Q1, 2016 – Tutela donne: il punto di vista europeo
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consistente tra il 1995 e il 2010, le donne non sono risultate immuni agli
effetti della recessione. Pertanto, sulla scia della crisi, il tasso di
occupazione delle donne è sceso tanto che, nel 2010, si era tornati ai livelli
del 2007. Inoltre, le donne appaiono molto più propense a lavorare part-
time rispetto agli uomini (nel 2008, il 73% delle persone in part-time sono
donne), con un'alta percentuale femminile nei posti di lavoro part-time che
risulta sottoccupata.
Le statistiche hanno dimostrato anche che molte donne sono impiegate
temporaneamente e/o in più posti di lavoro: tali contratti non standard
tendono a comportare rischi per la salute. Ruoli part-time tendono, inoltre,
ad essere pagati in modo inferiore rispetto a ruoli a tempo pieno e a non
dare possibilità di crescita in termini di carriere; questi fattori possono
portare a problemi psicosociali nei lavoratori (che sono chiamati a lottare
per far fronte alle difficoltà economiche, visto il loro stipendio basso), o a
farli diventare depressi a causa della mancanza di prospettive e di controllo
sul proprio lavoro. In aggiunta a questo, i lavoratori temporanei o a tempo
parziale sono più difficili da raggiungere con interventi e/o messaggi di
SSL e possono essere trascurati nelle valutazioni del rischio.
Tali accordi temporanei o a tempo parziale significano anche che le
donne hanno meno probabilità di essere coinvolte nella progettazione e
nella realizzazione di interventi per la prevenzione dei rischi.
Un aspetto, che è stato spesso trascurato, riguarda proprio l'interazione
tra il lavoro retribuito delle donne e il loro lavoro non retribuito in casa. La
ricerca, guardando alle ore di lavoro nel complesso (cioè facendo la somma
tra le ore lavorate nel proprio lavoro principale e in tutti i lavori secondari,
più il tempo speso per pendolarismo e nel lavoro all’interno della famiglia)
ha rilevato che, in media, le donne in posti di lavoro a tempo parziale
lavorano più ore rispetto agli uomini in posti di lavoro a tempo pieno.
L’esposizione combinata e la mancanza di tempo libero possono causare
problemi di salute per le molte donne in questa situazione; per questo il
lavoro non retribuito delle donne dovrebbe essere preso in considerazione
nelle politiche in materia di SSL.
Peraltro, è stato anche scoperto che la prevalenza di ruoli non standard
per le donne ha portato ad una sottovalutazione del tasso di infortuni sul
lavoro subiti dalle donne stesse. Uno studio del 2002 compiuto da Eurostat
ha mostrato che la differenza di tassi di incidenti tra donne e uomini era
minore quando questi sono stati calcolati su base equivalente, a tempo
pieno; questo perché le donne hanno lavorato a tempo parziale più spesso