo genere, scritto con l’aiuto di altri quattro professionisti. Un piccolo manuale pratico per allontanare il rischio di esplosione nelle lavorazioni di taglio, sbavatura e finitura dell’alluminio e di altre leghe metalliche.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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