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Inail rilancia l'attenzione sul minerale cancerogeno con due fact sheet che affrontano due diversi aspetti di tutela degli operatori addetti alla rimozione
Sebbene in Italia la produzione e l'installazione di materiali contenenti amianto sia vietata dal 1992 e dal 1994 sia proibito anche importarli e venderli, questa sostanza è ancora presente negli edifici più vecchi e rappresenta una minaccia per la salute, in particolare quando i materiali che la contengono vengono perturbati, con il conseguente rilascio di fibre che possono essere inalate, ad esempio durante le ristrutturazioni. Ben il 78% dei tumori professionali riconosciuti negli Stati membri è correlato all'amianto. Se inalate, le fibre di amianto presenti nell'aria possono causare, ad esempio, mesotelioma e cancro ai polmoni, con un periodo medio di 30 anni tra l'esposizione e i primi segni della malattia. Solo nel 2019, più di 70.000 persone nell'UE sono morte a causa di una passata esposizione all'amianto sul lavoro e, nonostante l'ormai consolidato divieto di produzione, commercializzazione e utilizzo (dal 2005 nella UE), si stima che attualmente tra 4,1 e 7,3 milioni di lavoratori siano esposti all'amianto - il 97% nell'edilizia e il 2% nella gestione dei rifiuti.
A 30 anni dalla messa al bando in Italia, Inail propone due schede informative riguardanti l’amianto:
Cliccando su ognuno dei due titoli si viene reindirizzati alla pagina del sito Inail dalla quale è possibile consultare e scaricare gratuitamente il fact sheet.
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