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Nelle sale da giovedì 14 febbraio, il film scava nell'umanità segreta di lavoratori particolarmente oscuri come i magazzinieri della grande distribuzione, nel loro modo di condividere turni e corsie, fatto di gioie e dolori nascosti, solitudini, solidarietà, complicità
Le luci di un grande supermercato alla periferia di una cittadina della Germania Est si accendono e, sulle note di Sul Bel Danubio Blu, i carrelli per la movimentazioni delle merci volteggiano come abili danzatori in un valzer tra i corridoi. Un’immagine onirica ed evocativa che sembra contrastare con la monotona quotidianità di questo luogo, popolato di gente, lavoratori o clienti, unicamente impegnata a riempire o a svuotare interi bancali di merci. Eppure, in questo microcosmo di vite scandite da una banale e impassibile regolarità, si cela una profonda umanità: storie di solitudini e malinconie, ma anche di emozioni e di complicità, animano la vita tra i corridoi creando l’illusione, tra i lavoratori, di essere parte di un'unica, grande famiglia. Il nuovo arrivato Christian, timido e riservato scaffalista notturno, non resta insensibile a questa atmosfera e presto finisce per considerare il supermercato come fosse la sua vera casa. Ma, soprattutto, Christian non resta insensibile a lei, la Marion ai Dolciumi che lo ha folgorato al primo sguardo e che, tra un incontro e l’altro alla macchinetta del caffè, cerca teneramente di conquistare.
Un valzer tra gli scaffali seduce per la sua poesia e il suo realismo. È una danza garbata e poetica di vite scandite da un’apparente banale quotidianità, dove un grande ipermercato è più casa per i protagonisti, delle loro proprie case. Un microcosmo di umanità fatto di dolori e solitudini, ma anche di complicità, sogni e speranze perché la vita può essere miracolosa anche nelle piccole cose e un cuore puro, persino nel brusio di un elevatore che scende piano piano, può arrivare a sentire il rumore del mare. Un Valzer tra gli scaffali ha vinto il Premio della Giuria Ecumenica al Festival Internazionale di Berlino con la seguente motivazione: “Se la vita è un supermercato, allora ciò di cui abbiamo bisogno non si trova sugli scaffali, ma nelle corsie. Il film mostra in modo artisticamente convincente cosa si intende per: "Beati i puri di cuore”.
Già presentato con successo alla scorsa edizione del Festival di Berlino, Un valzer tra li scaffali (titolo originale In den Gängen) ha colpito al cuore la Giuria del Napoli Film Festival che gli ha conferito il Vesuvio Award come Miglior Film Europeo per l'intensità e poeticità della sua storia.
Interpretato da Franz Rogowski (Premio Lola Miglior Attore del cinema tedesco) e Sandra Hüller (l'intensa protagonista di Toni Erdmann), il film racconta una delicata storia d'amore nata tra gli scaffali di un supermercato e il microcosmo pieno di umanità rappresentato dalle persone che vi lavorano.
Fai clic qui per scaricare la locandina del film, nelle sale italiane da giovedì 14 febbraio.
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Per Christian è il primo giorno di lavoro in un grande supermercato alla periferia di una cittadina della Germania dell’Est. Timido e riservato, Christian ha un aspetto che non sembra corrispondere all’ aggressività dei motivi che ha tatuati sul collo e sulle braccia e che il nuovo camice da scaffalista riesce malamente a coprire; ricordo di un’ adolescenza fatta di amicizie sbagliate e di un paio di anni dietro le sbarre. Eppure il giovane è un bravo ragazzo, e i suoi nuovi colleghi e responsabili non esitano a rendersene presto conto, canzonando bonariamente la sua goffaggine alla guida dei carrelli, ma apprezzando la sua serietà e il suo impegno nel lavoro. Il primo a farlo è Bruno, il suo referente alle Bevande: inizialmente un po’ burbero e diffidente, Bruno prende Christian sotto la sua ala protettrice e, pazientemente, gli insegna a destreggiarsi con il muletto. E poi ci sono Rudi, il responsabile dell’ipermercato che annuncia i turni della notte con la suite n.3 di Johann Sebastian Bach e che saluta tutti con stretta di mano a fine turno; c’è il pazzo Klaus, che tutti sbeffeggiano per le sue stranezze, c’è lo sfegatato scacchista Jurgen, la fumatrice incallita Irina, il pragmatico Norbert, preoccupato del fatto che il figlio voglia continuare gli studi, anziché trovarsi un lavoro sicuro. Ma soprattutto c’è lei: Marion. Christian ne è rimasto folgorato fin dalla prima volta che l’ ha vista ai Dolciumi, la corsia parallela alla sua. Poche battute davanti alla macchinetta del caffè e Marion, per Christian, è diventata la luce dei suoi turni notturni, la vera motivazione di quelle lunghe giornate lavorative. Sfuggente e misteriosa, per quanto lusingata dai gesti spontanei e inaspettati di Christian, Marion non sembra però ricambiare le stesse attenzioni e guarda il collega unicamente come “il novellino” che ama punzecchiare simpaticamente tra una pausa e l’altra del lavoro. In realtà Marion non è insensibile ai modi garbati del suo timido corteggiatore, ma è sposata, per di più con un uomo che la maltratta. Ed è forse per questo che la delicatezza di Christian riesce a fare, a poco a poco, breccia nel suo cuore. Complice la magia del Natale, in una sera di festa, Marion si lascia andare con lui ad attimi.
Invece è un momento apparentemente destinato a durare poco. Trascorse le vacanze natalizie, al rientro al lavoro, Marion si trincera dietro una scontrosa freddezza, per poi svanire nel nulla e non presentarsi più al supermercato. Christian, spiazzato dal suo improvviso cambiamento di cui non comprende le motivazioni, una sera si lascia andare alla frequentazione delle vecchie cattive amicizie, affogando nell’alcool la sua disperazione. Il giorno dopo, per la prima volta, arriva in ritardo di un’ ora al lavoro e in pessime condizioni. Ma per fortuna c’è Rudi, il capo comprensivo che, per una volta, è disposto a far finta di nulla e Bruno, che più che il suo referente è ormai un amico pronto a consolarlo e incoraggiarlo. Bruno capisce la devastazione di Christian e il crollo delle sue illusioni perché, a sua volta, nasconde una profonda sofferenza. Riesce a celarla bene ai colleghi che lo conoscono da anni, ma non ha pace con se stesso: il ricordo dei tempi precedenti alla riunificazione, quando anziché muletti conduceva autocarri a lunga percorrenza per l’azienda dei trasporti che occupava il luogo dell’ ipermercato, è ancora vivo e presente, e per lui è motivo di grande rimpianto e nostalgia. La malinconia di Bruno non impedisce però a quest’ultimo di essere di grande incoraggiamento per Christian, e per questo, non esita a spronarlo. Bruno è certo che Marion un giorno tornerà al lavoro.
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