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Q3, 2017 – L’Age Management nelle pratiche H.R.

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lavoro e mansioni svolte. Nella stessa ricerca, comunque, è evidenziato

come nell’ultimo anno, il 19% dei nuovi assunti a tempo indeterminato

nella produzione e nei servizi alla produzione siano over 55.

Il 58% dei rispondenti, poi, riteneva che nei prossimi 5 anni avrebbe

dovuto affrontare problematiche di ricambio generazionale; il 44%

riteneva necessario implementare azioni di

Age Management

subito, ed il

31% tra qualche anno. Poco, però, si sta facendo. Tra gli ostacoli più citati

alla realizzazione di interventi di

Age Management

, il 46% del campione

della ricerca indica altre priorità più urgenti da affrontare, mentre il 40%

una scarsa conoscenza dei temi legati alle differenze di età sul lavoro. In

ogni caso, in diverse aziende, si stanno implementando misure di

accompagnamento al pensionamento, quali attività di valorizzazione degli

ex lavoratori già pensionati, sportelli informativi con servizi di supporto

per la gestione della dimensione contributiva ed economica o corsi di

preparazione al pensionamento. Queste iniziative devono essere aggiunte

a quelle sopracitate in termini di pratiche di

Age Management

in Italia.

Conclusioni

In sintesi, da questa panoramica emergono alcune evidenze sulle

pratiche HR di

Age Management

in Italia. La prima è che l’adozione e

l’applicazione di tali politiche è ancora limitata, spesso più nominale che

reale. Gli ambiti nei quali si sono avviati più progetti sono quelli relativi

alla formazione, all’integrazione tra generazioni, alla mobilità interna ed

alla conciliazione vita-lavoro. Alcune sperimentazioni interessanti vi sono

nel campo dell’ergonomia e della difesa della salute, ma la diffusione di

questi progetti è ancora contenuta.

In generale, si tende a procedere ancora con interventi tradizionali di

prepensionamento o con politiche individuali più che collettive.

Certamente, per procedere sulla strada di interventi specifici mirati alla

popolazione degli over 55 è, innanzitutto, necessario avere conoscenza

della propria demografia aziendale e degli scenari che si prospettano nel

futuro. Questi scenari devono essere condivisi tra la prima linea di

Management e la Direzione del personale per sviluppare politiche e

progetti efficaci. Anche la possibilità di definire accordi sindacali di

secondo livello sulla flessibilità lavorativa e gli interventi sugli over 55

rientra in questo ambito. Oltre agli accordi collettivi e ai progetti dedicati

a questa popolazione specifica, va però considerato che la variabile

individuale, sia in termini di motivazione che in termini di competenze,