Q2, 2015 – EXPO 2015 e sicurezza in agricoltura
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manuale richiesta e per i mezzi meccanici comunque utilizzati,
un’implicita propensione all’infortunio che determina inevitabilmente
valori consistenti degli indici di rischio. Fattori a cui si aggiungono il
contatto con animali, con sostanze chimiche e l’utilizzo di attrezzature non
idonee o non conformi, che contribuiscono ad aumentare i rischi per la
salute e la sicurezza dei lavoratori agricoli.
C’è infine un ulteriore livello d’analisi di cui tenere conto: l’analisi del
fenomeno infortunistico a livello regionale, infatti, fa emergere con
chiarezza che il tasso infortunistico dei lavoratori agricoli risulta
sistematicamente – e in misura considerevole – superiore a quello dei
restanti lavoratori. Le tre Regioni con i tassi più alti d’infortunio in
agricoltura, molto superiori alla media nazionale pari a 53,01 infortuni per
1000 occupati, nel 2012 sono state Abruzzo (138,13 ‰), Marche (137,89
‰) e Umbria (130,90 ‰). Parallelamente è interessante notare come le
regioni meridionali condividano lo stesso risultato positivo di bassi tassi di
infortuni in tutti i settori di attività esaminati.
Per interpretare queste differenze tra le diverse Regioni, va considerato
che per l’Istat in Italia il tasso di irregolarità lavorativa è stato del 12%
circa e che la percentuale di unità di lavoro irregolare sulle unità di lavoro
totali varia sul territorio italiano: del 9% al Nord, del 10% al Centro e del
20% circa nel Sud.
Via via che si scende verso Sud il tasso d’infortuni sul lavoro
diminuisce e aumenta invece il livello di irregolarità lavorativa. Inoltre, in
agricoltura quasi un quarto dell’occupazione è ‘non regolare’ e, di
conseguenza il problema delle mancate denunce dovute al lavoro
sommerso rappresenta sicuramente una chiave di lettura dei bassi tassi di
infortunio sul lavoro nel Mezzogiorno.
Concludendo, penso che queste brevi riflessioni sul livello di sicurezza
del lavoro nella nostra agricoltura possano essere esemplificative della
vastità di un tema determinante per il dibattito che si animerà all’Expo di
Milano. La natura del nostro problema nazionale non dovrebbe essere
molto differente rispetto agli altri Paesi leader nel mondo nelle produzioni
agricole.
Produrre cibo buono, a prezzi accessibili e con costi di produzione
contenuti, sarà una delle sfide dei prossimi decenni di crescita della
popolazione mondiale e la sicurezza di chi sarà occupato in agricoltura non
sarà un tema secondario.