Q1, 2017 - Editoriale
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i numeri degli infortuni ci dicono chiaramente che queste iniziative non
bastano.
Nel numero che avete tra le mani, come sempre, ci proponiamo di dare
risalto ai diversi punti di vista sulla tematica, per proporre spunti di
riflessione su cosa potrebbe (e dovrebbe) essere migliorato; dall’analisi
della percezione dei rischi alla guida, fino alla dieta più idonea per chi si
mette al volante. In questo approfondimento, peraltro, non dimentichiamo
che gli incidenti hanno anche un impatto sui costi delle imprese e che
quelle che adottano una politica di sicurezza stradale riducono in genere i
loro costi di funzionamento.
Per tutti questi motivi occorre certamente, innanzitutto, un preciso
impegno da parte delle imprese che utilizzino mezzi di trasporto su strada,
volto a ridurre i rischi per i conducenti. Ma non solo: c’è bisogno che siano
proposte e poi messe in atto buone pratiche sia per i datori di lavoro che
per chi è al volante, qualsiasi sia il mezzo.
Indicazioni, sulla carta ce ne sono tante: ad esempio, l’EU OSHA ormai
da anni propone la creazione di un registro di tutti gli incidenti in modo da
potere effettuare un’analisi nell’ambito della valutazione del rischio e
determinare le migliori modalità di intervento.
Nel dare spazio alle differenti idee tengo a mettere in risalto
l’importanza della ‘mobilità sostenibile’. Perché il proporre soluzioni
innovative per una nuova visione dello stare alla guida non riguarda solo
il lavoro in sé e la sicurezza delle persone, ma il benessere in generale, che
non può prescindere dal reimpostare regole comuni, che non siano
solamente ‘corpo normativo’, ma coscienza civica condivisa.