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Umberto Frigelli

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con 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne di andare in pensione

con 41 anni e 10 mesi di contributi.

I dati già ci dicono quanto stia aumentando la permanenza al lavoro dei

lavoratori tra i 55 e i 64 anni d’età. Il tasso di occupazione degli over 55 è,

infatti, in crescita in Italia, dove tra il 2005 ed il 2016 è aumentato del 61%,

passando dal 31 a circa il 50%.

Questo aumento riguarda in maniera più marcata gli uomini, che

rappresentano il 61,66% dei lavoratori tra i 55 ed i 64 anni occupati,

rispetto alle donne della stessa classe di età, occupate al 39,73%. Va anche

specificato che la crescita degli occupati tra i 55 ed i 64 anni di età si

accompagna ad una diminuzione degli occupati più giovani. Peraltro, se

l’età pensionabile aumenta in Italia, essa è già una realtà in altri paesi

dell’Unione Europea: in Germania si va in pensione a 67 anni di età, in

Belgio a 65, in UK a 65 gli uomini e 60 le donne, in Svezia, tra i 61 ed i

67 anni.

Di fatto, questa dinamica di occupazione negli over 55 è, allo stato

attuale, destinata, a non prefigurare una inversione di tendenza. E la

gestione della diversità di età nelle organizzazioni pubbliche e private

diventa sempre più un tema di riflessione importante. La Regione Veneto,

per esempio, ha istituito un gruppo di lavoro del Servizio Sanitario

Regionale, che ha lo scopo specifico di definire buone pratiche di

Age

Management

, che comprendano anche modalità per contenere il fenomeno

delle inidoneità lavorative, strettamente connesso all’aumento dell’età

anagrafica, soprattutto nella popolazione infermieristica.

Le ricerche sull’Age Management

Come Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP), ci

siamo interrogati su quali fossero oggi le sensibilità delle organizzazioni e

delle aziende e le buone pratiche di

Age Management

. Su questo tema,

abbiamo avviato ricerche e confronti pubblici. Lo stimolo iniziale veniva

dalla consapevolezza che molte cose potessero essere fatte: all’estero, per

esempio, il caso più noto e spesso citato è quello dello stabilimento BMW

di Dingolfing che aveva messo in atto, già anni fa, una serie di

cambiamenti per facilitare le mansioni dei lavoratori più anziani,

migliorando così la qualità della loro vita in azienda ed aumentando le loro

prestazioni. La maggior parte di queste iniziative ricadevano nell’ambito

di interventi sull’ergonomia, quali installazioni di montacarichi per non

affaticare la schiena, utilizzo di banchi da lavoro regolabili in altezza,