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Un resoconto del convegno svoltosi martedì 14 maggio presso la Sala della Regina di Montecitorio
La delegazione AiFOS alla Camera dei Deputati |
Conciliare la crescita e il progresso economico con il lavoro dignitoso e la sicurezza sul lavoro è una sfida che ci vede tutti coinvolti quotidianamente. Rimane quindi fondamentale alzare il livello di allerta sulla prevenzione degli infortuni. Sia il Ministero del Lavoro che l’INAIL evidenziano la necessità di consolidare una “cultura” della sicurezza sui luoghi di lavoro e l’importanza della prevenzione, auspicando un vero e proprio Piano nazionale in materia.
Il quadro delineato pone come priorità la necessità di elevare il livello di attenzione e di consapevolezza sulla corretta gestione della prevenzione degli infortuni sul lavoro. È per tali ragioni che la Camera dei Deputati, avvertendo l’esigenza di organizzare un momento di confronto fra le Istituzioni e alcuni degli stakeholder maggiormente rappresentativi del settore, ha invitato AiFOS a partecipare, nella mattina di martedì 14 maggio presso la Sala della Regina di Montecitorio, all'incontro "Lavorare in sicurezza - Dialogo per la sicurezza sui luoghi di lavoro" alla presenza del Presidente Roberto Fico. L'iniziativa, concepita come una vera e propria call to action, è stata organizzata con l’obiettivo di impegnare Istituzioni e stakeholder al raggiungimento di obiettivi precisi in materia di sicurezza sul lavoro.
In tale prestigioso contesto ha preso parola il Presidente AiFOS Prof. Rocco Vitale come portavoce della delegazione AiFOS composta dal Segretario Generale Francesco Naviglio e alcuni Consiglieri Nazionali. Tra gli altri illustri relatori, Massimo De Felice (Presidente Inail), Gianni Rosas (Direttore ILO Sede per Italia e San Marino), Franco Bettoni (Presidente ANMIL) ed i Segretari Confederali delle tre principali sigle sindacali (CGIL, CISL, UIL).
Questi i principali concetti espressi dai relatori nella mattina di lavori alla Camera:
Necessità di un livello di tutela elevato ed effettivo per un diritto che è di ogni persona e che, tra l’altro, è garanzia anche di un interesse pubblico. Tuttavia, non si può pensare di andare solamente ad adempiere agli obblighi normativi, ma considerare di andare oltre; in tal senso, il dialogo è fondamentale per rafforzare formazione e informazione, oltre al coordinamento sistematico della attività ispettive. “Perché fare sistema è imprescindibile”.
Importante, inoltre, è rendere operativo il sistema informativo nazionale per la prevenzione e valorizzare il ruolo della ricerca.
“Assicurare la salute e sicurezza sul lavoroe prevenire non è solo dovere ma necessità per garantire un fondamento costituzionale”.
Necessità di un piano bidirezionale, che sia partecipato e che favorisca una presa di coscienza sociale fin dalla scuola, proprio al fine di consolidare la cultura della sicurezza.
Nel suo intervento ricorda le parole del filosofo Massimo Galimberti “La cultura è la terapia”.
Tre indicazioni:
Nel suo discorso tiene a precisare quanto lo schema delle gare d’appalto al minimo ribasso “sia un vulnus terribile per la salute e sicurezza sul lavoro e che andrebbe evitato”. Semmai, tra i criteri di valutazione si potrebbe calcolare un rating di sicurezza delle imprese, come il suo stesso Istituto ha proposto nella relazione annuale 2018. Poi in chiusura cita Di Maio: “Non abbiamo bisogno di nuove leggi ma di una cultura della sicurezza 4.0”.
Infortuni e malattie professionali sono un danno incommensurabile, sia per le famiglie che per l’intera società.
Il rapporto Ilo 2019 riporta cifre spaventose: le vittime sono 2,8 milioni ossia 7500 al giorno o 5 lavoratori al minuto; 374 milioni sono le vittime di infortuni all’anno e ogni anno 160 milioni di persone contraggono malattie professionali, con un costo sociale equivalente al 4% del Pil mondiale, pari a 2400 miliardi ossia il Pil dell’Inghilterra…
In contrapposizione con i drammatici numeri, le statistiche dicono che per ogni euro investito in prevenzione c’è un ritorno pari a 2,2 euro: c’è, dunque, l’esigenza di un approccio universalistico alla materia per assicurare standard minimi, perché “Non parliamo di numeri ma di persone”.
La Commissione Ilo sulla salute e sicurezza sul lavoro ha proposto che tra i diritti fondamentali vi sia introdotto il diritto alla SSL riconosciuto come diritto umano: “l’Italia è il terzo Paese più virtuoso in termini di ratifiche di trattati internazionali e speriamo che anche su tali tematiche sia attenta”.
Puntiamo ad una valorizzazione della cultura che, oggi è diventata elemento cardine.
C’è la necessità di un confronto permanente e di una formazione più empatica: accanto a questa, istituzioni devono lavorare sulla normativa quantomeno per attuare le indicazioni sulla qualificazione delle imprese e poi c’è bisogno anche di un’attività di diffusione culturale nella scuola che sia coordinata ed efficace (capace ad esempio di abbinare la salute e sicurezza con le opere studiate dai ragazzi).
Il confronto è sempre utile per fare squadra. Si sofferma sulla pericolosità di lasciare al libero arbitrio delle amministrazioni locali la destinazione d’uso dell’intero ammontare dei soldi contravvenzionali: se il 50% non viene più destinato alla sicurezza della strada è un problema.
Poi lascia la parola a Paolo Bazzoni che illustra una best practice aziendale sull’incidentalità stradale. La sua azienda, volutamente non citata, nel tempo e con l’adozione di procedure interne mirate (blocco totale dell’uso dei cellulari, impedimento dell’uso di alcol e farmaci in combinazione con una selezione di un parco macchine a 5 stelle) sono arrivati ad avere zero incidenti e zero giorni persi di lavoro.
Il suo intervento si è incentrato sull’importanza della politica nelle strategie da portare avanti e sul valore fondamentale di una formazione “di qualità” e che si basi non sugli aspetti formali ma su quelli sostanziali. A tal proposito ha richiamato la necessità di un’attuazione efficace della formazione stessa e della revisione dei soggetti formatori sulla base di controlli omogenei su tutto il territorio nazionale, che implichi anche la revisione dei parametri regionali di accreditamento.
“Dare ai formatori più libertà e anche più responsabilità”.
FAI CLIC QUI per approfondire l'intervento del Presidente AiFOS Rocco Vitale.
Dopo il Presidente Vitale si è aperta la sessione riservata alle organizzazioni sindacali.
Duplice necessità: di un continuo dialogo tra le istituzioni e gli attori; di una strategia nazionale che tenga conto del lavoro a tutto tondo, considerandolo come “diritto in garanzia”.
Anche il suo intervento si è soffermato sulla corresponsabilità degli attori, che non deve essere formale ma ben precisa e prevedere un coordinamento da parte del Ministero del Lavoro.
Importante anche non avere differenze tra lavoratori, né per formazione, né per tutele e fare investimenti in nuove tecnologie che siano anche “interiorizzate” dalle aziende e da continui aggiornamenti formativi del personale.
Le norme che ci sono in Italia sono all’avanguardia, manca semmai la capacità di realizzarle. Questo, sia nel far funzionare certi meccanismi, che nel far lavorare in maniera tripartita alcuni comitati; primo tra tutti quello previsto dall’art. 5 del D.lgs 81/08 - per programmare l’attività di strategia nazionale – o gli organismi territoriali. “Bisogna fare prevenzione senza tagli alle risorse”.
In conclusione dei lavori la parola è passata gli esponenti del Ministero della Salute e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Si cambia la mentalità e il comportamento se c’è un piano di cambiamento formativo: ciò significa implementare il processo di formazione alla sicurezza e aumentare i controlli, anche sulle informazioni diffuse.
In tale ottica appare utile la valorizzazione, che si sta portando avanti, del comitato previsto dall’art. 5 del D.lgs 81/08 per una vigilanza proattiva (invecchiamento e infortuni in itinere saranno i prossimi focus) e per la necessità di elaborare una strategia nazionale e un approccio multisettoriale: da questo punto di vista, indispensabile sarà il lavoro dei comitati regionali. Stiamo poi lavorando affinché nel Piano Nazionale di Prevenzione (PNP) sia dato spazio al lavoro e agli stili di vita.
“Si parla molto di costi e poco di valore”.
In quest’ultimo periodo abbiamo lavorato su una semplificazione degli adempimenti per le pmi che non comporti indebolimento delle tutela, oltre a puntare alla valenza della formazione per tutti e indistintamente dal tipo di lavoro.
Il dialogo ha un valore di pieno rilievo, fermo restando la necessità e lo sviluppo di strategie adeguate, proprio grazie all’interazione di tutti gli attori.
Stiamo anche affrontando il tema dei ruoli in esaurimento degli ispettori (tra poco ne saranno inseriti altri 850).
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