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Dallo European Trade Union Institute (ETUI) un'analisi di esperienze concrete e proposte di lavoro
Sul sito dell’European Trade Union Institute (ETUI), istituto indipendente di ricerca e formazione con sede a Bruxelles emanazione della Confederazione europea dei sindacati (ETUC), è consultabile gratuitamente la guida dal titolo “Perché e come ridurre l’orario di lavoro”.
Gli autori della guida, il ricercatore belga Stan De Spiegelaere e la polacca Agnieszka Piasna, partono dall’assunto che - dopo molti decenni di riduzione progressiva dell'orario di lavoro - negli ultimi anni si sono registrati segni di inversione della tendenza. La loro intenzione è quella di contribuire al dibattito contemporaneo sulla tematica della riduzione sistematica degli orari di lavoro individuali, passando in rassegna le tendenze più recenti, illustrando i diversi motivi per anelare all’attuazione di tale riduzione e presentando le modalità con cui potere organizzare politiche che trasformino la teoria in pratica.
Nel testo vengono quindi illustrati in particolare cinque casi di studio, esperienze concrete realizzate nei diversi Paesi europei utili per dimostrare che non esiste una soluzione ideale e applicabile universalmente per ridurre l’orario di lavoro. La progettazione delle varie sperimentazioni deve infatti essere adattata sulla base agli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere tramite la riduzione stessa. Allo stesso tempo, la puntuale analisi del mercato del lavoro operata dagli autori mostra incontrovertibilmente che è necessario procedere con sperimentazioni ben organizzate e sistematiche di orari di lavoro ridotti dal momento che «l’attuale riduzione - attraverso la proliferazione del lavoro a tempo parziale o part time - non garantisce un'equa ridistribuzione del lavoro, né promuove l’uguaglianza di genere».
Il testo si avvale di indicazioni provenienti dalle più recenti ricerche in materia e rappresenta una risorsa preziosa per chiunque desideri approfondire un tema che sin dall’ultimo decennio del ‘900 è salito alla ribalta sia a seguito dell’incremento della disoccupazione sia in ottica di conciliazione vita-lavoro.
Proprio gli stessi autori ne precisano gli obiettivi nell’abstract, che riportiamo: «Dopo decenni di progressiva riduzione dell'orario di lavoro, gli ultimi anni hanno mostrato i segni di una inversione di tendenza. In risposta a ciò, il movimento sindacale ha riaffermato il suo obiettivo storico di ridurre gradualmente l'orario di lavoro. Questa pubblicazione intende contribuire al dibattito, discutendo i motivi per i quali la riduzione dell'orario di lavoro può essere ancora auspicabile, insieme alle modalità per organizzarla. Pensiamo infatti che l'efficacia della riduzione dell'orario dipenda moltissimo dalle modalità concrete con cui viene attuata. Le numerose opzioni possibili sono qui presentate, utilizzando l’esempio di esperimenti compiuti, in grado di rilevarne il grado di efficacia. L'esame delle motivazioni alla base della riduzione dell'orario, delle varie forme di attuazione e infine l'esame di cinque brevi studi di caso, costituiscono la base per una discussione estremamente necessaria sul modo migliore di concepire una riduzione dell'orario di lavoro a prova di futuro».
Si evidenzia che, tra le conclusioni gli stessi autori lanciano un monito, ricordando che «senza il necessario cambiamento culturale in materia di orario di lavoro, di norme di genere e di vita sostenibile, la riduzione dell'orario di lavoro rischia di non produrre alcun effetto significativo o desiderato».
Per ulteriori informazioni, per scaricare gratuitamente la guida o per acquistarne una copia cartacea:
https://www.etui.org/publications/guides/the-why-and-how-of-working-time-reduction
Pubblicato il: 01/03/2023
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