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Q4, 2016 - Editoriale

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L’obiettivo, certamente ambizioso, è allora quello di sviluppare una

sorta di “razionalizzazione” dell’attività in materia di sicurezza e di creare

quel

mainstreaming

che l’Agenzia Europea EU OSHA auspica, e cioè

avviare quella ‘tendenza’ capace di generare un seguito di massa.

E tale proposito potrà essere sviluppato solamente se le buone pratiche

in materia di SSL diventano 'integrate' nell'istruzione e pertanto, citando

EU OSHA, “Inserite sistematicamente nella cultura trasmessa nelle scuole

e nelle lezioni in aula: il pensare alla sicurezza sul lavoro e alla salute in

modo consapevole e responsabile diventerà una ‘seconda pelle’ per gli

studenti. L'idea è che le lezioni, nelle quali i bambini imparano a conoscere

la SSL - sia attraverso l'insegnamento che nell'esperienza pratica -

potranno infondere un buon atteggiamento, vale a dire quell’attitudine che

rimarrà con loro quando entreranno nella forza lavoro e, di fatto, in tutto il

proseguo della loro vita lavorativa”.

Dunque, ciò comporta il fatto che la sicurezza sul lavoro non sia, né

possa essere distaccata dal contesto dei programmi scolastici, ma con essi

integrata. D’altronde questo è esattamente quanto era con molta chiarezza

imposto dalla Legge n. 123 del 2007, la delega in base alla quale è stato

emanato il D.lgs. n. 81/08, che prevedeva il seguente criterio, poi attuato

(in verità solo in parte) nel “testo unico”: “La promozione e la divulgazione

della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro all’interno dell’attività

scolastica ed universitaria e nei percorsi di formazione” (art. 1, comma 2,

lett. p), n. 3, Legge n. 123/2007).

E questo criterio implica l’educazione alla prevenzione dei rischi di

gestione della sicurezza e della salute e il coinvolgimento attivo sia degli

allievi che del personale scolastico, insegnante e non. Se questo è il giusto

modo di intraprendere un cammino condiviso, non si può non apprezzare

lo spirito con cui AiFOS ha condotto la ricerca.

L’auspicio resta quello di contribuire ad avviare un nuovo approccio,

sia nelle nuove generazioni che nella formazione del corpo docente, pur

non dimenticando il ruolo decisivo che potranno svolgere le università.

Perché l'istruzione alla salute e sicurezza richiede, apprendimento attivo e

partecipativo per far sì che il D.lgs. 81/08 non sia ritenuto “un ospite”,

peraltro presente episodicamente e solo in certi territori, ma una parte

integrante del percorso scolastico.