Q1, 2017 – Il rischio stradale. L’esperienza della Polizia Stradale
22
Il risultato finale: letale per lei e drammatico per le altre quattro
autovetture coinvolte.
Domanda: perché si sceglie di rischiare così la propria vita e quella
degli altri?
Dall’elaborazione di una serie di dati raccolti da esperti psicologi
emerge chiaramente che all’origine di tali comportamenti vi è la radicata
convinzione che la condotta di guida sia un’attività di sfondo, da poter
gestire simultaneamente ad altre attività senza che questo comporti rischi.
Dunque, anche di fronte a situazioni oggettivamente valutabili, resta la
convinzione che tutto ciò valga sempre per gli altri e che invece in prima
persona si sia molto abili e capaci di rimanere padroni della situazione
.
Si aggiunga a tutto ciò la crescente abitudine delle persone a distribuire
l’attenzione su diverse attività, senza mantenerla mai troppo a lungo su una
singola operazione.
Il problema è che quando si guida tutto questo costituisce una
gravissima forma di rischio. L’essere ‘multitasking’, come vorrebbe
l’attuale società, alla guida non solo non è funzionante ma appare anche
poco funzionale.
Le strategie di contrasto
La Commissione europea ritiene che la distrazione possa essere causa
o concausa di una percentuale variabile dal 10% al 30% di incidenti
stradali.
Le strategie di contrasto devono, quindi, necessariamente prevedere
azioni che coinvolgano diversi aspetti: sul fronte operativo, l’incremento
dei controlli e la conseguente repressione delle violazioni alle norme di
comportamento del Codice della Strada costituiscono un elemento
imprescindibile, attraverso il quale si esprime anche l’autorità e
l’autorevolezza dello Stato, diretta a colpire i comportamenti scorretti alla
guida più diffusi e più pericolosi.
Sul fronte della comunicazione, l’attenzione rivolta alle campagne di
prevenzione e sensibilizzazione da parte della Polizia Stradale, quale
specialità della Polizia di Stato, è sempre stata molto alta, sia come
produzione propria, sia con i partner istituzionali, secondo la condivisione
del principio che una maggiore sensibilizzazione, conoscenza ed
informazione dovrebbero portare ad una maggiore consapevolezza dei
rischi sia per il mondo adulto che per quello più giovane.