Lorenzo Fantini
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pure riconosciuta come valore costituzionale dall’articolo 41 della
Costituzione), la identificazione del “dettaglio” delle strutture interne
all’azienda che si devono occupare della salute e sicurezza sul lavoro,
limitandosi (e non è certo poco…) a chiedere che esse siano efficaci a fini
prevenzionistici. Ed, infatti, gli operatori della salute e sicurezza sanno
bene che le variabili delle scelte aziendali al riguardo sono moltissime,
tanto da impedire una riflessione unitaria o, comunque, generale sul punto.
Per queste ragioni questo numero di AiFOS non prende le mosse dalla
valutazione di un determinato tipo – che si potrebbe dire “predefinito” o,
almeno, di validata coerenza con il quadro normativo di riferimento – di
organizzazione delle strutture aziendali che si occupano di salute e
sicurezza, ma opera un’analisi e un approfondimento di come le aziende
italiane abbiano operato le loro decisioni rispetto alla regolamentazione
delle funzioni che, nella organizzazione di riferimento, svolgano rilevanti
attività in materia di prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali. Tale scelta ha prodotto un Quaderno a mio parere molto
realistico, nel quale il ventaglio della varietà delle soluzioni delle imprese
al riguardo emerge in modo significativo.
L’inchiesta svolta – come sempre in modo approfondito e rigoroso –
sul tema delle risorse umane e della sicurezza sul lavoro (scelto per l’anno
2015 da AiFOS) ha, peraltro, evidenziato una serie di criticità, tra le quali
mi ha colpito l’emersione della difficoltà dei servizi di prevenzione e
protezione di essere “inseriti” nelle strutture “ordinarie” (come tali,
intendendosi quelle con funzioni operative e incardinate gerarchicamente
con altre), di indirizzarne le scelte di organizzazione e investimento e
anche solo di “dialogare” con esse. Tale profilo appare particolarmente
interessante, considerando l’importanza che riveste nella materia della
salute e sicurezza sul lavoro l’insieme delle procedure di sicurezza che
deve darsi ogni azienda e, di conseguenza, l’importanza della “vigilanza”
su tali procedure e, finanche, sui comportamenti dei lavoratori, in
attuazione di tali regole di prevenzione.
Infine, la ricerca ha confermato quanto molto spesso mi viene riferito
nei miei incontri professionali, vale a dire la perduranza di un concetto –
del tutto mistificatorio – per cui la salute e sicurezza sul lavoro viene
spesso, tuttora, considerata una materia che attiene alla sola funzione
“tecnica” (il Servizio di Prevenzione e Protezione), alla quale non solo
riservare le attività di valutazione dei rischi e identificazione delle misure
di prevenzione e protezione in azienda, ma anche compiti di tipo