/ News / Approfondimenti / Sentori e andamento delle imprese di costruzioni
Il punto di vista di Andrea Basso, presidente di ATE Ance Trento
Per comprendere lo stato di salute del comparto delle costruzioni sarebbe sufficiente prendere in considerazione il complesso delle ore lavorate, se analizziamo quello trentino, ci basiamo su dati registrati dalla Cassa edile di Trento, nel corso diciamo degli ultimi 15 anni.
L'anno di più marcata crescita è stato infatti il 2007, quando furono oltre 17,2 milioni le ore lavorate. Con la crisi economico-finanziaria esplosa dal fallimento della Lehman Brothers, il settore ha subito un fortissimo contraccolpo durato oltre un decennio. Ma mentre in altri Paesi, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, alla Germania è stato proprio un vasto programma di investimenti in infrastrutture che ha consentito loro di uscire dalla crisi, in Italia in generale e, dobbiamo dircelo, anche in Trentino, il nostro settore è stato trascurato, per non dire maltrattato, da una legislazione caotica e convulsa che ha creato più burocrazia che lavoro. Gli investimenti sono crollati e con essi la produttività. Ad esempio, nel 2017/2018 le ore lavorate in Trentino, registrate dalla cassa edile, si erano più che dimezzate rispetto a soli 10 anni prima, toccando il minimo storico di 8,5 milioni di ore. Sono andate in fumo decine di imprese, anche storiche, e con esse tantissimi posti di lavoro.
Il timido accenno di ripresa del 2019 è stato poi spazzato via dall'avvento della pandemia.
Solo nel 2021 abbiamo assistito ad una accelerazione del settore, trainato dagli investimenti privati, spinti soprattutto, anche se non solo, dagli incentivi fiscali introdotti dallo Stato.
Tutto bene quindi? Nient'affatto! Intanto consideriamo che siamo sempre attorno ai 9,5 milioni di ore lavorate (ambito provinciale); c'è stata quindi sì una ripresa, ma siamo comunque ben lontani da un vero e proprio rilancio del settore.
I numeri, tuttavia, non ci dicono tutto. Perché non ci raccontano di come i prezzi delle materie prime da più di un anno e mezzo siano letteralmente schizzati e non diano alcun segno di raffreddamento. E ai prezzi delle materie prime si è aggiunto, a causa del conflitto in Ucraina, il caro energia e carburanti. Questi problemi riguardano allo stesso modo il settore privato e quello pubblico.
Le imprese hanno contratti che si basano su offerte formulate mesi addietro (nel settore pubblico è purtroppo normale che si faccia riferimento a contratti stipulati addirittura anni addietro). Questo aumento dei materiali, spesso a tre cifre, non era minimamente immaginabile quando le imprese hanno formulato le offerte. I rincari sono insostenibili: qui siamo molto, molto al di là del concetto di rischio d'impresa. Senza contromisure, nel giro di poco tempo molte imprese dovranno alzare bandiera bianca!
Qualcuno al Governo si è reso conto che la situazione iniziava ad essere preoccupante; ricordiamoci che ci sono in ballo gli investimenti del PNRR. Le opere, le infrastrutture le realizzano le imprese, ma se le imprese saltano il PNRR rimarrà solo un libro dei sogni.
Con il Decreto Aiuti, entrato in vigore il 18 maggio scorso, lo Stato ha previsto che le Regioni aggiornino obbligatoriamente entro luglio i propri prezzari per le opere pubbliche, ma nel frattempo le Stazioni appaltanti possono già aumentare i prezzi da mettere in gara fino a un 20 per cento in più. Inoltre, per le lavorazioni eseguite a partire dal 1° gennaio 2022, le Amministrazioni committenti sono tenute a riconoscere un incremento dei prezzi anch'esso fino al 20 per cento, salvo conguaglio in relazione ai prezzi che saranno fissati con l'aggiornamento straordinario dei prezzari.
Ricordiamo inoltre che lo Stato ha introdotto dal 27 gennaio scorso, con il decreto Sostegni-ter, l'obbligo di inserire nei bandi delle clausole di revisione dei prezzi. Il decreto Aiuti si applica in tutta Italia, con alcune eccezioni (in particolare non si applica in Trentino in quanto a livello locale si ritiene che tale norma non sia direttamente applicabile nella nostra Provincia. L'Alto Adige la pensa però diversamente).
E qui sta proprio uno dei problemi, ogni realtà locale tende ad applicare norme differenti, con problemi che poi si trascinano nel tempo. Ad esempio
Con la sentenza di inizio anno della Corte costituzionale che ha spazzato via molte norme adottate dalla Provincia di Trento durante il periodo emergenziale pandemico, la Consulta ha chiarito anche, in senso restrittivo, i confini entro i quali le Autonomie Speciali possono legiferare in materia di appalti pubblici.
Vi sono poi ulteriori e seri problemi da affrontare anche nel settore privato.
Cito il blocco degli acquisti dei crediti fiscali da parte delle banche. Siamo in pieno stallo, tutto il settore bancario si è fermato; imprese e cittadini sono in fortissima difficoltà.
Per non parlare poi della burocrazia. Ci sono Amministrazioni che viaggiano a velocità completamente diverse. Accanto ad alcune realtà comunali nelle quali in sessanta giorni viene rilasciato il titolo edilizio, in altri Comuni ci vuole più di un anno. Cittadini e imprese troppo spesso si trovano di fronte i "funzionari del No", o quelli del "mi porti un parere legale". È inaccettabile!
Le imprese molte volte vengono viste con ostilità, vengono ostacolate anziché incoraggiate. Noi chiediamo che ci venga detto cosa si può fare ed eventualmente in che modo è possibile farlo. L'incertezza, il NO a priori, ci mortifica e ci può far desistere dal programmare investimenti.
Si fa tanto parlare di rigenerazione urbana, di riqualificazione di interi settori, ma senza gli strumenti adeguati, come ad esempio agevolare gli interventi di demolizione e ricostruzione, o un partenariato pubblico-privato equilibrato, non si arriverà da nessuna parte. Come Trentino dobbiamo tornare a dimostrare che è il buon governo che legittima l'Autonomia. La capacità di realizzare gli investimenti pubblici, soprattutto quelli in infrastrutture, costituisce l'aspetto fondamentale e principale per difendere la nostra specificità.
Le imprese del settore delle costruzioni credono ancora e crederanno sempre in un buon governo e saranno sempre propositive e collaborative con le Istituzioni pubbliche per il bene del nostro territorio e di chi qui ci vive e ci lavora.
Pubblicato il: 27/06/2022
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