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Ha ancora senso oggi parlare di una differenza tra safety e security? Nel Quaderno della Sicurezza n°1 2018 la nostra Associazione ha tentato di rispondere al questio. L'editoriale di Lorenzo Fantini
Da questo primo numero del 2018 la scelta editoriale dei "Quaderni della sicurezza AiFOS" è quella di trattare ed approfondire problematiche focalizzate sul tema dell’organizzazione e della sua vorticosa e spesso sorprendente evoluzione. Ecco la ragione per la quale safety e security, privacy, smart working e nuove modalità di lavoro sono gli argomenti scelti per accompagnare le pubblicazioni dell’anno. Questo perché riteniamo sia importante la divulgazione di materie magari meno legate alla salute e sicurezza sul lavoro in senso stretto, ma di grande attualità e che necessitano di specifiche riflessioni.
Il primo risultato di tale scelta è un Quaderno dedicato a quelli che, per molti, sono da ritenersi come “i due volti della sicurezza”, vale a dire safety e security. Si tratta di argomenti spesso discussi in quanto al centro di fatti di cronaca, quando le parole stesse generano talvolta incertezza e confusione, sia per l'approssimazione con cui vengono affrontati dai media, sia per il fatto che entrambi i termini hanno il medesimo corrispettivo in italiano, vale a dire quella generica espressione che è racchiusa nel vocabolo "sicurezza". Al riguardo, mi permetto una provocazione: oggi ha ancora senso parlare di una differenza tra safety e security? Con la progressiva informatizzazione delle aziende, che significato ha valutare come diversi e separati gli ambiti della sorveglianza e della protezione? Perché si tende ancora oggi a considerare la sicurezza come un servizio, invece che come un asset strategico?
Nei contributi qui proposti si cerca di comprendere come i diversi ambiti siano correlati, provando a fissare e distinguere i compiti e le diverse sinergie che non possono essere solamente quelle richieste dalla normativa, tra Forze dell’ordine, autorità locali e organizzatori privati, in occasione di eventi nelle piazze e luoghi pubblici con grandi affluenze di persone come concerti, manifestazioni e spettacoli, anche alla luce delle nuove emergenze terroristiche. Parliamo di due insiemi che si intersecano inevitabilmente, quello delle Forze dell’ordine, deputate istituzionalmente alla salvaguardia della nostra sicurezza e quello dei responsabili della sicurezza, baluardo posto al confine dei due insiemi, chiamato a far collimare i valori ed il profitto aziendali con la salvaguardia del patrimonio della società ed i costi necessari al raggiungimento degli obiettivi.
In questo numero troverete, quindi, interventi di tipo giuridico – legati alle importanti novità che ci sono state recentemente e che ci saranno nel 2018 – ma anche riferiti ad esperienze di safety e di security, allo scopo di fornire ai lettori spunti di conoscenza e riflessione che siano, come nella consolidata tradizione dei Quaderni della sicurezza AiFOS, ispirazione per le attività professionali dei lettori.
Qualche tempo fa il prefetto Gabrielli disse che: “Il bene prezioso delle libertà e dei diritti, che sono tipici di una società libera e democratica come la nostra, devono essere posti in primo piano, e ci deve essere da parte della gente, un atteggiamento non di paura, perché ridurre le proprie libertà sarebbe il prezzo peggiore che si possa pagare”. Va, quindi, sempre considerato che si tratta di temi preziosi, che incidono su valori fondamentali per l’individuo, i quali vanno conosciuti e gestiti in un modo che i preventori conoscono molto bene, cioè dandosi uno standard elevato da applicare e perseguire, giorno per giorno, assicurandosi che l’asticella così collocata non venga mai abbassata.
Lorenzo Fantini[1]
[1] Direttore dei Quaderni della sicurezza di AiFOS, avvocato giuslavorista, già dirigente divisioni salute e sicurezza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
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