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Rubrica del Giornale dei Coordinatori, a firma di Stefano Farina, all’interno della quale vengono inserite pubblicazioni che arrivano dal passato e nelle quali sono presenti aspetti legati alla sicurezza sul lavoro e sicurezza degli ambienti di vita
È sempre piacevole sfogliare vecchi volumi che presentano la realizzazione di grandi opere perché al suo interno si trovano sempre informazioni importanti legate alla sicurezza.
Il volume che presento oggi è stato scritto dall’ Ing. Enrico Marone e pubblicato dagli Stabilimenti Poligrafici Riuniti di Bologna nel 1935. Esso tratta e racconta la storia dei lavori di costruzione della galleria dell’appennino sulla direttissima Bologna Firenze e nelle sue pagine troviamo tantissima documentazione tecnica e fotografica.
Certamente una premessa è importante, parlando di sicurezza dei lavoratori non si può prescindere dall’epoca e dalle tecnologie utilizzate che comunque portavano a contare numerosi morti (nel tratto in questione furono più di 50) ed infortuni gravi, ma comunque comprendere cosa si faceva al tempo per ridurre tali numeri è comunque importante.
Ecco allora il capitolo dedicato alle “emanazioni e afflussi di gas”, dove – a seguito di scoppi con conseguenze mortali, la condotta dei lavori venne assunta dall’Ufficio dirigente, in sostituzione dell’Impresa. [n.d.r. Forse potremmo considerare questa situazione l’antecedente della “direttiva Cantieri”].
Da quel momento per “eliminare i pericoli e le soggezioni del gas, si è provveduto continuamente ad aumentare e perfezionare la ventilazione in modo da diluirlo coll’immissione di grandi volumi d’aria; e nel cantiere della calotta il gas veniva anche eliminato con ventilatori aspiranti e con accensioni a distanza a mezzo di esploditori elettrici, ad intervalli di tempo di circa una o due ore (talvolta anche ogni mezz’ora)”.
Inoltre “una condotta d’acqua in pressione veniva prolungata sino alla fronti d’attacco per spegnere eventuali incendi”.
Altro aspetto rilevante riguarda i lavoratori per i quali “l’assuntore dei lavori aveva l’obbligo di provvedere perché apposite squadre di operai fossero istruite nell’impiego delle maschere di protezione contro i gas mediante frequenti esperienze”.
“L’assuntore aveva pure l’obbligo di attenersi alle seguenti disposizioni:
Forse oggi questi obblighi possono esser considerati ordinari, ma per il tempo erano certamente innovativi ed andavano nella direzione di contrastare le scelte dell’assuntore verso il massimo profitto a scapito della sicurezza.
[1] La riproduzione di parte dell’opera citata è fatta ai sensi dell’art. 70 della Legge 22 aprile 1941, n. 633 unicamente per fini non commerciali e per uso di discussione, non costituendo la citazione concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera.
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