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Giovanna Alvaro, Stefano Dellabiancia, Elisabetta Maier

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In conclusione, appare interessante l’ultima risposta fornita al quesito

nel quale, veniva chiesto al compilatore di riflettere circa l’effettiva utilità

d

i verificare sempre i dati emersi dall’azione formativa svolta, in termini

di efficacia, per una sua successiva valorizzazione al fine della definizione

di ulteriori obiettivi formativi.

I compilatori hanno risposto ‘Si’ nel 91% dei casi.

Dato ottimistico, verrebbe da dire.

Eppure noi siamo perplessi da quell’8% che ha risposto negativamente:

per costoro la formazione sembra, dunque, non essere identificata come un

processo, vale a dire che non ritengono utile basare il suo funzionamento

su un ciclo di miglioramento continuo.

Di fatto, per questo 8% la formazione non viene vista in un’ottica

sistemica e sistematica.

Considerazioni conclusive: del domani vi è speranza

“Rivalutare, riconcettualizzare,

ristrutturare, ridistribuire,

rilocalizzare, ridurre,

riutilizzare, riciclare”

[

Serge Latouche

]

Il Rapporto

AiFOS 2017 ha avuto l’obiettivo primario di far emergere

il livello di consapevolezza del formatore sulla fase di valutazione

dell’efficacia formativa.

In realtà, a conclusione della nostra analisi, possiamo affermare di aver

raccolto molti e diversi dati interessanti, utili per provare a delineare un

ipotetico identikit del formatore, allo stato attuale.

Rispetto al campione intervistato è venuto fuori il profilo di un

formatore tecnicamente molto preparato, sufficientemente qualificato

anche sul versante delle

soft skills

e della gestione d’aula.

La ricerca ha, tuttavia, messo l’accento su una ancora debole capacità

di gestione delle fasi cruciali del processo formativo: l’analisi della

domanda - azione strategica ai fini di una progettazione formativa incisiva