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Scambi di lavoro online (crowdsourcing) e le implicazioni per la sicurezza sul lavoro e la salute
Abbiamo tradotto questo documento di riflessione che è stato recentemente pubblicato sul sito dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (vai all'originale in lingua inglese). Esso si basa su una sintesi di un contributo realizzato dalla Prof. Ursula Huws su incarico di EU-OSHA stessa e incorpora input ricevuti in un seminario in materia tenutosi a Bilbao lo scorso 11 giugno 2015.
La parola crowdsourcing deriva dalla fusione di due concetti: quello di “folla” e quello di “esternalizzazione di un’attività fuori dalla propria impresa” (Wired). In pratica attraverso questo modello le imprese aprono i propri progetti alla partecipazione collettiva. Facile intuire che in tutto questo la Rete giochi un ruolo da gigante. Gran parte di questi progetti, infatti, passano per le piattaforme Web, e diventano strumenti ideali per diffondere un’idea e aggregare gruppi di persone uniti dalle stesse passioni. Per contro, ciò comporta che vengano generate nuove problematiche legate alle tutela della salute e sicurezza sul lavoro che non può, in tali, casi essere gestita in modo tradizionale.
Per questo ci è sembrato opportuno proporlo sul nostro sito AiFOS, in quanto offre una panoramica su ambiti di lavoro ancora prevalentemente sconosciuti nel nostro Paese, ma che potrebbero rappresentare lo scenario di un imminente futuro.
Dal 1970 è stato riconosciuto che la combinazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione “ha il potenziale per consentire la delocalizzazione del lavoro”. In seguito, nel 1980, l'attenzione focalizzata su 'telelavoro', ha implicato il trasferimento di lavoro da un ufficio tradizionale fino alla casa del lavoratore. Negli Anni ‘90 divenne evidente che il lavoro potesse essere ‘spostato’ a livello internazionale, in uno sviluppo che è diventato noto come 'outsourcing'. Il decennio successivo, in primo del secolo in corso, ha visto l'emergere di grandi imprese internazionali, che forniscono servizi telemediati, sempre più utilizzando pratiche descritte come 'global sourcing', in cui i lavoratori provenienti da diverse parti del mondo potrebbero essere raccolti su base just-in-time per fornire particolari servizi, indipendentemente dalla loro ubicazione. Ebbene, in questo decennio, questi sviluppi hanno raggiunto la massa critica, permettendo l'emergere di forme interamente nuove di organizzazione del lavoro, coordinate da piattaforme online.
La confusione delle terminologie sembra caratterizzare queste nuove forme di lavoro: sharing economy, human cloud, workforce on demand, digital labour sono nuovi termini che stanno entrando nell’uso comune. Tra questi il termine 'crowdsourcing' è qui definito come “lavoro retribuito organizzato attraverso scambi di lavoro on-line”. Questo comprende una gamma di forme di lavoro, che possono essere differenziate lungo diverse dimensioni, tra cui:
Altre variabili includono se viene effettuato come un lavoro principale o si tratta di una fonte supplementare di reddito e di come viene ricompensato (ad esempio se vi è un regolare stipendio, o c’è una tariffa oraria, oppure un cottimo).
La forza lavoro crowdsourcing è altamente diversificata e mal definita; questo anche perché, ad oggi, i tentativi di stimare il livello globale di crowdsourcing sono rari. Una base possibile potrebbe essere quella di calcolare il numero di piattaforme e un numero medio di lavoratori attivi per ogni piattaforma. Purtroppo però, entrambi i componenti sono estremamente difficili da quantificare: infatti, il numero di piattaforme è grande ed in rapida crescita, mentre il numero di lavoratori registrati per piattaforma è molto probabile che risulti impreciso per diversi aspetti. In primo luogo, è possibile che alcune persone che si sono registrate siano inattive; secondo, vi è la possibilità che gli individui si possano registrare più volte sotto identità differenti; e la terza è difficoltà è che molti si registrino su più siti, in modo che qualsiasi tentativo di generare una cifra complessiva sommando i numeri registrati su siti diversi inevitabilmente provoca una sorta di doppio conteggio.
Peraltro, nel caso di lavoro in linea, organizzato tramite piattaforme di crowdsourcing, le statistiche sono difficili da trovare; ciò è dovuto in parte al fatto che la natura del luogo della prestazione di servizi rende irrilevante per i siti per pubblicizzare la forza lavoro globale/totale a loro disposizione.
Un'altra categoria di crowdsourcing è il lavoro svolto dai dipendenti organizzati internamente tramite crowdsourcing tipo piattaforme online. Questo può essere suddiviso in due grandi categorie: l'assegnazione di persone che sono dipendenti a tempo pieno di "squadre virtuali" nel lavoro a progetto; e l'assegnazione di personale con contratto contingente “zero ore” (o altre forme di modalità di lavoro flessibili) alle attività su base just-in-time. Le statistiche per questi moduli sono nascoste nei dati generali di lavoro e non ci sono stati finora tentativi sistematici per valutare la loro scala. E’ pur vero che esiste una vasta letteratura, sia sulla modifica delle forme di organizzazione del lavoro che sul cambiamento delle pratiche di lavoro, che indica come queste tendenze siano in crescita; tuttavia, senza definizioni chiare non è possibile utilizzare i dati disponibili per estrapolare i tassi di crescita del fenomeno. Inoltre, la modalità di lavoro “zero ore” (o 'a chiamata') non è legalmente riconosciuta in molti paesi europei, e ciò fa sì che non esistano dati sulla sua presenza.
Si può concludere che, mentre vi è la prova evidente che il crowdsourcing del lavoro esista in ciascuna di queste categorie, su scala significativa, ed sia in rapida crescita, non vi sono attualmente stime attendibili della sua estensione. La forza lavoro crowdsourcing è estremamente variegata, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima che il suo profilo demografico possa essere delineato con certezza.
L'enorme varietà dei compiti svolti dai lavoratori e la diversità di luoghi di lavoro in cui queste mansioni vengono svolte evidenzia una vasta (e, per certi versi, nuova) gamma di rischi per la salute e la sicurezza.
La rapida crescita degli scambi di lavoro online ha generato grandi sfide, sia concettuali e normative. Alcuni paesi europei così come gli alti responsabili del lavoro del Comitato preposto (SLIC) hanno avviato discussioni su questa nuova forma di lavoro, ma tutto appare ancora molto inesplorato. Alcuni dei problemi irrisolti sono:
L'emergere di scambi di lavoro on-line solleva questioni importanti per i regolatori, i datori di lavoro e le parti sociali. Sembra probabile che anche parti del mercato del lavoro non direttamente coinvolte nel crowdsourcing potrebbero essere indirettamente colpite dalla mancanza di una normativa certa in materia: ad esempio, relativamente alla pressione per ridurre i prezzi o salari al fine di poter competere con i servizi forniti da piattaforme online, con piccole e medie imprese particolarmente vulnerabili.
Politici europei sono chiamati a fornire risposte e prendere decisioni difficili su come, e in quale misura, le 'condivisioni di economia' debbano essere incoraggiate e regolamentate. Indubbiamente, il crowdsourcing offre nuove importanti opportunità sociali ed economiche; ma crea anche nuovi rischi.
Le opportunità sono:
Per contro, i rischi comprendono:
Il lavoro con i computer può portare a stress e disturbi fisici come la stanchezza visiva o problemi muscolo-scheletrici. Pertanto, i datori di lavoro devono effettuare valutazioni dei rischi e adottare appropriate misure per assicurare che le condizioni di lavoro (oltre all’ambiente di lavoro stesso) siano salvaguardate. Quando il lavoro è classificato come freelance, tali obblighi possono essere esternalizzati, con il rischio che viene trasferito ai singoli lavoratori. Anche se mancano le prove di osservazione sistematica, sembra altamente probabile che nel crowdsourcing molti di questi requisiti vengano rispettati, ad esempio:
Il lavoro di crowdsourcing in linea si svolge in uno spazio che è ancora più difficile da mappare rispetto al lavoro on-line, sia fisicamente che legalmente. Alcune delle attività svolte dai lavoratori sono relative ad occupazioni notoriamente pericolose per i lavoratori come, ad esempio, i lavori di costruzione. In altre attività, come guidare un taxi, i conducenti appaiono vulnerabili agli attacchi e alle vessazioni da parte dei clienti. Rischi di violenza inter-personale o molestie sono presenti, insieme alle possibilità di potenziali incidenti, in situazioni in cui i lavoratori crowdsourcing forniscono servizi nelle case dei clienti.
Pericoli fisici per i lavoratori non in linea possono essere aggravati da una serie di fattori, tra cui:
Tutti questi fattori, insieme, possono creare effetti sinergici capaci di portare a disturbi muscolo-scheletrici e risultati di rischio psicosociali, come lo stress lavoro-correlato.
I rischi psicosociali possono derivare da una varietà di condizioni di lavoro tipiche del rapporto di lavoro crowdsourcing. Tuttavia, il tradizionale modello di contenuto / contesto del lavoro non si applica a queste nuove forme di lavoro, con la conseguenza che le misure di prevenzione standard non possono essere utilizzabili. Queste condizioni includono:
Gli scambi di lavoro online assumono molteplici forme e sono quindi difficili da classificare. Dovrebbero, per esempio, essere considerati come le agenzie di lavoro temporaneo, uffici di collocamento, le imprese sociali, fornitori di servizi (come ad esempio, i servizi di taxi, di pulizia o di cura), piattaforme di pubblicità o solo directory online? Al momento è difficile sapere quali regole dovrebbero essere applicate in materia.
La varietà di diversi modelli, così come le variazioni nelle legislazioni nazionali, evidenziano che non esiste una risposta univoca a questa domanda. Dove esistono piattaforme online utilizzate internamente dalle aziende per gestire i propri dipendenti, ci sono solo due attori: il datore di lavoro e il lavoratore, e la questione principale è se il lavoratore ha gli stessi diritti degli altri lavoratori. In caso contrario, in genere almeno tre attori sono coinvolti in ogni operazione che avviene tramite una di queste piattaforme: il cliente finale, l'intermediario in linea e il lavoratore. Nel caso di piattaforme corrispondenti a liberi professionisti con i clienti, lo status di lavoratore autonomo del libero professionista è generalmente chiaro. I casi più controversi sono quelli che coinvolgono il coordinamento in linea di lavoro scarsamente qualificato on-line e di lavoro non in linea.
La situazione non è chiara in Europa, ma sembra probabile che, in molti Stati membri, i lavoratori chiamati a fare il lavoro d'ufficio manuale o quello scarsamente qualificato tramite piattaforme online potrebbero essere considerati come dipendenti dell’azienda stessa. Nel caso dei lavoratori autonomi più altamente qualificati, ulteriori test dovrebbero essere applicati per stabilire se i lavoratori sono veramente autonomi in base alle normative nazionali. Una risoluzione di questo problema è cruciale per la sicurezza e salute sul lavoro, perché senza una chiara indicazione di chi è il datore di lavoro, non ci può essere una chiara ripartizione delle responsabilità.
In relazione al lavoro offline, se si verifica un incidente in casa di un cliente, chi può essere ritenuto il responsabile? Come può funzionare il sistema delle malattie connesse al lavoro e come si potrebbe fare un monitoraggio per verificare lo stress lavoro correlato? chi si deve ritenere responsabile in caso di malattie professionali? Che cosa succede se il lavoratore ha avuto un incidente sulla strada per o dal lavoro, tradizionalmente configurato come incidente in itinere? Nel caso di lavoro on-line, chi dovrebbe essere considerato responsabile se un articolo commissionato da uno scrittore con una piattaforma online si rivelasse calunnioso?
Un'altra area di incertezza è come le normative nazionali e i regolamenti dell'UE possono essere applicati a tali lavoratori e tipologie di lavoro, comprese le direttive in materia di orario di lavoro, lavoro a tempo parziale, lavoro interinale, lavoro sommerso, parità di retribuzione e la parità di trattamento e di congedo parentale. Di particolare rilevanza è la direttiva sulla salute e la sicurezza nel tempo determinato e il lavoro temporaneo (91/383/CEE), che estende lo stesso livello di protezione a tempo determinato e lavoratori di agenzia da altri dipendenti. E 'difficile applicare tutte queste direttive per scambi di lavoro on-line, se il loro status giuridico, e quello della loro forza lavoro, non è chiaro.
A livello nazionale, problemi analoghi sorgono in relazione alla applicabilità di norme specifiche, come quelle che si riferiscono ai salari minimi, alla parità di trattamento, fiscale e assicurativa, deduzioni e norme di sicurezza. Una questione particolarmente importante è quella che riguarda le forme di tutela di questi lavoratori, come possa essere stabilita la loro l'ammissibilità e come i diritti possano essere rivendicati in forme di protezione sociale.
Le questioni relative a procedure di lavoro sicure e sane in spazi pubblici o residenze private possono influenzare sia i lavoratori che le persone intorno a loro. Non è sempre chiaro, tuttavia, se il tema deve essere affrontato come questione di sicurezza pubblica, con la tutela dell'ambiente o di regolamento per la salute pubblica, o più specificamente come una questione propriamente legata al lavoro e alla tutela dei consumatori. In molti Paesi la questione ha implicazioni pratiche, poiché determina quale organo dovrebbe essere responsabile per l'ispezione, la gestione dei reclami e di esecuzione.
Molti piattaforme online pubblicizzano i servizi di lavoratori con particolari competenze. Tuttavia, non è sempre chiaro se in realtà hanno davvero le qualifiche presentate e di chi debba essere la responsabilità di controllare tali credenziali. Questa domanda ha implicazioni particolarmente importanti per la responsabilità professionale, nei casi in cui vi sono regolamenti in vigore che richiedono che i professionisti abbiano l’idonea certificazione per svolgere determinate mansioni (ad esempio, servizi medici, impianti elettrici, ecc). Alcune piattaforme, ma non tutte, segnalano che tutti i loro lavoratori sono completamente controllati (senza tuttavia necessariamente spiegare come). L'assenza di controlli può portare a situazioni in cui la sicurezza e la salute del lavoratore interessato, oltre che dei clienti e del pubblico in generale, possa essere messo a rischio.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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