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Q4, 2017 - Editoriale

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soprattutto, alla necessità di apprendimento sempre meno teorico dei

discenti: un futuro prossimo dove l’

acquisizione esperienziale diventa

cardine fondamentale del processo di apprendimento (quel “quarto sapere”

definito da Piergiorgio Reggio

sapere dell’anima

che permette agli altri tre

- sapere, saper fare, saper essere - di svilupparsi).

Non a caso il Presidente intitola il suo contributo “Apprendimento per

il cambiamento”, prefigurando un processo nel quale “

Assistiamo ad

un’inversione di tendenza in cui l’esigenza formativa viene portata in

primo piano, ancor prima del lavoro, volta ad un cambiamento dei

comportamenti. La formazione e la sua valutazione, quindi, opereranno

prima, per favorire il cambiamento della persona chiamata ad entrare in

un nuovo mercato del lavoro.”

.

In tal modo si rimarca la necessità di tener conto dei nuovi processi che

investono il mondo del lavoro e, pertanto, ipotizzare la creazione di una

‘reale’ politica di formazione permanente.

La stessa giurisprudenza esprime costantemente nelle proprie pronunce

il concetto per cui la formazione non deve solo essere realizzata e

documentata ma deve essere

“effettiva”

ed

“efficace”

(Cfr. Cass., 22

ottobre 2012, n. 41191 o Cass. pen., Sez. IV, 27 settembre 2010, 34771) e

come il Giudice possa indagare puntualmente non solo su cosa sia stato

utilizzato in sede formativa, ma soprattutto su quale risultato sia stato

raggiunto in pratica, in termini di consapevolezza dei rischi che si corrono

sul lavoro. In simili casi i Giudici non si limitano mai ad un controllo solo

“burocratico” della st

ruttura, ma analizzano la formazione erogata per

comprendere se essa sia stata compresa e condivisa in termini operativi dai

partecipanti ai corsi. Di conseguenza, occorre un’attenta progettazione

delle offerte formative, che vada seguita dalla erogazione dei corsi e che si

concluda

– passando per la selezione e l’illustrazione di materiali adeguati

allo scopo (che potrebbero anche essere acquisiti dal Giudice per le

necessarie verifiche)

– con l’accertamento della efficacia della formazione

erogata. Essenziale diviene la dimensione della responsabilità di tutti

coloro che concorrono al processo educativo, dal soggetto formatore

chiamato ad una attenta, chiara e “mirata” progettazione dei corsi –

fino al

datore di lavoro e ai dirigenti, obbligati per legge

rispetto all’obbligo

formativo.

In tale contesto elemento determinante per una formazione concreta ed

efficace è il docente il quale, oltre a dover possedere i requisiti formali di

cui al decreto “qualificazione formatori”, deve essere consapevole della