Q4, 2017
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Valutazione e Verifica dei processi formativi
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questioni economiche o da un larvato disinteresse a questo tipo di
formazione.
I datori di lavoro, il management, i responsabili della sicurezza in
azienda e i lavoratori stessi
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devono essere coscienti della necessità ed
eticità dell’intervento formativo nell’ambito di salute e sicurezza del
lavoro e, da qui, arrivare alla scelta di formatori qualificati, che si
impegnino con professionalità allo svolgimento del percorso formativo.
Tutti gli attori dovranno essere convinti che la formazione non si esaurisce
nelle ore d’aula e/o prove pratiche. Per essere di qualità e, quindi,
“efficace”, necessita di tempo e di impegno che va oltre la mera erogazione
del percorso for
mativo, proprio per garantire che l’investimento fatto dia i
risultati attesi, sia in termini di spesa che di tutela della salute e integrità
fisica dei dipendenti e collaboratori, vero capitale dell’azienda.
Nel 2009 scrivevo:
Come non riconfermare tutto ciò? Nonostante gli investimenti fatti in
questi anni, purtroppo, assistiamo troppo spesso all’erogazione di corsi
sulla salute e sicurezza dei lavoratori di bassa qualità, con docenti di
dubbia competenza e professionalità, organizzati solo per rispettare
obblighi di legge e scelti solo con criteri economici.
La formazione è un processo serio
e fondamentale, specialmente nella
salute e sicurezza sul lavoro, ed è anche un’area di investimento aziendale,
che richiede una valutazione accurata, sia a scopo giustificativo
dell
’investimento stesso che al fine di garantire al progetto, nel suo arco di
vita, un elevato livello di efficacia.
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Il progetto ‘VisionZero’, proposto dall’ISSA a Singapore nel c
orso del Congresso Mondiale della
Sicurezza sul lavoro, di cui AIFOS è partner, prevede un forte coinvolgimento ed impegno da parte dei
vertici aziendali nel diffondere la cultura della sicurezza in azienda.
Appare sempre più inadeguata la formazione che si realizza nel campo della salute e
sicurezza del lavoro. Talmente inadeguata che sembra diffusa la sensazione di molti
operatori di realizzare una formazione con un “effetto placebo”, tendente a convincere
che si fa del tutto per combattere il fenomeno infortunistico, ma che nella realtà si hanno
ben presenti le difficoltà e la irrealizzabilità degli obiettivi. Appare davanti agli occhi di
tutti che i dati sono crudelmente testimoni del fallimento della formazione sin qui
realizzata. È giunto allora il momento di ripensare il modello sin qui adottato e dare
maggiore dignità ad una formazione che forse viene considerata minore solo per il fatto
che è rivolta ai lavoratori e realizzata da specialisti e da tecnici che, a volte, non sono in
possesso di adeguate conoscenze nel campo della formazione agli adulti. È quindi
necessario passare da una “formazione placebo” ad una “formazione utile” non solo per
i lavoratori ma per l’intera comunità.