Giovanna Alvaro, Stefano Dellabiancia, Elisabetta Maier
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Ci piace citare al proposito il significato etimologico del termine
“apprendere” come riportato dal “Vocabolario Etimologico della Lingua
Italiana” di Ottorino Pianigiani:
“Impossessarsi”, “afferrare con la mente”, a nostro avviso, indica molto
di più che rispondere ad un test a crocette.
Condividere tale approccio significa operare per favorire il
trasferimento degli apprendimenti cognitivi realizzati in aula nelle
esperienze individuali e in coerenza al proprio “sentire”, per generare
comportamenti adeguati alla salvaguardia di Sé e del proprio gruppo di
appartenenza.
Noi riteniamo che tale passaggio possa avvenire solamente facilitando
il processo di rielaborazione critica degli apprendimenti, la riflessione, la
valutazione autodiretta
. In questa prospettiva viene completamente
ribaltato il ruolo del Formatore che non riveste più il ruolo
di “giudice”
valutativo, ma piuttosto di
facilitatore del processo di estrazione del
valore dell’esperienza formativa
.
Da quanto detto deriva una strettissima correlazione e sinergia tra la
valutazione dell’apprendimento, che coinvolge particolarmente il
partecipante
, e la valutazione dell’intero processo formativo come motore
del successivo migliore apprendimento. Tale responsabilità spetta
particolarmente agli
operatori di formazione
: progettisti, formatori, enti
di formazione, associazioni di categoria.
Ci rendiamo conto di quanto il progetto sia complesso e in evoluzione.
E ci rendiamo anche conto di come, in primis, sia necessario avviare una
riflessione sullo stato dell’arte in tema di efficacia formativa ad opera
proprio degli operatori del settore
, owner dell’attività e stakeholder al
tempo stesso.