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Il Quaderno della Sicurezza n°3 del 2020 - esclusivamente in digitale - è dedicato non a un tema, ma a una figura chiave per la sicurezza e non solo. L'editoriale di Lorenzo Fantini
Abbiamo deciso di scegliere non un tema, ma una figura specifica come protagonista del terzo numero di quest’anno così particolare.
Questo perché, quando un’organizzazione cambia, cresce, o nuove unità si uniscono a una società, si generano sfide per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Esistono diversi tipi di strumenti, sistemi, applicazioni, moduli e software che supportano tale percorso ma, soprattutto, il cambiamento necessita di persone e di capacità.
In tale ottica riteniamo che proprio quella dell’HSE Manager possa rappresentare una delle funzioni che, nell’immediato futuro, saranno fondamentali per la valorizzazione e crescita della tutela della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali nel nostro Paese.
C’è una apprezzabile pubblicazione[1], redatta qualche anno fa dal governo inglese, che ne parla in modo specifico e, nel preambolo, ne dà una definizione interessante: “Le organizzazioni hanno il dovere legale di mettere in atto disposizioni adeguate per gestire la salute e la sicurezza. Poiché questo può essere visto come un requisito generale di ampio respiro, l’HSE incoraggia un approccio pratico e di buon senso. Dovrebbe essere parte del processo quotidiano di gestione di un’organizzazione e parte integrante dei comportamenti e degli atteggiamenti sul posto di lavoro. Qualunque sia il vostro settore, o la dimensione o la natura della vostra organizzazione, le chiavi per una gestione efficace per la salute e la sicurezza sono:
L’HSE sostiene che tutti questi elementi, sorretti da una comprensione del profilo dei rischi che l’organizzazione crea o deve affrontare, sono necessari”.
Questo significa che tale figura costituisce un trait d’union indispensabile per le aziende e soprattutto per creare quello scambio che faticosamente riesce a prendere vita non solo tra le diverse aree aziendali, ma, spesso, anche tra top management e lavoratori.
In tale ottica, è necessario pensare ad un approccio sistematico che ne preveda l’inserimento e ne definisca il ruolo “fattivo” al di là delle indicazioni normative, che comunque vanno nella medesima direzione: ciò potrebbe non richiedere un sistema formale di gestione della salute e della sicurezza perché il successo di qualunque processo (o sistema che sia in atto) dipende dagli atteggiamenti e dai comportamenti delle persone nell’organizzazione. Il tutto tenendo conto della circostanza - che ormai appare chiara non solo alle Aziende ma anche ai Giudici che si trovano a valutare le responsabilità delle imprese in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale - che sia proprio l’organizzazione del lavoro il primo e fondante elemento di tutela per i lavoratori.
Ecco allora l’opportunità di un approccio ragionevole e proporzionato alla gestione del rischio - in breve, un approccio equilibrato - capace di garantire che le pratiche burocratiche siano armonizzate, non ostacolino lo svolgimento del lavoro e siano finalizzate a un obiettivo unitario (comprensivo anche degli intimamente connessi aspetti ambientali) di garanzia del bene fondamentale dell’individuo alla salute. In questo contesto l’HSE manager è un importante protagonista, in quanto soggetto che coniuga - grazie a un livello professionale molto elevato - le conoscenze personali con la visione manageriale della prevenzione in azienda, divenendo volano e stimolo del miglioramento continuo.
Ovviamente, purtroppo, questo non significherà l’eliminazione del rischio, ma almeno porterà (se ancora ce ne fosse bisogno) i leader, a tutti i livelli, a comprendere la gamma e la gravità di rischi per la salute e la sicurezza e l’ambiente nella loro parte dell’organizzazione e li spingerà sempre più a prestare un’attenzione proporzionata a ciascuno di essi.
Con l’auspicio che ciò si tradurrà, a livello di dettaglio, in un maggior impegno profuso dall’organizzazione per la valutazione dei rischi, la progettazione della formazione, l’attuazione dei controlli, la supervisione e il monitoraggio delle attività di prevenzione.
Lorenzo Fantini[2]
[1] Managing for health and safety (HSG65) pubblicazione del 2013 a cura di Health and Safety Executive (HSE) https://www.hse.gov.uk/pubns/books/hsg65.htm.
[2] Direttore dei Quaderni della sicurezza di AiFOS, avvocato giuslavorista, già dirigente divisioni salute e sicurezza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
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