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Il Quaderno della Sicurezza n°2 del 2020 - esclusivamente in digitale - è dedicato a un tema quantomai attuale. L'editoriale di Lorenzo Fantini
Era l’ottobre 2019 quando il coordinamento dell’Associazione stabilì, come tradizione, quali avrebbero dovuto essere gli argomenti da approfondire nei quattro “Quaderni della sicurezza” dell’anno successivo. Tutti in redazione eravamo concordi nel dare risalto all’impatto che le nuove tecnologie e metodologie per la sicurezza stavano dando alla salute e sicurezza sul lavoro e come avrebbero potuto modificare lo scenario generale e, anche, le prospettive della formazione negli anni a venire. Naturalmente, nessuno di noi poteva immaginare l’imminente verificarsi degli eventi che, drammaticamente ed in modo straordinario, hanno rivoluzionato il nostro pianeta e tutte le certezze fino ad allora care alla collettività. Di fatto, il Covid-19 sta avendo un impatto storico su tutti gli aspetti della nostra società, dalle limitazioni della libertà personale al contesto lavorativo. A tale pandemia il mondo sta tentando di reagire il più velocemente possibile e, al centro di tutto, c’è proprio l’apporto della tecnologia.
“Con le misure di blocco e di distanziamento sociale in vigore in molti Paesi, e con un numero sempre maggiore di persone che si affidano a internet per informazioni e consigli, i governi vengono esortati a utilizzare tecnologie digitali efficaci per contenere l’epidemia. Gli stessi, spesso privi delle capacità finanziarie e delle risorse umane per sviluppare in modo rapido ed efficiente strumenti digitali di risposta alla crisi, dovrebbero costruire partnership con aziende tecnologiche private, imprenditori sociali o altre organizzazioni nazionali e internazionali per sfruttare le tecnologie esistenti affinché attenuino l’impatto della pandemia sulla vita della popolazione”. A scriverlo è il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNDESA) che precisa ulteriormente come: “I responsabili politici dovrebbero cogliere la crisi di Covid-19 come un’opportunità per stabilire strumenti di governo digitale su misura, strategie e collaborazioni per il futuro. La crisi ha dimostrato come sia impossibile per le società ignorare i progressi tecnologici. I governi dovrebbero abbracciare questi cambiamenti politici e tecnologici e raccogliere le opportunità digitali in grado di favorire lo sviluppo sostenibile dei loro Paesi”[1].
Tale testimonianza - insieme al discorso del Segretario Generale dell’Onu, António Guterres proposto nell’introduzione di questo editoriale - evidenzia quanto proprio le tecnologie e le nuove metodologie siano diventate in pochissimi mesi il fulcro di ogni ragionamento sul futuro; tutti noi abbiamo potuto sperimentarne l’impatto - perfino chi, persone o imprese che fossero, fino a ieri era più refrattario al loro utilizzo - acquisendo consapevolezza dell’utilità di certe soluzioni tecnologiche che già avevamo a disposizione, ma raramente avevamo sfruttato, se non in minima parte.
Ad esempio, quanti credevano che lo smart working fosse difficile da realizzare o, almeno, che non fosse adatto in molti contesti lavorativi, si sono ritrovati oggi - sebbene per motivi di necessità e con grandi punti interrogativi irrisolti - a prendere atto di cambiamenti dirompenti, che implicheranno non solo un diverso impatto per certe tipologie di lavoro, ma anche la presa d’atto di una migliore qualità della vita e di una importante riduzione dell’impatto ambientale del lavoro. Così, molte delle cose che fino a ieri si facevano offline adesso si fanno in modalità online, ovvero da remoto.
E tale rivoluzione non può che portare una messa in discussione di buona parte dell’apparato formativo, almeno per come fino a pochi mesi fa lo avevamo prospettato. Certamente il Coronavirus ha accelerato diversi processi che, specie per alcuni addetti ai lavori, apparivano come inevitabili, quali l’utilizzo della videoconferenza c.d. “sincrona” come strumento di formazione legale ed efficace (realtà al momento priva di un riconoscimento da parte di legge o Accordi Stato-Regioni, ma del tutto pacificamente e regolarmente praticata nel periodo emergenziale).
Tuttavia, nessuno pensava ad una ridefinizione così repentina delle regole generali del lavoro (e di come venisse erogato), che, come attori di tale contesto, siamo chiamati a rivedere nei prossimi mesi. Infatti, quello dopo il lockdown sarà un tempo in cui si potrà ragionare su quanto accaduto e nel quale, è molto probabile, vi possano essere modifiche nella regolamentazione della salute e sicurezza sul lavoro e della relativa formazione, quale effetto normativo dell’esperienza fatta in queste settimane di emergenza.
Questo vuol dire che in futuro si farà tutto in connessione? No, ma di certo cambieranno molte delle nostre abitudini della vita quotidiana, che uscirà profondamente trasformata da questa emergenza.
Tutte queste considerazioni non le troverete se non in parte in questo Quaderno della Sicurezza numero 2/20, laddove sono presenti alcuni interventi che, sebbene alla luce della pandemia hanno necessariamente assunto un taglio attuale, non erano impostati per ragionare direttamente su quello che sta accadendo. In questo Quaderno, tuttavia, trovate i primi spunti di riflessione su quanto sta verificandosi, certamente basati sul “prima” che si diffondesse il virus, ma che possono dare - in un contesto prevenzionistico che nella logica e nella impostazione comunque rimane lo stesso, prima e dopo il Covid-19 – indicazioni su quale sarà l’approccio e con quali basi si cominceranno a fare le riflessioni sul futuro che, vicinissimo, ci attende.
Come redazione, ovviamente non possiamo che sentirci coinvolti in quanto sta accadendo: quale piccolo contributo alle prossime valutazioni e per approfondire l’impatto (e le conseguenze) che il Coronavirus ha determinato sulle organizzazioni del lavoro e sulla salute e sicurezza - anche in questo caso operando in modo straordinario – abbiamo, quindi, deciso di dedicare il Quaderno di fine anno, il numero 4/2020, interamente al Covid-19.
Come recentemente ha detto Alessandro Baricco “L’emergenza ci spingerà a smettere di cercare regole imposte precedentemente e ci condurrà verso l’educazione all’impensabile; come protagonisti di questa epoca, siamo chiamati a diventarne consapevoli”[2].
Lorenzo Fantini[3]
[1] L'intervento completo è visionabile a questo link.
[2] https://www.facebook.com/AlessandroBariccoofficial/ e anche su https://medium.com/ipresslive/quattro-chiacchiere-con-alessandro-baricco-5d05ae6fcc35.
[3] Direttore dei Quaderni della sicurezza di AiFOS, avvocato giuslavorista, già dirigente divisioni salute e sicurezza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
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