Lorenzo Fantini
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Editoriale
di Lorenzo Fantin
i 1Fare un editoriale per parlare dei risultati di una ricerca sulla scuola
condotta da AiFOS rischia di diventare una forma di autocelebrazione se
non di piaggeria. Questo perché, inevitabilmente, si rischia di parlare dei
meriti,
in primis
dell’aver posto attenzione ad un mondo, quello scolastico
appunto, che ancora è poco esplorato, e dove le iniziative di tutela della
salute e sicurezza sul lavoro non rappresentano un corpo omogeneo.
È proprio questa mancanza di pianificazione generale degli interventi il
punto di partenza su cui concentrare l’attenzione: perché, purtroppo,
appare netta la distinzione tra indicazioni normative e reale condizione
delle scuole: parliamo di un luogo (di lavoro) dove la regolamentazione di
sicurezza non è applicata o, meglio, – a causa della particolarità dei siti,
delle risorse a disposizione e delle strutture obsolete - ne viene consentito
un uso improprio e derogabile in molte sue parti.
Tuttavia, se questo elemento rappresenta un macigno enorme sul quale,
come Associazione, non possiamo incidere direttamente, ritengo che
stimolare la discussione con informazioni prese direttamente all’interno
del contesto sia fondamentale per attivare qualsiasi iniziativa migliorativa
e di cambiamento.
Questo non solo per suggerire un adempimento formale della sicurezza
sul lavoro nelle scuole, ma per comprendere, come leggerete in molti dei
contributi proposti nelle pagine a seguire, la realtà scolastica a tutto tondo.
Ciò non significa dimenticare le tante e lodevoli azioni intraprese, spesse
volte in modo autonomo da singoli istituti se non dagli attori medesimi,
ma inquadrare la problematica di questo particolare luogo di lavoro, dove
è necessario avviare delle azioni capaci di generare all’interno un percorso
virtuoso sulla tutela di salute e sicurezza.
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Direttore dei Quaderni della sicurezza di AiFOS, avvocato giuslavorista, già dirigente divisioni salute
e sicurezza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.